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Chiusa in modo soddisfacente la sequenza contrattuale sull’articolo 43 del CCNL Comparto scuola

Con la sequenza firmata oggi all’Aran, uno squarcio di sereno per le scuole.

17/07/2006
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Come molti ricorderanno l’ultimo rinnovo contrattuale, concluso a pochi mesi dall’approvazione della Legge 53/03, aveva previsto che fosse possibile, a fronte di cambiamenti sull’organizzazione del lavoro introdotti da successivi decreti, modificare in via pattizia le norme contrattuali.

L’emanazione del decreto legislativo 59/04, con l’introduzione della figura del tutor e la modifica strutturale dell’orario di lavoro, aveva costretto l’ex Ministro ad aprire questa strada, nonostante il tentativo di imporre alle scuole, per altre strade, norme invasive dell’autonomia scolastica.

Oggi le organizzazioni sindacali hanno, esercitando il potere affidato alla contrattazione dal Decreto leg.vo n.165/01, “derogato alle norme di legge che invadevano, con un eccesso di norme di dettaglio, l’autonomia scolastica costituzionalizzata e la responsabilità professionale e progettuale dei docenti.

Il negoziato ha quindi definito, come si può leggere dal testo che non si applicano i commi dell’articolo 7 per la scuola primaria, dell’articolo 10 ,per quella secondaria di primo grado, del decreto 59/04 relativi al tutor. Per maggiore chiarezza si sono quindi riconfermati, mediante una procedura ricognitiva, gli articoli del contratto in vigore relativi a profilo e funzione docente nonché quello sull’orario di lavoro e le prerogative dell'autonomia che il Decreto 59/04 aveva tentato di forzare.

Potrebbe sembrare pleonastico, ma la brutta esperienza vissuta nelle scuole, tra imposizioni, contraddizioni ed invasioni delle preogative dell’autonomia, ha spinto tutti a precisare per determinare serenità in vista del prossimo anno scolastico.

Analoga operazione è stata compiuta per la mobilità del personale, che resta confermata nella scansione annuale.

La tecnica della disapplicazione è stata adottata anche per un’altra parte del decreto 59/04, quella che prevedeva che le materie opzionali fossero affidate anche a personale esterno all’insegnamento con contratti di prestazione d’opera, una tipologia poco usuale nella scuola che interveniva ambiguamente sulle materie che sono comunque nel curricolo degli alunni, e che quindi… si insegnano.

Per gli anticipi nella scuola dell’infanzia, infine, sono state richiamate le diverse condizioni inderogabili previste dalle legge e non puntualmente definite per la loro attuazione (dalle figure professionali, agli accordi interistituzionali, agli organici..) che rendono evidente l’impossibilità di esaminare contrattualmente le questioni relative alle nuove figure professionali.

Una norma finanziaria, che rinvia le risorse destinate per questa sequenza al rinnovo quadriennale, chiude infine l’articolato.

In particolare su quest’ultimo punto la FLC Cgil ha espresso il proprio dissenso, pur avendo condiviso ed apprezzato gli articoli precedenti, ritenendo che fosse possibile, definire l’entità delle risorse già da subito (sono definite nel bilancio del Ministero) e la loro destinazione precisa (fondo, salario accessorio...), nonostante la loro esiguità, senza ulteriori rinvii.

Questa importante sequenza, apprezzabile anche per la semplicità del testo, pone fine agli equivoci ed alle tensioni che si sono scaricate nelle scuole e che hanno visto come protagonisti tanti insegnanti impegnati nella progettazione didattica quotidiana.

Per la FLC Cgil, accanto a loro in questi anni, una soddisfazione particolare nell’ operare, in piena legalità, nell’ambito affidato alla contrattazione, infatti: “ Eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto, che introducano discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilità sia limitata ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, o a categorie di essi, possono essere derogate da successivi contratti o accordi collettivi e, per la parte derogata non sono ulteriormente applicabili, …”

Chiarezza per le scuole autonome, dunque, non certo la alterna interpretazione delle circolari ministeriali.

Roma, 17 luglio 2006