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Francia, solidarietà del personale in servizio nelle scuole italiane alle iniziative di protesta

Il personale statale docente e Ata esprime la propria solidarietà alle iniziative di protesta e di lotta contro i provvedimenti del Governoe . Approva documento dove si ribadisce la partecipazione allo sciopero del 30 ottobre.

27/10/2008
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Il personale della scuola statale docente e Ata in servizio nelle scuole italiane e nei corsi nelle scuole francesi, ha approvato il documento che alleghiamo, dove si ribadisce la partecipazione allo sciopero del 30 ottobre.

Roma, 27 ottobre 2008
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Documento approvato dall'Assemblea il 21 ottobre 2008 a Parigi

L’assemblea sindacale indetta da FLC CGIL e CISL scuola riunitasi presso l’Istituto Comprensivo italiano Leonardo da Vinci di Parigi, 11 rue Sedillot, approva il seguente documento in merito agli interventi del Governo sulla scuola.

Il personale statale italiano docente e non docente in servizio in Francia nelle scuole italiane e francesi e nei corsi esprime la propria solidarietà per tutte le iniziative di protesta e di lotta che si stanno svolgendo in Italia contro gli interventi del Governo sull’intero sistema dell’istruzione pubblica .

Giudica che tali interventi destrutturino in profondità il nostro sistema pubblico d’Istruzione in quanto si concretizzano, di fatto, in una serie di tagli indiscriminati, supportati da operazioni demagogiche di dubbio gusto volte a conseguire il consenso dell’opinione pubblica.

Ritiene inoltre che tali provvedimenti mettano in serio rischio il diritto allo studio, individuale e collettivo, sancito dall’art 33 della Costituzione e che siano volti a peggiorare sistematicamente l’offerta formativa del sistema pubblico d’istruzione.

Denuncia il fatto che gli interventi siano stati fatti senza confrontarsi con tutte le componenti sociali e professionali che operano nel settore della conoscenza.

Sancisce il proprio diritto di difendere il valore della scuola pubblica italiana ed il proprio modello educativo e pedagogico di riferimento, basato sull’integrazione, scaturito da ricerca e sperimentazione educativa sul campo, modello che ha consentito alla scuola italiana di collocarsi, in alcuni settori formativi, ai livelli più alti della formazione nei modelli occidentali di riferimento.

Si oppone alla logica sottintesa all’intervento del Governo, di privare cioè i cittadini del diritto per tutti all’istruzione pubblica di buona qualità, facendo dell’importante settore della conoscenza un sistema di fondazioni, secondo un disegno di tipo privatistico.

Dichiara che l’art 64 della finanziaria e il successivo decreto n 137 approvato l’11 ottobre 2008 minano in profondità le fondamenta e la qualità della scuola pubblica che i docenti difendono.

Ritiene che una vera politica di qualificazione del sistema formativo di un Paese non possa compiersi secondo una logica di discriminazione educativa e di tagli economici che riducono da un lato il tempo scolastico e dall’altro la quantità e la qualità delle risorse umane impiegate.

Rivendica l’autonomia scolastica per le istituzioni scolastiche e formative operanti all’estero, nella forma sia di istituti (per le scuole) che di centri territoriali (per i corsi) così come avviene in territorio metropolitano, e per il personale coinvolto la necessità di arrivare al più presto alla definizione della sequenza contrattuale specifica.

Ribadisce la propria opposizione in merito:

  • ai tagli previsti dall’art 64 della legge finanziaria in termini di organici e risorse destinate alla pubblica istruzione;

  • alla reintroduzione del maestro unico nella scuola elementare con orari di classe ridotti a 24 ore;

  • all’eliminazione nei fatti del tempo pieno così come fino ad ora concepito, nella scuola elementare;

  • all'eliminazione del tempo prolungato alla media;

  • alla riduzione dell’orario scolastico per licei e istituti professionali;

  • ai tagli delle sperimentazioni;

  • alla reintroduzione della valutazione in decimi nella scuola primaria;

  • alla diminuzione del sostegno per alunni diversamente abili;

  • all’eliminazione degli insegnanti specialisti di lingua straniera nella scuola elementare

  • all’innalzamento del numero di alunni per classe;

  • alla riduzione degli interventi per l’insegnamento agli adulti di cui attualmente beneficia anche la comunità dei migranti e a tutte quelle manovre contenute nel decreto che minano alla radice la qualità della scuola frutto di quasi 40 anni di lavoro sul campo e di ricerca educativa;

  • alle possibili ricadute sulle scuole italiane all’estero, ambasciatrici e testimoni nel mondo di un modello educativo di alta qualità.

Dichiara di partecipare allo sciopero del 30 ottobre forme diversificate, prima e dopo le vacanze della Toussant.