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Formazione iniziale degli insegnati: audizione alla VII commissione della Camera

La FLC ha presentato un'articolata memoria.

20/05/2010
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Si è tenuta oggi la prevista audizione presso la VII commissione della Camera dei Deputati relativa allo schema di regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti predisposto dal Miur.

Dopo i pareri del CNAM, del CUN, del CNPI e del Consiglio di Stato, ora è il Parlamento che deve esprimersi su questo provvedimento.

Nel nostro intervento abbiamo ribadito le osservazioni della segretaria nazionale della FLC CGIL contenute nella memoria consegnata alla commissione.

In particolare abbiamo sottolineato la mancanza di un confronto con il Ministero che si è limitato ad un solo incontro nel lontano aprile 2009.

In premessa abbiamo ribadito l'anomalia di una proposta sulla formazione iniziale che non si rapporta con le procedure di reclutamento e non affronta in alcun modo l'attuale situazione del personale incluso nelle graduatorie ad esaurimento né di quello abilitato/abilitando che non ha potuto chiedere tale inclusione.
Attivare un nuovo sistema di formazione iniziale e di reclutamento, che sia in grado di garantire trasparenza ed equità oltre che di evitare il formarsi di nuovo precariato, implica, a nostro parere, la necessità di risolvere tutte le situazioni in essere, attraverso la previsione di procedure transitorie specifiche.

Sull'impianto previsto dalla bozza di regolamento abbiamo sottolineato le nostre perplessità sulla eccessiva durata, sulla differenziazione dei percorsi tra infanzia/primaria e scuola secondaria e lo scarto quantitativo e qualitativo, tra gli aspetti disciplinari - predominanti - e quelli relazionali, pedagogici e didattici, che riteniamo essenziali per imparare ad insegnare.
Inoltre risulta troppo rigida la separazione tra scuola secondaria di I e II grado, anche in presenza di insegnamenti omogenei, in particolare se si tiene conto dell'elevazione dell'obbligo a 16 anni. Abbiamo anche rilevato la totale assenza dei temi legati all'istruzione degli adulti e all'insegnamento dell'italiano agli stranieri.

Abbiamo anche evidenziato come il ruolo delle scuole nella gestione della formazione iniziale dei docenti appaia troppo marginale e privo di protagonismo. Per quanto riguarda i tutor dei tirocinanti, è necessario definire criteri omogenei per la selezione degli stessi e va chiarito anche l'aspetto finanziario rispetto ad una attività che comporta un notevole impegno organizzativo e professionale dei docenti.

Per quanto riguarda la fase transitoria e la programmazione degli accessi abbiamo chiesto una ulteriore riflessione rispetto alla prova di accesso per il personale ammesso in sovrannumero come anche sottolineato dal Consiglio di Stato e abbiamo proposto un prolungamento, definito nella sua scadenza, della durata della fase transitoria, in modo da risolvere positivamente e con tempi più distesi, tutte le situazioni pendenti.
In particolare riteniamo indispensabile che la futura programmazione degli accessi vada definita per ogni singolo insegnamento, per evitare le distorsioni degli scorsi anni e che, nella definizione del fabbisogno, si tenga anche conto del personale a tempo determinato già occupato su posti liberi/vacanti.

Roma, 20 maggio 2010