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Minori, reati e dispersione

Don Domenico Ricca è il Cappellano del carcere "Ferrante Aporti" di Torino e racconta la sua esperienza.

Ne evidenzia la povertà strutturale a cui si è aggiunta sempre più una povertà immateriale che anche in questo caso parla di mancanza di investimenti. Le carceri sono sovraffollate e 1/3 dei carcerati è immigrato

Il disagio più grande lo vivono i carcerati adulti per i quali vanno costruiti circoli virtuosi, che diano risposte al loro senso di fallimento, dal quale non sanno uscire.

La figura dell'educatore è fondamentale per creare quei circoli virtuosi che diano speranze agli adulti e ai ragazzi, ma assumere un educatore è considerato uno spreco.

Da sondaggi effettuati, l'istruzione per la maggioranza della popolazione carceraria giovanile è considerata importante  per uscire dall'emarginazione e dal rischio di reiterazione dei reati.

Nel carcere la collaborazione fra le istituzioni che vi interagiscono è fondamentale per creare una progettualità virtuosa per i ragazzi che parta dal vivere le cose semplici di ogni giorno, dall'intessere relazioni pacate, costruite  con pazienza. L'ascolto che l'adulto è disposto a dare è l'opportunità di cui ha bisogno chi si sente escluso dalla società e non sa come rientrarci.