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Giornata nazionale di mobilitazione per il 30 giugno - Comunicato delle OO.SS. della docenza

Il 22 giugno la VII Commissione del Senato ha iniziato l’iter dell’esame del disegno di legge sullo stato giuridico dei docenti universitari (AS 3497, ex Camera AC 4735); il Presidente della Commissione, Sen. Asciutti, ha invitato per un’audizione le Organizzazioni sindacali e le Associazioni rappresentative della docenza il 28 pv. Intorno al 25 luglio dovrebbe iniziare la discussione in Aula

23/06/2005
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ADU, ANDU, APU, CISAL-Università, CISL-Università, CNRU, CNU, FIRU, FLC-CGIL, SNALS-Università, SUN, UILPA-UR

Il 22 giugno la VII Commissione del Senato ha iniziato l’iter dell’esame del disegno di legge sullo stato giuridico dei docenti universitari (AS 3497, ex Camera AC 4735); il Presidente della Commissione, Sen. Asciutti, ha invitato per un’audizione le Organizzazioni sindacali e le Associazioni rappresentative della docenza il 28 pv. Intorno al 25 luglio dovrebbe iniziare la discussione in Aula.

Dopo un riesame complessivo ed anche in dettaglio dell’attuale stesura del provvedimento, le Organizzazioni non colgono alcuna novità di rilievo ma solo modifiche marginali e giochi lessicali (ad es., l’invenzione della panacea universale del mero titolo di professore aggregato, dato praticamente a tutti), rispetto all’iniziale progetto governativo: le critiche formulate al testo nel corso di questi quasi due anni conservano tutta la loro validità e il Presidente Asciutti ha già (nel settembre 2004) ricevuto dalle Organizzazioni 15.000 firme raccolte contro il disegno di legge.

Le critiche sono altresì state esposte a tutte le forze politiche e sociali, perché questo disegno di legge è il momento finale del processo di destrutturazione della didattica e della ricerca nelle Università pubbliche, mediante meccanismi procedurali e regole che si possono così riassumere:

  • all’interno di un processo di precarizzazione generalizzata della docenza universitaria, viene mantenuta l’attuale giungla di figure non strutturate (oggi oltre 50.000 precari) e vengono introdotte nuove forme contrattuali, senza alcun limite di tempo e con pochissime possibilità di diventare professore di ruolo (contratti di diritto privato e addirittura gli "incarichi" di antica memoria)

  • peggioramento della condizione degli attuali ricercatori, qualora non vogliano diventare professori aggregati (con maggior carico didattico, ma gratuito)

  • ora blocco dei concorsi, poi comunque diminuzione in numero assoluto di coloro che fanno professionalmente e in via esclusiva alta didattica e vera ricerca

  • gestione centralizzata delle risorse e procedure di valutazione, distorte in quanto non finalizzate alla verifica, ai fini della retribuzione e della carriera, della qualità del lavoro svolto, ma solo al controllo gerarchico

  • perpetuazione della sovrapposizione tra reclutamento e avanzamento nella carriera docente, principale ostacolo all’introduzione di una valutazione seria.

  • un’attenzione ai compiti didattici solo quantitativa e quindi dequalificata.

La precarizzazione, l’incertezza del futuro individuale e la falsa competitività generano una didattica e una ricerca sempre più dequalificate e la sempre minore attrattività del lavoro universitario.

Le Organizzazioni sindacali e le Associazioni rappresentative della docenza ribadiscono con forza la richiesta di ritiro del provvedimento e la sua sostituzione con un disegno del tutto diverso, che faciliti l’accesso di tanti giovani ai ruoli dell’Università, con nuove e più trasparenti regole e consistenti risorse aggiuntive, che consentano non solo di sostituire i tanti che nei prossimi anni andranno in pensione ma anche di far rimanere in Italia i migliori nostri talenti ed aumentare il numero complessivo di coloro che insegnano e ricercano nelle Università italiane.

Il presente comunicato sarà trasmesso e il suo contenuto sarà ribadito il 28 alla VII Commissione del Senato.

Invitiamo le forze politiche e parlamentari, le forze sociali e l’opinione pubblica a farsi carico di questa vera e propria emergenza in cui il sistema universitario nazionale precipiterà in caso di approvazione di questo infausto disegno di legge, ormai osteggiato dalla totalità del mondo universitario per i danni incalcolabili che esso provocherà al Paese, privandolo di una Università di qualità per tutti.

Deve essere assolutamente fermato il tentativo di imporre l’approvazione del ddl in piena estate, nonostante l’opposizione testimoniata dalle posizioni assunte dal CUN e dalla CRUI, oltre che dalle decine di migliaia di firme raccolte su molteplici appelli, da centinaia di pronunciamenti di organi centrali e periferici, e soprattutto dalle straordinarie mobilitazioni che hanno coinvolto professori e ricercatori, studenti e personale non strutturato, personale tecnico-amministrativo e dottorandi.

Le Organizzazioni sindacali e le Associazioni rappresentative della docenza indicono una giornata di mobilitazione, con assemblee di Ateneo per il giorno 30 giugno, in preparazione di pesanti iniziative di mobilitazione che saranno concordate nel corso della prossima settimana e che verranno tempestivamente comunicate.

Roma, 23 giugno 2005