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Comunicato unitario sull'incontro al Ministero sulla riforma dello stato giuridico della docenza

Il giorno 9 luglio 2003 sono state convocate dal MIUR le organizzazioni e associazioni rappresentative della docenza universitaria ADU, ANDU, APU, CISL Università, CNU, SNALS Università, Snur-CGIL, UIL-Paur, per l’esame del provvedimento riguardante il personale docente universitario

09/07/2003
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ADU, ANDU, APU, CISL Università, CNU, SNALS Università, Snur-CGIL, UILPA-UR

COMUNICATO

Il giorno 9 luglio 2003 sono state convocate dal MIUR le organizzazioni e associazioni rappresentative della docenza universitaria ADU, ANDU, APU, CISL Università, CNU, SNALS Università, Snur-CGIL, UIL-Paur, per l’esame del provvedimento riguardante il personale docente universitario. All’incontro per il MIUR hanno partecipato il Capo di Gabinetto avv. Di Pace, i Direttori Generali dott. D’Addona e Brizzi, i dott. Di Ferrante, Vice Capo di Gabinetto, e Criscuoli, Ufficio Legislativo.

Il MIUR ha distribuito la bozza dell’articolato ‘Schema di disegno di legge delega concernente: "Riordino dello stato giuridico dei professori universitari e istituzione del Consiglio Superiore dell’Istruzione e della Scienza"’, un articolato presentato come ancora non definitivo.

Tutte le organizzazioni hanno rilevato che la bozza non accoglie nessuna delle osservazioni da esse formulate nelle riunioni precedenti e che, nonostante le assicurazioni contrarie in tal senso del Ministro Moratti e di autorevoli rappresentanti della maggioranza (Asciutti e Valditara), si ripropone il provvedimento nella forma della legge delega, alla quale tutte le organizzazioni sono contrarie.

All’inizio della riunione il Capo di Gabinetto ha sottolineato l’attuale impossibilità di destinare maggiori risorse all’Università nell’ambito della prossima legge finanziaria e come l’aumento di retribuzione per la docenza del 2003 non possa oggi essere pagato dal Ministero dell’Economia. A tale scopo si prevede l’inserimento in legge finanziaria di una norma che trasferisce al Tesoro l’intero monte retributivo delle Università (di docenti e personale tecnico-amministrativo), prevedendo presso il MIUR una sede (ora indeterminata) di validazione delle programmazioni delle Università.

A fronte delle richieste di chiarimenti da parte delle organizzazioni, le risposte su questa norma sono state generiche e tali, nella loro vaghezza, da suscitare la massima preoccupazione per un’ipotesi di programmazione che potrebbe tradursi in un nuovo centralismo, opaco e senza risorse per la cultura del Paese.

La nostra idea, invece, su cui concorda un ampio arco di forze universitarie, sociali e produttive, è quella di una vera programmazione nell’Università e nella ricerca, ricca di nuove e trasparenti regole e sostenuta da adeguati investimenti.

Le organizzazioni manifestano tutta la loro preoccupazione, invitando i docenti universitari e anche il personale tecnico-amministrativo alla massima attenzione ed alla tempestiva mobilitazione.