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La dispersione in Puglia

Michele Loglisci, Coordinamento nazionale Immigrati FLC CGIL, presenta alcuni dati della Fondazione Giovanni Agnelli contenuti nel Rapporto sulla scuola 2010. Secondo questi dati, il divario tra Nord e Sud dell'Italia, negli ultimi anni, si è ulteriormente ampliato, a tal punto che uno studente meridionale, per il semplice fatto di essere nato al Sud, a prescindere dalla scuola che frequenta, accumula nel suo percorso scolastico un ritardo formativo di un anno e mezzo.

La Regione Puglia, per motivi di carattere strutturale, presenta il più basso valore di spesa pubblica per studente. Va anche detto che il contributo degli Enti Locali pugliesi alle scuole è il più basso in assoluto d'Italia. Il sistema scolastico pugliese, dunque, è efficiente per quanto riguarda la spesa pubblica, ma poco efficace, visti gli scarsi punteggi riportati nelle prove OCSE-PISA. Nella rilevazione OCSE-PISA in Scienze del 2006, la Puglia si è classificata al penultimo posto tra le regioni italiane.

Riprendendo recenti studi della SVIMEZ, bisogna affermare con forza che il circolo vizioso del sottosviluppo delle regioni meridionali va spezzato in più punti. Gli interventi per migliorare il capitale umano rischiano di essere insufficienti se non vengono abbinati ad interventi concreti che incidano sullo sviluppo socio-economico del Sud Italia.

Come esempio di buona pratica di lotta alla dispersione, viene presentato il Progetto “Diritti a scuola” promosso dalla Regione Puglia. Esso mira a recuperare e rafforzare le competenze di base e trasversali degli allievi a rischio di insuccesso formativo. Esso è finalizzato ad allungare il tempo-scuola, ad attivare compresenze, proponendo metodologie didattiche innovative capaci di intercettare l'interesse dei ragazzi più demotivati. Questo progetto valorizza l'impegno di docenti di lettere e matematica, in genere docenti che avevano insegnato nella scuola per tantissimi anni e che, tutto ad un tratto, si sono ritrovati disoccupati a causa dei tagli imposti dal Governo. Questo progetto è finanziato per il 50% da Fondi Europei, per il 40% da un contributo dello Stato nazionale e per il 10% dalla Regione.

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