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Comunicato stampa del Ministero sulla riforma degli ordinamenti didattici.

Università: avviata la revisione del sistema "3 + 2" Il Ministro Moratti: "Più flessibilità, più qualità e più opportunità di sbocchi professionali"

18/04/2003
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Comunicato stampa MIUR

Roma, 18 aprile 2003

Università: avviata la revisione del sistema "3 + 2"
Il Ministro Moratti: "Più flessibilità, più qualità e più opportunità di sbocchi professionali"

Con i DU accesso alla laurea di secondo livello
Il titolo di dottore anche ai laureati triennali

Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, ha avviato formalmente le procedure per la revisione del Regolamento n. 509 del 1999. Tale regolamento aveva definito la nuova architettura degli ordinamenti didattici universitari, anche a seguito degli impegni europei assunti con la sottoscrizione della Dichiarazione di Bologna.

Il testo delle modifiche al Regolamento è stato trasmesso, per l'acquisizione dei pareri, al Cun (Consiglio universitario nazionale), alla Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), al Cnsu (Consiglio nazionale degli studenti universitari), e al Cnvsu (Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario). L'iter prevede successivamente il parere del Consiglio di Stato e delle Commissioni VII di Camera e Senato. Dopo la registrazione della Corte dei Conti il Regolamento sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Il sistema cosiddetto del "3 + 2" viene sostanzialmente confermato. Vengono però introdotti alcuni correttivi per garantire una maggiore flessibilità e porre rimedio ad alcune disfunzioni rilevate fin dalla fase di prima attuazione della riforma.

"Il nostro progetto di revisione del Regolamento", ha spiegato il Ministro Moratti, "corrisponde alle esigenze di una formazione universitaria di maggior qualità, che crei nel contempo più opportunità di sbocchi professionali".

Il Ministro Moratti ha inoltre assicurato che le modifiche potranno essere recepite dagli atenei negli ordinamenti didattici con tutta la gradualità necessaria, per evitare disagi sia agli atenei stessi sia agli studenti.

Queste le principali innovazioni previste dalla bozza di revisione del Regolamento 509/1999:

Gli studenti verranno immatricolati alle classi di laurea e, dopo una formazione di base comune di almeno 60 crediti formativi universitari (Cfu), saranno orientati dalle Università alla scelta tra un percorso professionalizzante (ulteriori 120 crediti) o, in alternativa, un percorso di studio metodologico e di base (stesso numero di crediti).

La laurea di secondo livello, precedentemente denominata specialistica, viene ridenominata "laurea magistralis". Ad essa corrispondono 120 crediti. Ai percorsi di "laurea magistralis" si può accedere con il possesso della laurea sulla base di criteri definiti dagli atenei.

Vengono mantenuti i dottorati di ricerca e i master di primo e secondo livello; le università possono inoltre istituire corsi di perfezionamento scientifico e corsi di alta formazione permanente e ricorrente.

I titoli di studio (laurea e laurea magistralis) dovranno essere corredati, al momento del rilascio, del "supplemento al diploma". Il "supplemento di diploma" certificherà la carriera dello studente in coerenza con quanto avviene negli altri Paesi d'Europa, consentendo una maggiore trasparenza dei curricula, anche ai fini di un più efficace inserimento nel mondo delle professioni, e una maggiore mobilità in tutti gli atenei d'Europa.

Anche coloro che sono in possesso del diplomi universitari di durata triennale (Du) conseguiti a seguito della legge 341/1990 potranno accedere direttamente ai corsi di "laurea magistralis" senza dover preventivamente acquisire la laurea.

A livello nazionale verranno vincolate le attività didattiche di base e caratterizzanti da un minimo di 50 a un massimo di 65 per cento dei crediti formativi, lasciando agli atenei piena autonomia nella definizione della residua percentuale dei crediti formativi. Gli atenei dovranno indicare i crediti riservati agli studenti, le attività di tirocinio e stages, l'apprendimento delle lingue e dell'informatica e le attività per l'inserimento nel mondo del lavoro.

Viene ribadita e ulteriormente accentuata la necsssità che gli atenei definiscano la progettazione dei corsi in stretta aderenza alle esigenze del mercato del lavoro e delle professioni ed in funzione, pertanto, degli sbocchi professionali.

Viene infine confermato che ai laureati di primo livello spetta il titolo di "dottore" e ai possessori del dottorato di ricerca il titolo di "dottore di ricerca". Ai possessori della "laurea magistralis" spetterà il titolo di "dottore magistrale".