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Inizia un anno scolastico sotto il segno dei tagli, della confusione e dell’incertezza

La Corte dei Conti firma la revisione del contingente annuale. Cominciano a venire alla luce le prime contraddizioni dovute alla disastrosa politica culturale inaugurata con la spending review.

05/09/2012
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Le scelte operate dal “governo dei tecnici” con il Dl 95/2012, convertito con modificazioni dalla Legge del 7 agosto 2012, n. 135 (in SO n. 173, relativo alla G.U. 14/8/2012, n. 189), e la conseguente revisione del contingente annuale del personale da destinare alle scuole e alle istituzioni scolastiche italiane all’estero – scuole, corsi e lettorati –  recentemente registrato dalla Corte dei Conti, cominciano far emergere tutte quelle contraddizioni interne ed esterne al sistema che hanno indotto la FLC CGIL ad esprimere un giudizio estremamente negativo su tutta l’intera operazione, sia in occasione del dibattito parlamentare che durante la successiva fase pseudo concertativa che ha prodotto il mancato accordo da parte della FLC CGIL e delle altre Organizzazioni Sindacali.

Il nostro giudizio politico non si limita solo agli aspetti quantitativi, ovvero alla enorme previsione dei tagli a regime che porta l’organico a una cancellazione di oltre il 40% dei posti, ma anche agli aspetti qualitativi che inevitabilmente ridisegnano la rete all’insegna di processi che poco hanno a che vedere con la razionalizzazione del sistema, benché in regime di riduzione delle risorse umane.

Se in generale le operazioni consequenziali del MAE di revisione della rete - alcune delle quali ancora da essere perfezionate - hanno prodotto e stanno producendo in alcune specifiche realtà un restringimento dell’offerta formativa pubblica, se non addirittura una definitiva sua cancellazione che vanifica gli sforzi realizzati in tutti questi anni, è altrettanto vero che vengono mantenute in vita, per ragioni estranee a valutazioni oggettive, iniziative deboli, discutibili e scarsamente efficaci. L’aver chiuso alcuni lettorati significativi e l’aver accorpato alcuni uffici scolastici consolari  mantenendone in vita altri meno significativi sia sul piano quantitativo che qualitativo, è il paradigma di visione del sistema segnato più da considerazioni soggettive che non oggettive. Per non parlare dei ritardi nelle ricollocazioni del personale considerato in esubero e trasferito d’ufficio.  

Orbene davanti a questo scenario quello che più stupisce è che il MAE ancora non emette disposizioni operative da inviare alle singole sedi determinando, così, un avvio di anno scolastico singhiozzante e all’insegna dell’incertezza.

A completezza del quadro generale ricordiamo che per effetto delle nuove disposizioni legislative sopra richiamate, combinate con il taglio di 134 posti, per questo anno non ci saranno nuove nomine ad esclusione di quelle previste per le Scuole Europee.

Per il prossimo futuro, ovvero per gli anni successivi al 2012/2013, oltre i tagli a regime previsti dalla spending review – che la FLC CGIL ha cercato di ostacolare con la presentazione di specifici emendamenti nel corso del dibattito al Senato che sono stati respinti dall’Assemblea – gli invii all’estero saranno decisamente contenuti e dovranno comunque avvenire, ai sensi della legge 10/2011, con le graduatorie aggiornate e riformulate. Ad oggi, nonostante gli impegni verbali assunti dall’Amministrazione prima dei ricordati interventi legislativi, ancora non abbiamo notizie ufficiali sull’uscita della apposita Ordinanza Ministeriale. Se il MAE vuole dare seguito alla previsione legislativa ancora operante deve emanare la relativa Ordinanza Ministeriale non oltre il mese di ottobre 2012 – questo sembra l’orientamento dell’Amministrazione - se vuole rispettare i tempi previsti dalla legge. In caso contrario la situazione si farà ancora più caotica.  

Come FLC CGIL riteniamo che sia giunta effettivamente l’ora di rilanciare una riforma dell’intero sistema che, sulla base della centralità dell’intervento pubblico,  lo ridisegni efficacemente all’interno del nostro sistema nazionale di istruzione. Non è più accettabile, infatti, che il sistema complesso delle scuole e delle istituzioni scolastiche italiane all’estero sia oggetto ancora ad incursioni improprie di varia natura a seconda delle tendenze del momento. La FLC e la stessa CGIL da tempo sono impegnate su questo versante come pure sono impegnate a contrastare la deriva privatistica benché condita, in maniera strumentale, da pretestuose istanze di revisione della spesa che hanno alimentato e alimentano fenomeni neocorporativi e localistici. Solo in questo modo sarà possibile mettere le premesse politiche, culturali e istituzionali per un serio e sano rilancio della nostra politica culturale nel mondo in analogia a quanto fanno Paesi come la Germania e la Francia.