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Legge di bilancio 2019: le misure per la scuola dopo le correzioni imposte dall’Europa

Confermate le forti penalizzazioni per la scuola. Nessun investimento aggiuntivo ma tagli e spostamenti di risorse. Pronti alla mobilitazione per chiedere una svolta sulle politiche scolastiche. Nei prossimi giorni la piattaforma rivendicativa della FLC CGIL e gli approfondimenti più analitici sulle singole tematiche.

29/12/2018
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È stata approvata il 29 dicembre 2018 la nuova manovra economica per il 2019 (votata a scatola chiusa con voto di fiducia) riveduta e corretta alla luce delle osservazioni della Commissione UE che altrimenti avrebbe intrapreso una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per deficit eccessivo e violazione della regola sul debito.

La nuova manovra mantiene e accentua tutti i limiti della precedente versione: un intervento insufficiente, privo di un’idea di sviluppo e rilancio del paese; manca qualsiasi misura significativa di investimenti e per il lavoro, mentre aumentano povertà e diseguaglianze tra i cittadini e i territori.

Commento analitico

In particolare, per la scuola non ci sono investimenti, ma solo piccoli aggiustamenti con misure a costo zero e, laddove sono introdotte nuove misure dirette alla generalità dei lavoratori pubblici e privati (es. quota 100), vengono fortemente penalizzati docenti, dirigenti e ATA dall’introduzione di finestre di uscita dal lavoro rigide che li obbligherà, pur in presenza di requisiti, a far slittare di un anno la domanda di pensionamento.

Vengono sottratti circa 2,5 miliardi alla rivalutazione delle pensioni tout court con evidenti ripercussioni su buona parte del personale scolastico già in pensione.

Risulta del tutto assente un piano di risorse per varare le assunzioni straordinarie su tutti i posti liberi, a parte le 290 assunzioni di personale educativo, a fronte di decine di migliaia di posti vacanti come ampiamente dimostrato dal nostro dossier “Stabilizziamo la scuola”.

Anche i 2.000 posti in più nella scuola primaria, sono ben lontani dal soddisfare le esigenze di tempo pieno sull’intero territorio nazionale. Inoltre nel nuovo sistema di reclutamento proposto, non è prevista nessuna fase transitoria per l’assunzione dei docenti della scuola da anni presenti nelle graduatorie di istituto di seconda e terza fascia.

Lo stesso discorso vale per il personale ATA della scuola per il quale non c’è alcun incremento di posti nonostante le forze di maggioranza abbiano scritto nel loro programma che sarebbe stato istituito l’organico di assistenti tecnici nelle scuole del primo ciclo, al contrario sono confermate su questo settore le stesse politiche negative dei precedenti governi.

Inoltre, dopo numerose promesse fatte dalle forze di maggioranza, non è stata trovata alcuna soluzione per dare dignità al lavoro degli ex co.co.co. transitati nei ruoli del personale ATA con un part-time forzato. Eppure i margini politici ed economici per riconoscere il tempo pieno a tutti questi lavoratori c’erano specie se si tiene conto del risparmio prodotto da alcune operazioni come l’internalizzazione dei servizi ATA.

Per l’alternanza scuola lavoro è stato nuovamente rimodulato il tetto orario, ma si confermano il taglio delle risorse, l’obbligatorietà delle attività, che non vengono restituite all’autonoma programmazione delle scuole, e le medesime finalità di occupabilità delle attività stesse.

Bene la cancellazione definitiva degli ambiti territoriali anche se va detto che il CCNL 2018, consentendo la possibilità ai docenti di ottenere nuovamente la titolarità di scuola, aveva già dato una pesante spallata a uno degli ultimi capisaldi della legge 107/15.

Per quel che riguarda il rinnovo del CCNL, restano confermate le misere risorse che erano già state stanziate in prima battuta. Esse sono ben lontane dal consentire l’equiparazione dei salari del personale della scuola italiana con quelli dei colleghi europei.

Non resta pertanto che la mobilitazione per ottenere una svolta sulle politiche scolastiche e per cambiare una manovra economica regressiva, che non punta sull’istruzione quale risorsa per un diverso modello di sviluppo e per una società più giusta e solidale. Accompagneremo la mobilitazione, che metteremo in campo in tutti i settori della conoscenza, ad una piattaforma rivendicativa e di tutela legale, non accetteremo passivamente l’esclusione della scuola dalla finestra prevista per i beneficiari di quota 100, su tutto ciò che è terreno dell’azione sindacale. Nei prossimi giorni ritorneremo sugli argomenti trattati dalla legge di bilancio con singoli approfondimenti.