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Decreto Bersani: ma i tagli per la scuola ci sono o no?

Sì i tagli alla spesa pubblica previsti nell’art.25 del Decreto 223 del 4 luglio 2006 riguardano anche la scuola.

14/07/2006
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La FLC dopo la pubblicazione del Decreto Legge n. 223 del 4 luglio 2006 (“Decreto Bersani”) ha dato in anteprima la notizia che ancora una volta le istituzioni scolastiche pagano un prezzo alto per risanare i conti pubblici. Subito dopo abbiamo assistito ad un vero e proprio giallo tra smentite del Ministro Fioroni e notizie varie.
La querelle continua tuttora. A distanza di una settimana, quindi, una domanda sorge spontanea: ma i tagli ci sono oppure no?
La risposta è positiva. I numeri si sa sono un po’ noiosi, ma in casi come questi, schiacciano le parole!
Questa scheda dimostra che gli accantonamenti (cioè le cifre non impegnate che devono essere restituite allo stato entro il 30 novembre 2006) e i tagli alla spesa pubblica di cui parla l’art. 25 del “decreto Bersani” riguardano anche le unità previsionali di base delle scuole.

Cosa sono le unità previsionali di base?
Le unità previsionali di base, costituiscono l'insieme organico delle risorse finanziarie affidate alla gestione di un unico centro di responsabilità amministrativa.
Il bilancio dello Stato, in base al Dlgs 297/97, si sviluppa in unità previsionali di base che raggruppano al loro interno i capitoli di finanziamento destinati ad un unico centro di responsabilità.
In pratica tutti i capitoli di finanziamento di diretta competenza delle scuole sono raggruppati nell’unità previsionale di base denominata ”strutture scolastiche” dei singoli uffici scolastici regionali.

Ma se, come dice il Ministro Fioroni nel suo comunicato, i tagli non riguarderanno voci strategiche per la scuola quali: spese di funzionamento, autonomia scolastica, fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, stipendi per supplenze brevi (?) interventi integrativi per i disabili e legge 440/97, iniziative per l'orientamento, prevenzione della dispersione scolastica e potenziamento della scolarizzazione, allora dove incideranno questi tagli?

I nostri studi del bilancio del Ministero dell’Istruzione ci fanno dire che allo stato attuale il taglio non può che intervenire sulle spese per la formazione del personale che è un ambito strategico per la qualità della scuola.

Ma il “Decreto Bersani” non esclude, almeno potenzialmente, tagli ad altre voci come ad esempio la terza area degli istituti professionali, il finanziamento per la Tarsu,. I capitoli che finanziano queste spese sono inseriti nelle unità previsionali di base del Ministero ”fondi da ripartire per l’operatività scolastica” e “Fondo di riserva consumi intermedi” prese comunque di mira dal Decreto in questione.

In conclusione questo nostro approfondimento sui numeri rafforza la nostra richiesta di modifica al Decreto Legge prima della sua conversione. Gli effetti negativi dei tagli alle scuole -circa 6 milioni di euro su base annua- risentiranno inevitabilmente dei tagli agli uffici scolastici regionali - circa 4 milioni di euro su base annua - la cui funzionalità non è neutra per le scuole e per il personale.

La scuola è un settore strategico per la crescita culturale del nostro paese. A chi ci governa chiediamo un segnale tangibile di discontinuità rispetto al passato. Né il DPEF né il “Decreto Bersani” possono chiedere ulteriori sacrifici alla scuola e agli altri settori della conoscenza che come ha sostenuto lo stesso Ministro Fioroni hanno “già dato”.

Roma, 14 luglio 2006