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Corsi di specializzazione per il sostegno

Pubblichiamo la lettera con cui Enrico Panini, a nome della CGIL Scuola, ha chiesto ai Ministri della Pubblica Istruzione e dell'Università di avviare ispezioni "approfondite e severe" su quella che ormai si configura come una vera e propria truffa per tanti giovani: i corsi di specializzazione per il sostegno

09/03/2001
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Pubblichiamo la lettera con cui Enrico Panini, a nome della CGIL Scuola, ha chiesto ai Ministri della Pubblica Istruzione e dell'Università di avviare ispezioni "approfondite e severe" su quella che ormai si configura come una vera e propria truffa per tanti giovani: i corsi di specializzazione per il sostegno.

La scrivente Organizzazione sindacale, pur apprezzando l'attenzione di entrambi i Ministeri alla rigorosa attuazione dei corsi di specializzazione per le attività di sostegno nella scuola, espressa con le CM n. 264/2000 del MPI e n. 186/2001 del MURST, intende sottolineare alcuni aspetti problematici ancora esistenti per quanto riguarda i corsi già attivati.

Le vicende che hanno caratterizzato l'avvio della formazione dei docenti che intendevano acquisire il titolo di specializzazione sono, purtroppo, assai note. Molti corsi, nonostante gli interventi degli anni precedenti, sono continuati e stanno volgendo al temine senza garantire il rispetto delle normative in materia.

Tra poco tempo migliaia di giovani scopriranno di essere in possesso, dopo aver pagato milioni, di un titolo privo di validità per il Ministero della Pubblica Istruzione perché non rispondente ai criteri del Decreto n° 287 del 30.11.99.

Si configura quindi, in molte situazioni, l'esistenza di una truffa, che non può essere ignorata, anche nel caso in cui gli studenti abbiano firmato, e non sappiamo quanto consapevolmente, dichiarazioni "liberatorie" a favore dell'Ente gestore dei corsi, che ha così scaricato sulle Università, per norma titolari, ogni responsabilità.

Inoltre ci chiediamo quale validità possa avere la certificazione del titolo acquisito se estesa ad un numero di persone di gran lunga più alto rispetto al fabbisogno stimato, considerato che il fabbisogno era uno dei parametri per dare validità al corso.

E quale valore attribuire ad un titolo conseguito in tante situazioni dopo un corso "intensificato" durato anche meno di un anno, nonostante la legge preveda corsi biennali, come hanno denunciato, da ultimi, gli studenti di Campobasso?

Noi ci convinciamo ogni giorno di più che siamo di fronte ad una truffa estesa sulla quale chiediamo, da parte delle Loro strutture competenti, ispezioni approfondite e severe.

Certi del comune intendimento di fare chiarezza sul passato per garantire il futuro, inviamo distinti saluti.

Roma, 9 marzo 2001