Iniziativa CGIL e FLC "Il miglior investimento possibile è quello nella Conoscenza"

  • 13:10

    Gugliemo Epifani, segretario generale della CGIL, conclude la manifestazione per sottolineare la centralità della conoscenza.

    Siamo tutti d’accordo sull’analisi della situazione attuale, dobbiamo ragionare su come operare. La riprogettazione del paese deve partire dalla conoscenza: la sua assenza ci penalizza in tutti gli aspetti.
    Abbiamo di fronte l’esempio tedesco: è oggi la prima economia perché alla base ha la ricerca di eccellenza, strettamente collegata con i settori più strategici. Noi non abbiamo questa solidità, come non abbiamo quella finanziaria del modello inglese.

    Da anni si dice che l’Italia non cresce perché è bassa la produttività e non si ha il coraggio di affermare che la causa non sono i sindacati ma la carenza di innovazione. Sicuramente la produttività va calcolata bene, in valore e non in quantità. E sicuramente conta in negativo il peso del precariato e la scelta delle imprese a preferire i profitti agli investimenti.

    Si diversifica per non rischiare: crescono i profitti ma il Paese non va avanti – "i frati sono poveri, i conventi ricchi". Ci saranno dei problemi perché:

    1. le risorse sono scarse e il governo non vuole aumentarle.

    2. il governo non è interessato al pubblico.

    3. il governo cercherà di dividere, ha già cominciato.

    Politiche di inclusione e integrazione hanno bisogno di una scuola pubblica di qualità.

    Anche il tema dei fannulloni è pericoloso: si crea consenso contro il pubblico e si dividono i lavoratori. E siamo indotti a giocare di rimessa. Dobbiamo trovare risposte non solo difensive. Dobbiamo trovare parole d’ordine che abbiamo il segno di ribaltare la convinzione che il pubblico è negativo.

    Scuola grande, Università europea, Ricerca che favorisca i talenti: dobbiamo essere in grado di connotare le nostre scelte vincendo la sfida anche dei linguaggi.
    Purtroppo anche chi conviene sul valore della formazione poi scivola solo sulla produttività, sganciata dalla qualità. Non vogliamo arretrare sui nostri valori, vogliamo trovare un nuovo linguaggio per farli capire.

    Sull’incontro con il Ministro Brunetta va detto che il problema vero è il rapporto tra leggi e contratto. Si può discutere ma concretamente, ricordando che il 95% delle proposte stanno già nei contratti. Ma in parallelo occorre operare sui contratti, le risorse, i precari, …
    Arriverà un punto che ci obbligherà a dire che così non va. Moderazione sì, ma non ad oltranza.

    Si sta avvicinando il DPEF triennale: la sostanza delle politiche è fondamentale, ancora più che in passato visto il carattere triennale della programmazione.

    Infine, l’esperienza di raccordo tra tutti i settori è molto importante e cominciano ad esserci importanti risultati. E’ uno spirito pienamente confederale. Finalmente non si divide quello che è unito, al di là di regole fredde. E’ una scelta adatta alla realtà di questo paese che ha bisogno di essere interpretato in modo nuovo, tutti nello stesso progetto unico, al di là della rigida appartenenza a specifiche funzioni.

    Questo è il modo di essere del sindacato oggi e soprattutto domani.

  • 13:00

    Joelle Casa, segreteria nazionale FLC Cgil, è partita dalla richiesta della UE che a Lisbona ha chiesto di investire sull'educazione a tutti i paesi europei. Ma a due anni dalle scadenze date, gli obiettivi sono molto lontani in alcuni paesi tra cui l'Italia, a causa del mancato investimento nel capitale umano. Da questa denuncia, ha continuato, occorrerebbe trarre le conseguenze per modificare i comportamenti politici, in relazione ai diversi settori della conoscenza, in particolare per quello che riguarda la ricerca pubblica che costituisce il contributo diretto della conoscenza all'industria. Ha richiamato l'appello in tal senso della CSEE-ETUCE ma ha anche sottolineato come in Italia si persista invece in un clima di emergenza formativa che presenta un numero più basso della media europea di diplomati, laureati e ricercatori.

    Dal nuovo governo, ha continuato Casa, non sono venuti segnali nuovi: questo, se ancora non ha fatto niente di significativo, ha fatto però sapere come la pensa, ma soprattutto sembra che pensi di attuarlo senza nessun confronto. Al contrario oggi serve una forte integrazione degli intenti e in particolare serve uno sforzo comune da portare avanti insieme agli altri paesi europei per affrontare la sfida della conoscenza.

  • 12:50

    Patrizia Venturini, CGIL Umbria, è partita dalla “fatica del fare” sul territorio, citata da Fammoni, per descrivere l'esperienza dell'Umbria. Lì c'è una situazione politica locale sicuramente più favorevole, a cui contribuisce anche un patto per lo sviluppo, che costituisce una base di riferimento nelle relazioni tra sindacato e controparti pubbliche e sociali. Non sempre, tuttavia, a ciò corrisponde una adeguata politica in tutti i settori. Infatti, mentre per mercato del lavoro e formazione professionale le cose non vanno male, lo stesso non può dirsi per l'istruzione, le cui politiche sono appesantite da una concezione industrialista dominante in Regione. Ciò nonostante la CGIL dell'Umbria considera un buon risultato l'aver concertato nel 2003 percorsi triennali integrati che prevedevano la titolarità scolastica e la loro applicabilità anche ai licei e non solo ai percorsi tecnici e professionali.

    Allo stesso modo ritiene un successo l'avere aggirato alcuni ostacoli che si ponevano sul tema dell'apprendistato, da un lato impedendo che la capacità educativa dell'impresa si risolvesse in una autocertificazione e dall'altro avviando la sperimentazione di un apprendistato alto rivolto ai laureati.

    Infine, la Venturini ha denunciato il tentativo di ridurre a un ruolo ancillare i compiti del sindacato nella gestione dei fondi europei.

  • 12:40

    Lorenzo Micheli, docente di musica di Siena, esordisce con una citazione. "Per niente facile" recitava una canzone di Ivano Fossati di un po' di tempo fa. Per niente facile di fronte alla complessità dell'oggi. Per niente facile essere oggi insegnanti, collaboratori, assistenti amministrativi o altro in una scuola dove il lavoro è cambiato profondamente per tutti e che, confrontandosi quotidianamente col mondo, scopre il suo essere piccola e sola……

    Micheli si è soffermato sull'esigenza di un sostegno e di una vera politica sulla scuola e per la scuola. Superamento del precariato, protagonismo delle scuole, educazione permanente sono alcuni tra i temi più importanti.

    Ha anche ricordato l'importante iniziativa della festa del tesseramento a Montichiello in provincia di Siena.

    Dante, ha concluso Micheli, qualche secolo fa fece dire ad Ulisse che incitava i suoi compagni “...fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza”. L'umanità di fatto non ha alternative: o conoscenza e diritto o sopraffazione e violenza. Solo sviluppando e potenziando la conoscenza, quindi investendo su scuola e formazione che ne costituiscono i pilastri è possibile pensare e realizzare una realtà fatta di pace, tolleranza e reale progresso e ad una convivenza civile rispettosa e attenta alle diversità.

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  • 12:30

    Maria Teresa Loiacono, FLC Cgil Puglia, individua le priorità programmatiche relative alla Formazione Professionale, da inserire nel documento nazionale della Conoscenza, oggetto del confronto con il nuovo Governo.

    La necessità di costruire un sistema formativo nazionale della Formazione Professionale con un ruolo importante da assegnare al Coordinamento delle regioni per la costruzione di regole comuni che permettano il governo e la riconoscibilità del sistema a partire da:

    • definizione del repertorio delle qualifiche e sistema delle certificazioni delle competenze (valore e spendibilità delle competenze comunque acquisite);

    • nuovi criteri per l'accreditamento dei soggetti gestori nella direzione di maggiore trasparenza e controllo a garanzia della qualità del servizio con ruolo del CCNL della FP e valorizzazione delle professionalità degli addetti;

    • standard elevati di competenza da assicurare in ingresso ed in itinere agli addetti alla formazione;

    • collegamento con le politiche del lavoro, in particolare con la riforma dei nuovi servizi per l'impiego.

  • 12:20

    Alessandro Arienzo, ricercatore precario Università di Napoli, ha descritto la condizione di crisi che attraversa l'Università italiana; una crisi che non è riconducibile unicamente alla mancanza di finanziamenti adeguati. I finanziamenti sempre più scarsi rendono impossibile ogni seria auto-riforma del sistema universitario e la garanzia del mantenimento di una adeguata qualità nell'impegno didattico e della ricerca.

    Se il susseguirsi caotico di riforme dell'ordinamento didattico ha pregiudicato la qualità formativa degli Atenei, l'uso improprio e distorto del finanziamento a progetto, e la mancanza di risorse e strutture adeguate, ha reso sempre più difficile svolgere una seria attività di ricerca. Oltre a ciò, l'assenza di una valutazione efficace delle strutture e dei processi, oltre che dei risultati, e la mancanza di una programmazione degli interventi a segnano i limiti maggiori dell'intervento dei governi su questo settore. Del resto l'autonomia incerta e ambigua degli Atenei non si è accompagnata ad una adeguata responsabilizzazione delle strutture trasformandosi, troppo spesso, in esercizio di discrezionalità e in mancanza di trasparenza. E le politiche per il personale, dal reclutamento alla formazione, sono oggi improntate quasi unicamente alla riduzione dei deficit e al contenimento della spesa.

    L'impegno della FLC deve essere innanzitutto finalizzato a garantire l'adeguato finanziamento dell'Università italiana, il pieno diritto allo studio per gli studenti, il superamento della condizione di drammatico precariato grazie al quale gli Atenei funzionano, la valorizzazione delle competenze e delle professionalità diverse che in essi vivono. Anche attraverso politiche di valutazione e di valorizzazione del merito e sulla base di una più compiuta riflessione sul ruolo e sulla missione dell'Università.

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  • 12:10

    Aurora Ferrero, segreteria CGIL Marche. La Cgil, il dipartimento formazione e ricerca, la FLC stanno lavorando nella regione per la costruzione di un polo tecnico-professionale della nautica che metta insieme diversi livelli della formazione. Questo è un settore in sviluppo, di cantieristica da diporto che produce grandi barche di lusso. In pochi anni si è passati da 240 a 500 aziende, grosse (Fincantieri) ma anche piccole, con 10 mila addetti. Se in Italia si produce il 50% della nautica da diporto, una grossa fetta è nelle Marche. È un settore interessante perché mette insieme produzioni diverse: dalla meccanica al tessile, all’arredamento, all’impiantistica e consente una produzione avanzata e innovativa. Purtroppo sono poche le iniziative politiche a sostegno del distretto del mare e invece ci sarebbe bisogno di progettualità e sostegno all’imprenditoria, anche per evitare che le enormi plus valenze di questo settore vengano spostate quasi integralmente nel campo finanziario invece che nella produzione.

    La Cgil sta lavorando sia sullo sviluppo della formazione degli addetti, collegandosi anche all’IFTS e all’università, ma anche sulla governance del sistema che deve fare capo alla regione.Si sta lavorando anche sul piano contrattuale, perché nel settore c’è anche molto sfruttamento che si annida nel sistema degli appalti e subappalti con una miriade di tipologie contrattuali.

  • 12:00

    Federica Musetta, coordinatore n azionale dell'UDU e portavoce nazionale Reds, afferma che per elaborare le proposte per il futuro della formazione dobbiamo sicuramente partire da un'analisi di quelle che potrebbero essere le proposte che questo nuovo governo e questo nuovo ministro metteranno in campo.

    I dati che abbiamo a disposizione ci fanno pensare a un sistema in cui verrà messo in discussione il valore dell'istruzione pubblica, in cui si darà un'interpretazione completamente distorta del concetto di merito, letto nell'ottica di competizione, fra scuola e scuola, fra atenei ed atenei e anche fra studente e studente e non tenendo minimamente conto della necessità di garantire pari opportunità per tutti.

    Un compito fondamentale che ci attende dovrà essere quello di tutelare l'impianto libero, laico, democratico e partecipativo, tutelato da un reale sistema di diritto allo studio, accessibile a tutti, nella scuola come nell'università. Nel fare questo non ci stancheremo di ripetere le nostre rivendicazioni storiche. Allo stesso tempo l'elemento più prezioso sarà l'unità e la collaborazione fra tutte le componenti del mondo accademico e scolastico.

  • 11:50

    Luciano Grimaldi, segreteria FLC Cgil Lombardia. Per riprogettare il paese serve un programma per la conoscenza, sul quale i governi non sembrano molto interessati. E invece è proprio sulla conoscenza che si può fondare uno sviluppo sostenibile, la qualità e l'innovazione dei sistemi.

    Inoltre, è proprio con l’istruzione che si diffonde la civiltà, l'inclusione, la cittadinanza. La conoscenza è un elemento trasversale a tutto il lavoro della Cgil, non appartiene solo a una categoria e implica il lavoro su alcuni filoni: la laicità, l'inclusione, il titolo V e le politiche territoriali, l'autonomia delle istituzioni formative e di ricerca. Quest'ultima è impensabile senza partecipazione e codecisione.

  • 11:40

    Lucio Saltini, segreteria nazionale SPI CGIL. La conoscenza è un tema strategico a cui il sindacato dei pensionati è interessato perché le differenze sociali non sono determinate soltanto dal reddito, ma anche dalla cultura. C’è il rischio che una parte consistente della popolazione sia esclusa dalle opportunità che offre lo sviluppo e ne subisce solo gli effetti negativi. Si tratta soprattutto degli anziani che vengono a trovarsi senza delle “competenze vitali”, quelle che servono per vivere e sopravvivere nella società e usufruire dei servizi sociali. In genere quando si parla di apprendimento lungo l’arco della vita, l’età massima che si considera sono 65 anni, ma l’attesa di vita è molto più alta. E chi esce dal lavoro si ritrova in uno stato di analfabetismo di ritorno che è la strada per l’esclusione. Bisogna negoziare sul territorio forme di apprendimento permanente anche per gli anziani.