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A.D.U.: Adesione all'appello per un provvedimento legislativo urgente sulla terza fascia e per la salvaguardia degli Statuti

Pubblichiamo con soddisfazione la lettera con la quale anche l'ADU annuncia la propria adesione all'appello dei docenti per un intervento legislativo urgente in materia di terza fascia e di Statuti.

14/11/2000
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Pubblichiamo con soddisfazione la lettera con la quale anche l'ADU annuncia la propria adesione all'appello dei docenti per un intervento legislativo urgente in materia di terza fascia e di Statuti.

Confidiamo in un significativo apporto di firme.

Rispetto ad alcune affermazioni del collega Leo Peppe, teniamo a precisare che nessuna delle Organizzazioni ed Associazioni della docenza ha accolto con acritico giubilo la presentazione da parte del Ministro Zecchino di un intervento legislativo sullo stato giuridico della docenza.

Sin dall'inizio, le nostre valutazioni sul merito del provvedimento sono state severamente critiche. Ne fanno fede i numerosi documenti unitari ancora presenti su questo sito.

Sin dall'inizio, abbiamo sostenuto che fosse indispensabile completare immediatamente l'iter della legge sulla terza fascia, senza farla fagocitare dal provvedimento di riordino complessivo, e garantire la difesa dell'autonomia statutaria degli Atenei. Ne fanno fede gli innumerevoli contatti che abbiamo pomosso con le forze politiche, sia di maggioranza, sia di opposizione, e la manifestazione nazionale di protesta indetta davanti al Parlamento. Anche di questo v'è traccia in questo sito.

Incluso l'elenco delle Organizzazioni e delle Associazioni che la hanno indetta.

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A Marco Broccati
Segretario Generale
SNUR CGIL

Caro Broccati,

L'Associazione Docenti Universitari - ADU ha deliberato di sottoscrivere, insieme con le altre organizzazioni firmatarie, la "lettera aperta al Governo ed ai Parlamentari" in ordine allo stato giuridico dei docenti universitari pubblicata nel vostro sito.

La nostra Associazione ha sempre insistito sulla urgenza di una nuova disciplina complessiva dello stato giuridico della docenza universitaria, indispensabile ora anche ai fini della concreta attuazione dell'autonomia didattica.

Per la materia e per la complessità e la rilevanza delle questioni connesse ci siamo sempre opposti allo strumento del collegamento alla Finanziaria, opposizione che ribadiamo.

E per gli stessi motivi realisticamente avevamo da sempre individuato come prioitarie la definizione dello stato giuridico dei ricercatori e la determinazione di un quadro certo dell'autonomia statutaria degli Atenei.

Ricordiamo, a questo proposito, come nel corso dell'audizione (13 gennaio 1999) delle associazioni ed organizzazioni della docenza universitaria da parte del Sottosegrtario On. Guerzoni in merito alla legge sulla terza fascia dei professori, l'ADU avesse sottolineato la necessità di una rapida approvazione del testo elaborato dal Comitato ristretto, integrato in modo tale da superare il contenzioso amministrativo sugli Statuti. Con ciò rifiutavamo esplicitamente l'ipotesi dell'ampliamento dell'ambito del provvedimento, auspicato invece da tutte le altre Organizzazioni presenti: era per noi assai probabile e prevedibile che il tentativo da esse operato di far diventare quel provvedimento lo strumento di realizzazione (almeno parziale, ma su punti qualificanti) del nuovo stato giuridico (e in particolare del docente unico) avrebbe comportato il blocco del provvedimento stesso. Ed è purtroppo quanto si è verificato.

Aderiamo quindi volentieri alla "lettera aperta", sperando di contribuire con ciò ad esiti legislativi equilibrati, almeno sui temi più urgenti;, ma siamo consapevoli ed in ciò invitiamo tutti a vigilare, del fatto che l'urgenza può essere pessima consigliera e che sarebbero disastrosi provvedimenti che privilegiassero, allo stato, luna o l'altra corporazione.

Cogliamo l'occasione per evidenziare un problema di tutt'altro genere, ma che risulta sempre più evidente nella realizzazione dell'autonomia didattica, almeno in molti degli ordinamenti didattici in discussione nelle sedi: la difficoltà di individuare le modalità di passaggio dai vecchi ordinamenti ai nuovi e in particolare del riconoscimento dei crediti già maturati o addirittura dei titoli già conseguiti. Ci chiediamo quindi se non siano necessarie delle norme transitorie ad hoc che evitino eccessive difformità sul piano nazionale; per la quantità dei soggetti interessati e la qualità del problema potrebbe trattarsi di un ostacolo assai rilevante nell'avvio della riforma.

Cordiali saluti

Leo Peppe
(Segretario Nazionale ADU)