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Documento supervisori dell'Università di Bologna

Si pubblica il documento dei Supervisori di tirocinio del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell'Università di Bologna

20/03/2002
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Si pubblica il documento dei Supervisori di tirocinio del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell'Università di Bologna

* Al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca
* Al dott. Emanuele Barbieri,
Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico
Regionale per l'Emilia Romagna
* Alle OO.SS. CGIL - CISL - UIL
* Ai sindacati di base
UNICOBAS - COBAS - GILDA - SNALS
* Ai Proff. Andrea Canevaro e Vittorio Capecchi
* Alla Prof.ssa Mariagrazia Contini,
Presidente del Corso di Laurea in
Scienze della Formazione Primaria di Bologna
* Al Prof. Franco Frabboni, Preside della Facoltà
di Scienze della Formazione Primaria
*Alla studentessa Stefania Nicolli,
rappresentante degli studenti del Corso di Laurea di
Scienze della Formazione Primaria

L'assemblea dei Supervisori di tirocinio del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria dell'Università di Bologna, riunitasi il giorno 05/03/2002,

in merito alla legge delega sulla scuola presentata dal governo ed approvata dal consiglio dei ministri ed al decreto sugli organici 2002/2003,

intende esprimere

la propria preoccupazione per l'attacco alla scuola pubblica che nasce dalla serie di provvedimenti previsti dalla normativa in oggetto, non discussa in sede parlamentare, ma gestita esclusivamente come delega di governo.

In particolare,

si rilevano

la carenza dell'impianto pedagogico e strutturale della riforma che tende ad una contrazione generalizzata del tempo scolastico e che sostanzialmente impoverisce la scuola pubblica a favore di quella privata;

formare l'identità culturale dei giovani significa lavorare sulla cultura, sui saperi disinteressati, sulla memoria, sull'arte e la poesia, sulle scienze, in fondo sulla capacità di ritrovare nelle nostre radici umanistiche il "senso" dell'incontro con le sfide della modernità (le nuove tecnologie, la globalizzazione, la multiculturalità) e non inseguire tutti i saperi della contemporaneità (emblematicamente rappresentati da "inglese, informatica, impresa". Tra l'altro, inglese ed informatica hanno già ricevuto riconoscimento formativo ed impulso realizzativo dal precedente governo e impresa, a nostro avviso, non è uno slogan applicabile alla scuola! ). Da questa riforma traspare la volontà di annullare la memoria storica della scuola pubblica italiana, spezzando le connessioni con il notevole bagaglio culturale della scuola militante, frutto di decennali studi teorici, di esperienze professionali maturate sul campo (tempo pieno, progetto ASCANIO, sperimentazioni nella secondaria, proposta di Curricoli per la scuola di base…) e, quel che è ancora più grave, si annullano i principi dell'articolo 3 della Costituzione Italiana.

I rischi connessi all'anticipo delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia ed elementare;

il dissenso alla possibile iscrizione di alunni di due anni alla scuola dell'infanzia è motivato dal fatto che, benché esistano significative attività educative relative a quella fascia d'età, esse non sono tuttora attuabili nella scuola dell'infanzia , pensata con un curricolo per fasce di sviluppo diverse ( e, nella proposta, non si prevedono modifiche delle strutture organizzative, delle risorse umane e materiali che sarebbero indispensabili);

relativamente all'anticipo delle iscrizioni alla scuola elementare, la decisione viene lasciata ai genitori, senza prevedere nessuna partecipazione degli insegnanti, o degli organi collegiali, in merito alla definizione di criteri, consigli, valutazioni di ordine pedagogico. Complessivamente le spinte precocistiche e adultistiche producono effetti negativi sullo sviluppo intellettuale ed affettivo dei bambini e sui modelli di organizzazione didattica delle scuole: prevalgono i metodi trasmissivi e la compressione dei tempi, si riduce lo spazio per l'operatività, la didattica laboratoriale, il gioco.

La gravità dei previsti tagli agli organici e delle modifiche delle modalità di assunzione dei docenti;

Con la legge finanziaria del 2002, è stata di fatto introdotta la riduzione degli organici, che vincola l'autonomia progettuale delle istituzioni scolastiche e impedisce la realizzazione di progetti di sperimentazione, di percorsi di individualizzazione; di quanto, in questi anni, ha costituito uno degli elementi qualificanti della scuola pubblica.

Inoltre, altre emanazioni legislative hanno parificato il punteggio per il servizio prestato nella scuola pubblica e nella scuola privata, scuola che, a tutt'oggi, non è ancora stata, nel suo complesso, passata al vaglio dei criteri di qualità del servizio previsti dalla legge sulla parità; sono state inoltre introdotte modalità di assunzione, da parte dello Stato, degli insegnanti di religione, la cui idoneità resta di competenza della Curia.

La discriminazione implicita prevista dal doppio canale licei/professionali per la scuola superiore;

il testo della legge delega stabilisce una scelta precoce, a 14 anni, tra due canali con finalità diverse: il percorso dei licei riservato all'apprendimento della cultura alta e quello della formazione piegato sulla specializzazione.

E' la via italiana al sistema duale, in crisi nella stessa Germania, che da anni si sta interrogando sulla sua efficacia.

Inoltre, si riconduce la formazione professionale a formazione di primo livello, invece di svilupparne le competenze previste dalla legge 196.

E' stata abbandonata la proposta del documento Bertagna, su cui erano stati convocati a discutere gli stati generali, di non fare due canali di durata diversa per evitare evidenti gerarchie.

Lo stravolgimento della formazione iniziale degli insegnanti che si traduce in qualificazione specialistica in ambiti disciplinari invece che in preparazione attraverso pratiche professionali specifiche della funzione docente;

proprio per il ruolo ricoperto in qualità di Supervisori presso l'Università, si intende denunciare, nell'articolo 5 della legge delega, la logica additiva della riforma universitaria che conserva i caratteri dell'assemblaggio di discipline-tirocini-laboratori in tempi sequenzialmente diversi; essa è già vecchia e non competitiva rispetto all'esperienza in atto ed alle attese e sfide cui è chiamato l'intero sistema scuola. Va invece rimarcato il fatto che una formazione professionale superiore, finalizzata a pratiche professionali specifiche, richiede un ambiente unitariamente progettato e governato, dove l'integrazione tra le conoscenze scientifiche, le didattiche disciplinari, le competenze psico-pedagogiche ed il tirocinio professionale sia materia d'esercizio, di prova e di apprendimento ricorsivo da parte dello studente.

La riforma di fatto azzera il rapporto tra Scuola ed Università che "pur faticosamente" si è cercato di costruire in questi anni di esperienze, anche con l'apporto non trascurabile dei Supervisori; anzi, annulla la presenza dei Supervisori che, a tutt'oggi, costituisce l'elemento di raccordo concreto tra Scuola ed Università.

Non da ultimo, si evidenzia il problema del come consentire, o meno, l'abilitazione ai prossimi neolaureati degli attuali corsi di laurea quadriennali considerato che, per quanto sollecita sia l'approvazione di decretazione successiva, essa richiede tempi di legge relativamente lunghi.

La soluzione della laurea specialistica nell'insegnamento solleva forti dubbi di legittimità giuridica in quanto contraddice la normativa universitaria recentemente adottata (decreto 509).

L'Assemblea, constatando il distacco di tali decisioni rispetto alle reali necessità della scuola,

denuncia

il tentativo di una dequalificazione della scuola pubblica attraverso la sottrazione di risorse economiche, professionali, organizzative quando invece è fondamentale investire per il futuro educativo e professionale delle nuove generazioni.

Riteniamo che il modello di formazione che traspare dalla riforma Moratti non sarà funzionale nè sul piano delle opportunità nè su quello della relazione tra formazione, mercato del lavoro e formazione permanente. La società attuale ha bisogno di un pensiero più di fondo sul destino delle menti e dei cuori di tutti i nostri futuri cittadini. Questo destino è bipartisan, e interessa tutti. Ci dice di avere maggiore ottimismo sulle menti di tutti, maggiore apertura all'eterogeneità, tempi più distesi e comuni per tutti.

L'assemblea dei Supervisori di tirocinio
del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria di Bologna

Bologna, 05/03/2002