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Molise: intervento di taglio sul sostegno

Non bisogna tendere, infatti, al risparmio dei posti ma ad una razionalizzazione delle risorse per dare di più a chi ha più bisogno”.

06/11/2003
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“Non bisogna tendere, infatti, al risparmio dei posti ma ad una razionalizzazione delle risorse per dare di più a chi ha più bisogno”. Scrive così il Direttore Regionale del Molise dopo la protesta di genitori ed insegnanti suscitata dalla decurtazione di posti di sostegno che ha effettuato la settimana scorsa in barba ad ogni regola ed ai diritti degli alunni disabili.

Il direttore nei giorni scorsi, pur avendo definito gli organici di sostegno basandosi sul parere espresso- come previsto- in maggio dalla commissione H, ha “ pensato” di ridurre, ad anno scolastico abbondantemente avviato, le ore a tutti i docenti di sostegno abbassandole da 18 a 12 nelle scuole medie e superiori mentre nelle scuole elementari e materne si passa da 24 a 18 ore, e in alcuni casi anche a 12 ore.

Il risultato è che, in una regione piccola come il Molise, si perdono 28 cattedre di sostegno!

Più precisamente si perderanno nel prossimo anno scolastico perché adesso gli insegnanti di sostegno del Molise si trovano nelle scuole a disposizione per le ore decurtate….nell’immediato la sola differenza è che non incontrano più i loro alunni disabili.

Un bieco calcolo aritmetico impedisce alle bambine ed ai bambini disabili del Molise di usufruire delle ore di sostegno che erano state definite in base alla diagnosi ed al profilo dinamico funzionale; in base ai due “documenti” che servono ad individuare gli obiettivi, le attività, le tecniche per la realizzazione del progetto educativo individualizzato che la scuola attua.

Il direttore del Molise non ha certo “ razionalizzato le risorse per dare di più a chi ha più bisogno” visto che TUTTI i giovani disabili, indistintamente, hanno perso ben 6 ore di sostegno.

Un altro esempio di come questo Ministro e questa Amministrazione trattano i diritti dei ragazzi e quelli dei lavoratori della scuola: le regole, come i diritti, per loro sono “elastiche”.

6 novembre 2003