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Stabilizzazioni contrattuali e lotta al lavoro irregolare nei settori privati della conoscenza: gli interventi in finanziaria e il nostro impegno.

Nell’istruzione, nella formazione e nella ricerca a gestione privata il fenomeno del sommerso e del lavoro irregolare è in forte crescita. Le misure presenti in finanziaria rappresentano un primo passo per un ritorno alla legalità e alla regolamentazione del lavoro. L’ora della svolta.

14/02/2007
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Nei settori privati della conoscenza – scuola, formazione, università e ricerca - la frammentazione del mercato del lavoro e le profonde trasformazioni intervenute a seguito dell’introduzione del D.Lgs 368/2001 sul lavoro a termine edella legge 30/2003 hanno reso ancora più precario il rapporto di lavoro del personale che a vario titolo vi opera facendo assumere al fenomeno connotati per certi versi strutturali e decisamente peculiari rispetto ad altri settori produttivi.

Nonostante la diffusa presenza in alcuni segmenti dei CCNL e nonostante i vincoli imposti dalla legislazione di riferimento, il ricorso al lavoro instabile e irregolare ha sostituito di fatto il lavoro standard a tempo indeterminato con pericolose ricadute sia sul versante delle tutele del personale sia sul versante della qualità del servizio erogato innescando in alcune realtà pericolosi fenomeni di dumping contrattuale e condannando i sistemi ad un inesorabile declino.

Nel recepire gran parte delle proposte della piattaforma di CGIL-CISL-UIL sul lavoro sommerso e irregolare nella legge Finanziaria 2007 il Governo ha previsto una serie articolata di misure che preludono ad un vero e proprio organico intervento normativo in materia di lavoro e di previdenza teso a ristabilire quelle condizioni di legalità in cui qualità del lavoro, qualità e sicurezza dell’occupazione, flessibilità condivisa e competitività delle imprese trovino un efficace punto di equilibrio.

Le disposizioni presenti nella legge sono riconducibili a quattro aree di intervento interconnesse tra loro che vanno coniugate con gli altri interventi, anche di carattere amministrativo, messi in campo dal Governo nel periodo precedente la finanziaria quali le linee guida sul tempo determinato, il rafforzamento dell’attività ispettiva, la circolare sui call center, le misure contro il lavoro nero, il disegno di legge sull’immigrazione, la costituzione di un testo unico sulla sicurezza ecc.

·Misure contro la precarietà e di stabilizzazione del lavoro sia nei settori pubblici che privati tesi a favorire una nuova occupazione a tempo indeterminato e a promuovere l’emersione del lavoro irregolare.

·Interventi contro il lavoro nero e di miglioramento della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro.

·Ammortizzatori sociali.

·Interventi in materia previdenziale e miglioramento delle tutele per i lavoratori con rapporti di lavoro non standard.

In considerazione della complessità degli interventi ci limitiamo in questa sede a soffermarci su quelli più urgenti per via delle imminenti scadenze, quali appunto quelli sulle stabilizzazioni e sull’emersione, che richiedono, per realizzare una loro positiva efficacia, una rinnovata azione da parte delle organizzazioni sindacali confederali e di categoria, rinviando per una più completa e armonica lettura alle note riassuntive pubblicate dal Ministero del lavoro.

Come è noto la legge ha recepito gran parte delle proposte presentate in piattaforma unitaria da CGIL-CISL-UIL sul lavoro sommerso e irregolare e ha introdotto specifiche misure in materia di emersione e stabilizzazione del lavoro parasubordinato improprio mantenendo distinti i due fenomeni.

Per la regolarizzazione del lavoro nero i percorsi di emersione spontanea vanno concordati tra datore di lavoro e organizzazioni sindacali, di luogo di lavoro e territoriali, con appositi accordi che debbono comunque garantire ai lavoratori interessati una regolare occupazione. Per rientrare nei “benefici” previsti dalla legge debbono essere stipulati entro il 30 settembre 2007.

Anche per latrasformazione dei rapporti da collaborazioni continuate e continuative o a progetto e la loro trasformazione in lavoro subordinato ovvero per la lorola stabilizzazione sono necessari specifici accordisindacali aziendali o territoriali tra datore di lavoro ( committente) e organizzazioni sindacalida stipulare entro il 30 aprile 2007.

A tal proposito nel caso di assunzione del lavoratore, già utilizzato come co.co.pro., con contratto di lavoro subordinato, il datore di lavorodovrà versare una somma a titolo di contributo straordinario integrativo alla gestione speciale presso l’INPS, cui corrisponderà, a carico della finanza pubblica, un contributo nella misura massima utile a raggiungere l’aliquota contributiva prevista per il lavoro subordinato. Di converso il datore di lavoro potrà, invece, beneficiare delle “convenienze offerte dall’ordinamento in sinergia con le altre misure varate in materia di occupazione stabile (cuneo fiscale per il lavoro a tempo indeterminato)”.

Stabilizzazioni contrattuali, contrasto al lavoro irregolare e allo sfruttamento nei settori privati della conoscenza rappresentano, per una organizzazione sindacale come la FLC Cgil, obiettivi strategici prioritari nella lotta contro la diffusa precarietà nei comparti che organizziamo e nella ricomposizione dell’intera filiera del sapere dentro una “governance” pubblica dei sistemi di istruzione, formazione e ricerca fondata su regole certeche vincolino tutti i soggetti coinvolti a vario titolo. Pertanto le disposizioni contenute nella finanziaria sono una potenzialità di assoluto interesse che va colta appieno per contrastare e limitare gran parte il lavoro irregolare che nei comparti che organizziamo si manifestacon il ricorso illegittimo al lavoro in collaborazione.

In particolare le prossime settimane saranno decisive per i processi di stabilizzazione che saremo, come organizzazione, in grado di attivare nella scuola non statale, nella formazione professionale, nelle università private e libere, nell’Afam e nella ricerca privata. Da quì l’ impegno politico della FLC Cgil di lanciare una diffusa campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e a livello territoriale che coinvolgano anche le strutture confederali con l’obiettivo di raggiungere accordi certi e condivisi in grado di cambiare faccia ad interi settori trasformandoli da concentrati di precarietà a normali attività lavorative.

Roma, 14 febbraio 2007