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O.d.g. del collegio dei docenti dell'ITIS "DORSO" di Avellino sulle 18 ore

Provvedimento cattedre di 18 ore

26/06/2003
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Il collegio dei docenti dell'ITIS "DORSO" di Avellino, nella seduta del 26/05/03 decide

all'unanimità di formulare il seguente documento da diffondere attraverso i mezzi di informazione e da inviare al Ministero dell'istruzione e al Direttore Scolastico Regionale.

La decisione di formare cattedre di 18 ore per tutti i docenti, norma contenuta nella finanziaria 2003, non è accettabile, in quanto introduce nella quotidianità delle varie scuole e, in particolare degli istituti tecnici, elementi di confusione e di caos che si ripercuotono pesantemente su tutta l'attività didattica,creando di fatto le condizioni per ridurre sia la quantità che la qualità dell'offerta formativa.

La destrutturazione delle cattedre avrà, infatti, conseguenze negative facilmente prevedibili:

diversi insegnanti nuovi ogni anno sulla stessa classe, aumento del numero dei docenti nei consigli; di classe, casualità e instabilità nell'attribuzione delle cattedre, disfunzioni nell'articolazione degli insegnamenti, aumento del numero di classi per docente e conseguente aumento dei carichi di lavoro individuali.

Inoltre lo smembramento delle cattedre pregiudica in modo determinante la continuità didattica,che, insieme al tempo pieno e prolungato e all'inserimento degli handicappati ha caratterizzato positivamente la scuola italiana laica, democratica, pubblica degli ultimi decenni; una scuola attenta all'inclusione e alla riduzione dello svantaggio.

La continuità didattica non è un optional :

  • E' una necessità legata alle fasi dello sviluppo dell'età evolutiva, come la ricerca scientifica ha dimostrato da Piaget ai giorni nostri,

  • E' indispensabile per l'individuazione dei tempi giusti, della ricorsività, del rispetto dei diversi punti di vista e dei differenti stili di apprendimento,

  • È il presupposto di ogni attività finalizzata a fare della scuola il luogo privilegiato delle (relazioni, dell'incontro-confronto, del dialogo, della crescita;

  • È una necessità non solo per gli alunni ma anche per i docenti che non sono impiegati, non svolgono un servizio determinato e burocratico, non sono trasmettitori di conoscenze tanto all'ora, ma sono operatori culturali e sociali, svolgono un'azione delicata di educazione e formazione per cui il loro impegno è rivolto, oltre che agli studenti, alla comunità tutta.

Sono queste le motivazioni di fondo che spingono i docenti dell'ITIS ad affermare con forza che le cattedre devono potersi organizzare secondo autonomi criteri di una giusta politica scolastica nella consapevolezza che la scuola è molto più di un contenitore giovanile, è molto più di un luogo di lavoro di dirigenti scolastici, docenti, non docenti: la scuola appartiene alla collettività, anzitutto agli studenti e alle loro famiglie.

Ed è per questo che oltre che ai docenti di tutte le scuole, il documento si rivolge anche alle famiglie, in quanto occorre un'azione comune per far fronte alla prassi di indirizzare la Scuola attraverso documenti di programmazione finanziaria e di gestire un'istituzione così complessa ed essenziale unicamente con l'ottica del risparmio. Lo svuotamento reale e simbolico dell'esame di stato e l'aumento indiscriminato dell'orario cattedra sono esempi evidenti di tale tendenza che necessariamente deve essere invertita.

Giustamente il ministro dell'Economia suggerisce ipotesi di risparmi e forme di spesa più razionale, ma decidere in quali ambiti e con quali modalità realizzarli spetta a coloro che nella scuola vivono ed operano.