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Seminario nazionale "Salute e Sicurezza nella scuola pubblica. Quali tutele per dirigenti, docenti e ATA?"

Resoconto dei lavori del seminario nazionale del 16 maggio 2016 a Firenze.

19/05/2016
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Firenze ha ospitato il 16 maggio 2016 il Seminario nazionale organizzato dalla FLC CGIL e dall'associazione professionale Proteo Fare Sapere sullo stato della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori nelle scuole pubbliche statali. 

Seminario-Salute-Sicurezza-scuola-pubblica-Firenze-2016-02-2Al seminario hanno partecipato relatori competenti e impegnati sulle tematiche: Dina Guglielmi, docente di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni dell’Università di Bologna, l’onorevole Serena Pellegrino, deputata di SI, Massimo Mari che segue nel Centro Nazionale della FLC le problematiche della sicurezza e della tutela della salute, i dirigenti scolastici Roberta Fanfarillo, del Lazio e Paolo Cortigiani, della Liguria, Gaetano Passarelli, docente di Bologna e Gabriella Pitino, Ata di Ragusa.

Per la FLC CGIL sono stati presenti il coordinatore nazionale dei dirigenti scolastici Gianni Carlini e Gabriella Bresci della segreteria FLC CGIL Toscana. Per Proteo Fare Sapere Pino Patroncini Vice Presidente di Proteo nazionale.

Lunedì 16 maggio 2016, nella bella Aula Rossa di Villa Ruspoli a Firenze si è aperto il seminario della FLC CGIL organizzato in collaborazione con l’Associazione professionale Proteo Fare Sapere.

Il tema è particolarmente stimolante e di grande attualità: Salute e sicurezza nella scuola pubblica, Quali tutele per i dirigente, i docenti e gli ATA?; un tema che continua ad essere poco affrontato nonostante la sua importanza per la vita nelle scuole e per gli alunni e i lavoratori.

Programma dei lavori

Ha aperto i lavori del seminario Pino Patroncini Vice Presidente di Proteo nazionale. In apertura ha richiamato l’impegno e il successo di Proteo nell’organizzazione di attività di formazione e di approfondimento su tutte le problematiche che riguardano le scuole. Nel merito dell’argomento del seminario odierno, Patroncini ha ricordato che spesso gli ambienti scolastici presentano delle carenze strutturali, mentre nello stesso tempo crescono sia la “sensibilità ambientale”, sulla vivibilità nelle scuole, sia le richieste normative, a partire dalla stessa L. 107/15, a partire dall’alternanza scuola-lavoro e le responsabilità anche in tema di sicurezza che si scaricano sui Dirigenti Scolastici.

Porta il suo saluto Gabriella Bresci della FLC CGIL Toscana, anche per conto del segretario regionale Alessandro Rapezzi. Bresci rammenta che il tema della sicurezza sul lavoro continua ad avere una sua attualità, a partire dagli ultimi avvenimenti drammatici che hanno coinvolto i lavoratori del marmo a Carrara. Purtroppo anche nelle scuole il tema della sicurezza continua a vedere troppe volte solo gli adempimenti formali mentre è necessario implementare la cultura della sicurezza proprio a cominciare dalle scuole.

Coordina gli interventi e presenta i relatori Armando Catalano, Dipartimento politiche istituzionali FLC CGIL nazionale.

Seminario-Salute-Sicurezza-scuola-pubblica-Firenze-2016-01-2Presenta le tematiche della sicurezza e della salute nella scuola e il punto di vista della FLC Massimo Mari che si riporta ad altri seminari precedenti che la FLC CGIL ha organizzato sullo stesso tema. La sicurezza nella scuola rappresenta un tema fondamentale proprio in una visione strategica dell’importanza della implementazione di una cultura diffusa della sicurezza. Lo spaccato della scuola italiana, rappresenta un quadro non certo rassicurante. La realtà quotidiana, i fatti di cronaca ci confermano che molte delle scuole sono lontane dai livelli minimi di sicurezza. Spesso le misure di protezione e prevenzione sono più formali che sostanziali; dunque problemi non solo legati alle carenze strutturali, ma anche alla sicurezza sul lavoro e alle malattie professionali. Senza dimenticare la forte presenza di edifici scolastici in aree a forte rischio sismico e/o geologico. Ebbene, a fronte della progressiva obsolescenza delle strutture, alla crescente necessità di formazione a tutti i livelli nelle scuole, ha fatto seguito una progressiva diminuzione delle risorse destinate alla sicurezza: si fa strada l’idea della “sicurezza a costo zero”. Né a questo disimpegno dello Stato, corrisponde un maggiore impegno da parte degli EE.LL., che manifestano una preoccupante arretratezza. Va dato atto al governo Renzi di aver stanziato delle risorse per l’adeguamento degli edifici (i Programmi Scuole belle, Scuole sicure, Scuole nuove), anche se i risultati di tali finanziamenti devono ancora essere monitorati, per cui è necessario sospendere il giudizio su di essi. Resta invece il giudizio negativo sul mancato finanziamento della formazione delle risorse umane in tema di salute e sicurezza. È preoccupante l’assenza delle parti sociali nella programmazione della sicurezza nelle scuole dovuta ad una scelta politica del governo Renzi.

Leggi la relazione di Massimo Mari

È’ la volta di Dina Guglielmi, docente di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni dell’Università di Bologna, che relaziona sul disagio psicosociale e lo stress da lavoro correlato. Ad inizio della relazione la prof.ssa Guglielmi si sofferma sulla particolare vulnerabilità degli insegnanti, anche maggiore rispetto ad altre professionalità di cura (es. infermieri). Sull’intensità del fenomeno, tutte le ricerche sono concordi. Più complessa la riflessione sulle cause, indagate a livello europeo (ETUCE 2007). Il cambiamento di scenario complessivo, percepibile a tutti i livelli, non ha portato però ad un cambiamento di gestione, nonostante anche la possibile diminuzione della qualità del servizio ed i rischi anche economici in termini di costi socio-sanitari. Il burnout è una sindrome da stress continuativo, una forma di depressione: la scuola deve sì occuparsi di burnout, ma probabilmente è compito della scuola occuparsi dei sintomi dello stress a livello di prevenzione, prima che si manifesti la sindrome vera e propria. Quindi, se non è possibile intervenire sui fattori individuali e su quelli socio-culturali, bisogna intervenire sui fattori organizzativi. Ad esempio è importante sollecitare la partecipazione all’analisi di tali fattori. Come intervenire? Non soltanto attraverso la valutazione e gestione dello stress da lavoro correlato, ma anche la creazione di gruppi di miglioramento e la promozione del senso civico, come sviluppo del senso di appartenenza all’organizzazione. Viene presentata la proposta di un gruppo di lavoro di una ASL del Veneto in collaborazione con il MIUR, semplificando e adattando il modello INAIL. Un’altra proposta è quella sviluppata dall’Università di Bologna, volta a sviluppare gli elementi positivi, considerati come elementi protettivi rispetto ai fattori di rischio. Infine la prof.ssa Guglielmi si sofferma sullo stress nei Dirigenti Scolastici, il cui ruolo è considerato a crescente rischio di stress. Il DS è a rischio di lavoro e lavoro compulsivo (“workaholic”), benché l’impegno personale ed il coinvolgimento possano divenire delle importanti risorse per il miglioramento del benessere personale ed organizzativo. A settembre uscirà per “il Mulino” un testo che riassume ricerche e prospettive.

Vedi le slides di Dina Guglielmi

Prima sessione

I lavori della prima sessione sono introdotti da Roberta Fanfarillo Dirigente scolastica, Centro Nazionale FLC e membro del CSPI, organo con poteri autonomi di riflessione, analisi e proposta sulle problematiche della scuola che potrà svolgere un ruolo positivo anche sulla tematica della sicurezza degli ambienti scolastici. Fanfarillo interviene proprio sul ruolo del DS in tema di sicurezza, sia per quanto riguarda la sicurezza degli edifici (per cui il Dirigente ha il ruolo di datore di lavoro, pur non possedendone poteri e risorse), sia in tema di infortuni e di malattie professionali. Resta in capo al DS la responsabilità della costituzione di un efficace sistema di gestione della sicurezza, anche se ad otto anni dall’emanazione del T.U. sulla sicurezza questo resta un adempimento mancato, soprattutto per gli interventi inadeguati, quando addirittura non assenti, del MIUR, in primo luogo, e poi degli stesse EE.LL. Persino le limitazioni poste dalla legge finanziaria alla nomina dei supplenti dei collaboratori scolastici, non ha fatto altro che aumentare le difficoltà di gestione della sicurezza nelle scuole. La FLC già nel 2014 poneva attenzione alla difficile situazione dei DS: “Liberare la dirigenza scolastica”, proprio per l’aumentare dei compiti e delle responsabilità del Dirigente a scuola, anche a fronte di una riduzione delle risorse. Il MIUR ha invece disatteso le aspettative proprio dei Dirigenti, soprattutto sul tema del rischio di stress da lavoro correlato, situazione che è via via peggiorata tanto che i dirigenti non riescono più a ricostituire le proprie energie personali e la loro capacità di affrontare quotidianamente un lavoro sempre più complesso. I DS vivono una situazione di solitudine lavorativa, anche a fronte di una distorta rappresentazione del proprio lavoro. La soluzione prospettata da una recente indagine, quella di affiancare il DS con altre figure di supporto da lui stesso scelte, non appare completamente condivisibile. Solo una visione partecipata e diffusa con tutta la comunità scolastica può contribuire a sostenere il DS, liberandolo da compiti impropri e, spesso, inutili.

Seminario-Salute-Sicurezza-scuola-pubblica-Firenze-2016-03-2Vai alla relazione di Roberta Fanfarillo

Chiede di intervenire ed interviene Mara Carocci, deputato del PD, membro della VII commissione della Camera. L’on. Carocci sta lavorando ad una iniziativa legislativa sul tema della sicurezza scolastica, che si avvale di un’indagine che è tutt’ora in corso e dovrà chiudersi entro il mese di giugno- Gli elementi chiave riguardano la responsabilità verso gli studenti, che vede anche un problema educativo e formativo. Per quanto riguarda il D.L.vo 81/08, l’attenzione è sulla responsabilità del DS in tema di valutazione dei rischi, non avendone le competenze, e sulla proprietà degli edifici e quindi sull’intervento, o sul mancato intervento, degli EE.LL.

Interviene Paolo Cortigiani, Dirigente scolastico di Genova, per rappresentare la sua situazione quale dirigente di un Convitto con un Istituto Omnicomprensivo, ad alto rischio di stress. Il primo problema è stato probabilmente quello di mettere insieme istituti scolastici ed educativi, con le problematiche che questo comporta. Vale la pena ricordare che la norma sul dimensionamento richiamava l’idea di un dimensionamento “ottimale”, ma ottimale ha significato scuole sempre più grandi e in molti casi ingestibili . Inoltre in quanto rettori di convitto, le responsabilità in tema di sicurezza sono ancora maggiori rispetto a quelle del dirigente scolastico. La sensazione attuale, dopo oltre due decenni di lavoro, prima come preside e poi come dirigente scolastico, è quella di essere costretti a tralasciare, a sottovalutare l’aspetto didattico-educativo, a favore di una priorità degli adempimenti organizzativi, sì, ma soprattutto burocratici ed amministrativi. Ricorda che il sociologo Federico Serpieri ha parlato di nichilismo pedagogico dei dirigenti scolastici. Il problema è proprio che mentre si fa sempre più spesso appello alla leadership educativa dei dirigenti scolastici, essi sono sempre più schiacciati da nuovi compiti e nuove responsabilità soprattutto di tipo organizzativo e amministrativo.

Vai agli appunti per l’intervento di Paolo Cortigiani

Dopo la pausa pranzo interviene l’onorevole Serena Pellegrino, deputato di SI che illustra la proposta di legge di modifica dell’art.18 del D.L.vo 81/08. L’iter che ha portato a questa proposta di legge ha origine proprio dalle sentenze dell’Aquila che hanno visto coinvolto il dirigente del Convitto. Il problema principale è che ci troviamo di fronte ad un immane patrimonio architettonico e immobiliare di cui non riusciamo a prenderci cura a livello di manutenzione, mentre tutte le responsabilità sono in capo al dirigente scolastico, che non è il proprietario dell’edificio. Anche il Ministro ha convenuto che le responsabilità del dirigente scolastico non possono essere così totali, soprattutto perché, nel momento in cui denuncia una situazione di degrado, rischia di essere accusato di un’ulteriore aggravante, perché a conoscenza e consapevole delle mancanze strutturali. La proposta di legge è stata inviata a tutti i deputati, alcuni dei quali si sono dichiarati disponibili a sottoscriverla. Il seminario è di oggi è l’occasione per raccogliere suggerimenti proprio dai Dirigenti Scolastici che sono direttamente coinvolti. L’onorevole Pellegrino si rivolge anche alla deputata Carocci invitandola a collaborare proprio per rafforzare questa proposta di legge o per presentarne una nuova sullo stesso argomento ma di maggiore portata, a tutela dei DS, del personale e degli studenti.

Vai alla proposta di legge

Seconda sessione

Chiede di intervenire Giacomo D’Agostino, ex Dirigente Scolastico ed attuale Dirigente Tecnico. In qualità di Dirigente Scolastico ha presieduto una rete di scuole e agenzie della provincia di Firenze con l’intento di potenziare la cultura della sicurezza tra tutte le scuole aderenti. Si tratta di un’esperienza significativa, anche se non priva di difficoltà, che ha portato ad una collaborazione anche con il Veneto e con il Piemonte. Si tratta probabilmente di una iniziativa da continuare e rafforzare anche per il futuro.

Gli interventi proseguono con la testimonianza del prof.re Gaetano Passarelli che illustra le problematiche della sicurezza dal punto di vista del docente. Innanzi tutto bisogna intendersi su che cosa si intenda per “lavoro docente”, un mestiere in cui non c’è mai una vera interruzione, poiché si basa moltissimo sulle relazioni e dunque il lavoro non finisce con il suono della campanella. Nel corso degli anni il lavoro docente è profondamente cambiato, anche perché logiche di risparmio (vedi l’eliminazione delle compresenze) hanno portato a snaturare interventi che invece si basavano sulla continuità, sul potenziamento, sul recupero ecc. Invece della logica della priorità della didattica, si passa alla logica impiegatizia. La normativa sulla sicurezza, ha limitato le possibilità della didattica, senza che questo abbia comportato un vero intervento sulle strutture e dunque una vera cultura della sicurezza. Tutto questo a partire dal punto di vista che la scuola è veramente un luogo “diverso”, in cui non tutto può essere ridotto a questione di efficienza (numerica). Ogni allievo è portatore di Bisogni Educativi Speciali e non sempre siamo in grado di dare vera risposta a questi bisogni. Come concludere? Innanzi tutto c’è bisogno di rinnovare il contratto della scuola per dare valore alle esigenze dei lavoratori e della qualità del lavoro. È importante che altre iniziative come questa di Proteo si susseguano, dando voce a tutti coloro che nella scuola operano e insistere perché la politica si renda conto della specificità della scuola.

Vai alla relazione di Gaetano Passarelli

Interviene Gabriella Pitino, una lavoratrice ATA precaria del mondo della scuola che rappresenta le difficoltà del personale ATA nelle scuole, soprattutto alla luce delle limitazioni poste dalla legge finanziaria alla nomina dei supplenti che non tiene conto delle conseguenze, anche a livello di sicurezza, che si verificano nelle scuole. L’esiguità dei posti da collaboratore scolastico, quasi mai sostituiti in caso di assenza, va a ledere i diritti fondamentali allo studio e alla sicurezza degli allievi che sono affidati alla loro vigilanza. Senza dimenticare il ruolo in particolare dei collaboratori scolastici per quanto riguarda gli alunni diversamente abili, che prevede un compito specifico anche all’interno del PEI di ciascun alunno. Le continue riforme che hanno modificato l’organizzazione scolastica, hanno generato uno stato di insicurezza e senso di inadeguatezza che può generare proprio quello stress di cui abbiamo parlato nel corso del seminario.

Vai alla relazione di Gabriella Pitino

Seminario-Salute-Sicurezza-scuola-pubblica-Firenze-2016-04-2Si apre il dibattito.

Interviene Raffaele Ciuffreda che porta l’attenzione sul tema delle della sicurezza “fisica” dei Dirigenti scolastici in relazione ad aggressioni a danno degli stessi. La riflessione parte dall’ultimo episodio di aggressione fisica avvenuto a Milano contro una dirigente scolastica sulla quale una nota associazione sindacale dei dirigenti scolastici, utilizzando strumentalmente la notizia, aveva individuato, nel proprio comunicato stampa, la causa di tale evento nella campagna di contrapposizione al ruolo del dirigente scolastico delineato dalla legge 107/2015. Confermando la solidarietà alla collega milanese, già espressa nei comunicati stampa, da una semplice analisi dei dati presenti in rete, senza pretesa di scientificità, possiamo dire che le cose non stanno proprio così. E’ stato possibile rintracciare 196 casi in totale di cui 101 risultano essere limitati fortunatamente ad “aggressioni verbali”. Per i restanti 95 casi, 16 casi riguardano un periodo precedente al 2000-2001 e al passaggio alla dirigenza scolastica; 4 riguardano aggressioni fisiche legate a motivi familiari; 7 sono collegati a reati e relazioni esterne alla scuola; 12 riguardano dirigenti scolastici che sono anche amministratori locali (sindaci o assessori) e 11 casi collegati ad aziende e professionisti. Dei 45 casi rimanenti riportati dalla cronaca (64% donne e 36% uomini), riguardanti il periodo 2001-2016 - mediamente 3-4 all’anno - che hanno interessato tutte le regioni italiane, la responsabilità dell’aggressione è stata individuata in 5 casi in uno studente, in 4 casi in docenti in particolare stato di stress, in 1 caso un docente per motivi collegati ad un procedimento disciplinare, in 5 casi in collaboratori scolastici in relazione a turnazioni e piano di lavoro (in 2 casi il malcapitato dirigente è finito all’ospedale nel tentativo di sedare una lite tra il personale).Nei restanti 28 casi si è trattato di aggressioni perpetrate da genitori. Di questi circa il 60% è in relazione al profitto dei figli mentre circa il 40% riguarda altre tipologie (mancato inserimento nelle classi o infortuni a scuola). Pare quindi che i casi sono presenti da svariati anni e che si possa escludere il nesso di causalità tra aggressioni e la giusta critica dei lavoratori della scuola alle nefandezze presenti nella L. 107/2015.

Prende ancora la parola Massimo Mari, in merito alla proposta di legge per sottolineare che in essa bisognerebbe, non indicare genericamente la funzione dirigenziale, ma specificare il ruolo del Dirigente Scolastico. Inoltre il MIUR dovrebbe meglio specificare la catena delle responsabilità e stanziare risorse specifiche provvedendo alla determinazione del decreto interministeriale previsto dal D.lvo 81/2008.

In merito a questo ultimo intervento, l’onorevole Serena Pellegrino puntualizza che il testo della proposta è stato pensato per aprire uno spiraglio in una situazione normativa che è molto gravosa per i Dirigenti Scolastici, soprattutto perché la segnalazione del DS equivale ad un’autodenuncia e che si tratta di una proposta aperta al contributo di tutti.

Interviene Gabriella Mortarotto per condividere l’obiezione mossa da Massimo Mari. Inoltre ritiene che questa proposta possa essere una prima mossa, benché non esaustiva delle problematiche dei DS.

Prende la parola Roberta Fanfarillo che ritorna nel merito della proposta sottolineando che, leggendo in maniera sequenziale i 3 commi dell’art.18, appare evidente che essa fa riferimento ai Dirigenti Scolastici e non genericamente a tutti i dirigenti.

Interviene Antonello Natalicchio che sottolinea come non sia tanto importante la differenza tra ruolo dell’amministratore pubblico e quella del Dirigente Scolastico, quanto l’ipocrisia della norma che individua comunque un capro espiatorio. E’ fondamentale trovare una forma di collaborazione anche con gli Enti Locali nella logica della soluzione dei problemi.

Prende la parola Alberto Cipolla (RSPP di Palermo) dichiarando che è importante la precisazione delle responsabilità, poiché in tema di sicurezza è indispensabile individuare sempre chi svolge funzioni di garante della sicurezza.

Nelle conclusioni Gianni Carlini sottolinea l’importanza del seminario che ha fatto ben emergere sia i problemi sia le necessità e le possibilità di intervento. E’ il momento di prendere atto delle condizioni dei lavoratori della scuola, di tutti i lavoratori, che la politica mostra di non saper cogliere. In tutti gli interventi pur mancando le testimonianze delle famiglie e degli studenti, perché l’argomento centrale riguardava la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori della scuola, il riferimento al benessere ed alla sicurezza dei destinatari delle funzioni della scuola sono stati sempre presenti. Sottolinea Carlini, con riferimento all’intervento dell’on. Carocci, che qualche perplessità suscita l’intenzione di intervenire sull’orientamento giurisprudenziale sulle responsabilità del minore e di coloro ai quali è affidato perché potrebbe sottintendere un ruolo diverso del collaboratore scolastico che nella scuola ha appunto il compito di vigilare e di tutelare gli alunni e potrebbe quindi riaprire una prospettiva che è stata ripetutamente presente nelle intenzioni governative di risparmiare sulla spesa pubblica cancellando nella scuola la figura del collaboratore scolastico con l’esternalizzazione dei servizi ausiliari. Si tratterebbe dell’ennesimo tentativo (già messo in atto nel passato) di tagliare gli organici ATA con conseguenze disastrose sulla qualità del servizio scolastico. Sulle responsabilità del dirigente scolastico in tema di sicurezza Carlini sottolinea che sarebbe preferibile non seguire il percorso dell’innovazione normativa attraverso il ricorso alle deleghe (in particolare quella su testo unico della scuola) e seguire invece la via maestra dell’impegno del Parlamento. Il nostro paese ha bisogno di discutere, esattamente come si è fatto oggi, per evitare soluzioni non condivise ai problemi. Il sindacato continuerà dunque a lavorare con tutti coloro che hanno dato e daranno il loro contributo.

Gianni Carlini conclude ricordando che il seminario di oggi rappresenta la continuazione dell’impegno del sindacato sul tema della sicurezza e della salute dei lavoratori della scuola, nessuno escluso e quindi anche dei dirigenti scolastici. La difesa della salute nelle scuole si affronta solo attraverso un’attenzione e un lavoro comune a tutti i lavoratori e non contrapponendo una categoria di lavoratori della scuola ad un’altra. Questa è stata quindi una occasione importante di ascolto reciproco e di affermazione di un approccio solidaristico e generale ai problemi. Con lo stesso intento di attenzione alla generalità dei lavoratori opera lo sciopero del prossimo 20 maggio che è uno sciopero di tutte le componenti della scuola e coinvolge anche i dirigenti scolastici nella difesa della condizioni di lavoro. Ai dirigenti chiediamo di respingere l’idea, dannosa prima di tutto per loro, che i dirigenti debbano praticare la via del rapporto diretto con l’amministrazione e con la politica ai quali chiedere una attenzione particolare assicurando in cambio un asservimento totale. Al contrario in questo momento è importante mandare un segnale forte e partecipato per richiedere un cambiamento radicale delle politiche sulla scuola e il rispetto dei diritti dei suoi lavoratori dando il segno tangibile della distanza dei dirigenti scolastici dalle scelte in atto.