Elezioni CSPI, si vota il 7 maggio 2024

Home » Scuola » Ancora sulla destinazione all'estero

Ancora sulla destinazione all'estero

Pubblichiamo la nota trasmessa da CGIL SCUOLA - CISL SCUOLA - UIL SCUOLA E SNALS al Presidente del Senato della Repubblica, al Ministro degli Affari Esteri, al Ministro della Pubblica Istruzione, al Ministro della Funzione Pubblica, ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari del Senato della Repubblica e al Sen. Ludovico Corrao Relatore del ddl 4149-B.

16/05/2000
Decrease text size Increase  text size

Le Segreterie Nazionale dei sindacati Scuola CGIL, CISL, UIL e SNALS, con riferimento ai contenuti del dibattito svoltosi nella seduta della III^ Commissione Esteri del Senato il giorno 5 aprile u. s. sull’art. 9 del d.d.l. 4149-B ed in particolare a talune affermazioni, al complessivo atteggiamento politico sulla questione della destinazione e della permanenza all’estero del personale della scuola, oggetto del citato art. 9, verificato in Parlamento, ritengono necessario fornire chiarimenti ed esprimere alcune considerazioni:

le azioni sindacali intraprese per ottenere il ritiro dell’articolo in questione, ivi incluse le iniziative di sciopero contro il comportamento del Ministero degli Affari Esteri che ha posto il Governo in contraddizione, sono finalizzate ad ottenere il rispetto dei principi recentemente definiti dal Parlamento a sostegno e garanzia della contrattazione nel settore pubblico;
la materia della destinazione all’estero, acquisita alla contrattazione tra le parti fin dal 1995 (CCNL 5 agosto 1995 e Accordo successivo 11 dicembre 1996) ed ulteriormente riconosciuta e regolamentata con la "Sequenza Contrattuale" del 24 febbraio 2000, era, in precedenza, disposta direttamente dal Ministero degli Affari Esteri attraverso procedure previste dal T.U. 297/94 che non garantivano alcuna trasparenza delle varie operazioni previste ed effettuate;
quanto concordato con l’art. 5 dell’Accordo Successivo 11.12.96 ha reso trasparenti tutte le operazioni, ha assicurato, già dall’inizio dell’anno scolastico ed accademico 1997/98, il ricambio di almeno il 50% del personale all’estero, ed ha, comunque, imposto al personale di assumere servizio in Italia prima di ottenere una nuova destinazione ed infine ha comportato il depennamento dalla graduatoria permanente del personale che accetta la destinazione all’estero;
i nuovi criteri per la selezione ("prova pratico-orale") che intende introdurre l’art. 9 del disegno di legge 4149-B non si discostano, a parere delle scriventi OO.SS., dalle "vecchie" prove previste dagli artt 14 e 19 del R.D. 740/1940, tale prova non rappresenta certo lo strumento idoneo a qualificare il personale della scuola destinato a prestare servizio all’estero né può essere indicata quale elemento di riforma della selezione stessa, invece rappresenta sicuramente, a giudizio di queste OO.SS., un forte arretramento nel processo di qualificazione avviato con i contratti del comparto scuola del 1995 e del 1999;
con l’art. 5 dell’Accordo 11.12.1996, le OO.SS., considerando la materia in questione quale "mobilità professionale" hanno inteso permettere a tutta la categoria di accedere all’esperienza professionale dell’insegnamento all’estero e garantire significativi ricambi ed avvicendamenti nonchè l’avvio dell’eliminazione del fenomeno della "permanenza continuativa" generata e causata dalle previgenti disposizioni amministrative;
le scelte operate dalle OO.SS. con la contrattazione generarono nel personale in servizio all’estero perplessità e malumori espressi anche con la presentazione di un numero notevole di ricorsi avverso l’Accordo 11.12.96 accolti dal TAR Lazio, ma respinti dal Consiglio di Stato che ritenne pertanto corretto considerare la destinazione all’estero materia da regolare mediante contrattazione tra le parti;
la presentazione da parte del Ministro degli Affari Esteri del disegno di legge assunse, all’epoca, veste cautelativa in relazione all’ipotesi di un eventuale esito negativo del ricorso al Consiglio di Stato proposto sia dalle OO.SS. sia dall’Amministrazione avverso la decisione del TAR Lazio. In seguito, però, dopo la pronuncia del Consiglio di Stato, l’esigenza di cautelarsi venne meno pertanto autorevoli rappresentanti del Ministro degli Affari Esteri in sede di trattativa per il rinnovo contrattuale s’impegnarono al ritiro dell’art. 9 dal disegno di legge;
la necessità di dare avvio ad un’organica e complessiva riforma del settore ha sempre ispirato la condotta delle OO.SS. della scuola;
il recente Convegno sindacale su "Quale riforma per le istituzioni scolastiche all’estero" tenutosi a Roma il 25 febbraio 2000 al quale hanno partecipato Senatori, Deputati ed autorevoli esponenti del mondo accademico, rappresentanti della stampa e delle associazioni di settore, testimonia, infatti, della disponibilità dei Sindacati scuola ad affrontare in una visione organica i complessi temi della diffusione all’estero della lingua e cultura italiana compreso l’aspetto della destinazione e permanenza all’estero del personale, pur salvaguardando, sulla materia la competenza della sede pattizia;
la spesa per il personale statale impegnato presso le istituzioni scolastiche all’estero ammonta complessivamente a 117 miliardi annui e le soluzioni di razionalizzazione, auspicate nel corso del dibattito in Commissione, comporterebbero un intervento finanziato dei privati alternativo a quello dello Stato che non determinerebbe significativi risparmi, ma dequalificherebbe pesantemente l’offerta scolastica e culturale e comprometterebbe fortemente l’immagine della presenza italiana all’estero in un momento in cui le politiche scolastiche di altri paesi europei vengono potenziate;
risulta poi, a giudizio delle OO.SS., fortemente contraddittorio, anche se in linea con la condotta generale del Ministero degli Affari Esteri, quanto affermato dal Sottosegretario Danieli nel corso della seduta di Commissione del 5 aprile 2000 rispetto alla possibile nuova destinazione all’estero del personale che ha cessato il primo mandato e non si comprende come il Sottosegretario non ha citato, in tale seduta, non solo la circostanza di aver sottoscritto (come parte pubblica), soltanto il 24 febbraio 2000, la "Sequenza contrattuale" che conferma l’istituto della destinazione all’estero e quello dell’obbligo della permanenza in Italia prima di una nuova destinazione, ma anche il fatto di aver preteso, contrariamente al parere delle OO.SS., la proroga delle attuali graduatorie, ipotesi di soluzioni in caso di esaurimento delle stesse e modifiche alla prova di accertamento per la destinazione all’estero;
presso l’A.RA.N., sede naturale nella quale era possibile apportare ogni modifica utile a migliorare e perfezionare la disciplina della destinazione all’estero del personale della scuola, i rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri non hanno promosso o provocato argomenti diversi da quelli sopra indicati;
anche parecchi Senatori intervenuti nel dibattito hanno rilevato e denunciato le contraddizioni ed hanno sottolineato che i contenuti dei commi 3, 4 e 5 del citato art. 9 attengono a materie da definire all’interno di un più complessivo progetto di riforma delle istituzioni scolastiche all’estero;
è convinzione delle OO.SS. che il Ministero degli Affari Esteri confermi, con il proprio atteggiamento sulla materia in questione, la più volte manifestata volontà di chiusura ai rapporti pattizi e di rifiuto dell’applicazione dei contratti pur sottoscritti;
infine il confronto tra gli assegni di sede del personale della scuola all’estero e quelli del restante personale dello Stato e dei rappresentanti del mondo diplomatico evidenzia una situazione di notevole discriminazione, a sfavore del personale scolastico, accentuata dal fatto che le cifre riportate nelle sedi parlamentari sono molto inferiori a quelle effettivamente corrisposte al personale della scuola e non si discostano molto dagli stipendi corrisposti ai docenti dei paesi ospitanti.
Per le precisazioni ed i chiarimenti sopra riportati le scriventi OO.SS.:

auspicano che in sede di discussione ed approvazione in Senato del disegno di legge 4149-B il Governo chieda il ritiro dell’art. 9 e, ove tale ipotesi non si verifichi o non fosse tecnicamente praticabile, venga richiesto all’Assemblea di approvare lo stralcio di tale articolo (condizione alla quale, peraltro, la VII^ Commissione del Senato ha vincolato il parere favorevole espresso sul disegno di legge 4149-B). Sottolineano che sulla proposta di stralcio si sono pronunciati, con l’intento di favorire un momento di riflessione politica sull’intera materia, non pochi Senatori tra i quali anche esponenti qualificati della maggioranza;
ritengono che l’azione del Parlamento, fatte salve le materie soggette a contrattazione, vada finalizzata all’avvio di un organico disegno di riforma sulle questioni relative alle istituzioni scolastiche e culturali all’estero ed al personale in esse impegnato;
considerano utile che, insieme al ritiro dell’art. 9, o, in via subordinata, allo stralcio del medesimo, in aula venga proposto ed eventualmente approvato un ordine del giorno che inviti il Governo a presentare, in tempi brevi, sull’intera materia un’organica proposta di riforma.
Le scriventi OO.SS., mentre sollecitano alle SS. LL. uno specifico intervento nel senso sopra auspicato, si dichiarano disponibili ad un eventuale incontro, ove le SS. LL. lo ritenessero utile per eventuali ulteriori e più precisi chiarimenti.

Distinti saluti.