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Le scuole senza fondi. Il Miur saldi i suoi debiti

La lettera di una DSGA della provincia di Firenze denuncia una situazione comune a quasi tutte le scuole. Senza più liquidità. Indebitate a causa di leggi sbagliate e per pagare i conti del Miur che poi non rimborsa. E infine il cedolino unico...

19/10/2011
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Un istituto comprensivo con 1.500 alunni, suddivisi in 2 plessi di scuola dell'infanzia (10 sezioni), 2 plessi di scuola primaria (17 classi a tempo pieno e 10 classi a moduli), 1 plesso di scuola sec. di I grado con 21 classi e un direttore amministrativo e un dirigente scolastico che non sanno dove sbattere la testa.

Hanno 1.180 euro in cassa e debiti per circa 100.000. E residui attivi certificati dai revisori dei conti per oltre 154 mila euro. Attivi? Certo, sono i crediti che scuola vanta nei confronti del Miur perché ha pagato prestazioni (ad es. le supplenze) negli anni 2008 e 2009 che andavano in carico al ministero. E come ha fatto a pagare? Usando i fondi della scuola, quelli per il miglioramento dell’offerta formativa. Di questi crediti ne hanno bisogno come il pane, anche perché devono alle Asl ben 13 mila euro per le visite fiscali di 3 anni (2008, 2009 e 2010), una somma “che corrisponde all'intero budget del finanziamento annuale per il funzionamento amministrativo dell’Istituto”. Questa delle visite fiscali è stata una vera mazzata sulle scuole. “Prima ci hanno obbligato a mandare le visite fiscali a tutti dicendo che erano gratuite e poi è uscita la sentenza che erano da pagare con effetto retroattivo di 3 anni”. E dopo il danno, la beffa “Abbiamo ricevuto un richiamo dal Ministero sulle spese che il nostro Istituto ha sostenuto per le supplenze da gennaio a giugno 2011 ... non è colpa nostra se in un certo periodo abbiamo avuto  persone in astensione facoltativa, o assenti per gravi patologie”.

La scuola non ha più liquidità. Con l’introduzione del cedolino unico, che trattiene al tesoro i fondi delle scuole, queste non hanno più a disposizione per “anticipi di cassa” i fondi del Mof per tamponare le emergenze.

Questa gestione centralistica e dissennata del Miur costringe le scuole a una gestione contrassegnata dall’emergenza, dal correre ai ripari, dal giorno per giorno senza la possibilità di programmare le azioni educative. E a rimetterci sono in tanti: il lavoro che peggiora, la trasparenza nella gestione e soprattutto gli alunni che ricevono di meno.

Da qui il grido di allarme del dirigente scolastico e del direttore amministrativo al Miur. Ma anche al sindacato a cui la Dsga chiede “di tener duro sulla richiesta di immediata erogazione di questi residui attivi altrimenti siamo alla paralisi, e non credo che quello della mia scuola sia un caso isolato”.