Stati Generali della Conoscenza - Seconda giornata

  • 10.00

    Si apre la seconda giornata degli Stati Generali della Conoscenza, con grosso entusiamo visti i numeri della prima giornata. Più di 500 infatti, sono stati i partecipanti ai lavori seminariali. Un parterre ricchissimo che a sfogliare le schede di adesione, riserva qualche curiosità. Oltre infatti agli appartenenti a tutte le associazioni firmatarie dell'appello per la Conoscenza, moltissimi sono gli studenti e gli insegnanti che hanno partecipato ma tanti sono anche i semplici cittadini, che hanno evidentemente sentito il bisogno di difendere uno dei più preziosi beni comuni, la Conoscenza.

    Anche oggi, RadioArticolo1 seguirà e trasmetterà in diretta gli interventi che si succederanno mentre di seguito potrete leggere la nostra web-cronaca.

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    10.40

    È un discorso appassionato quello che don Luigi Ciotti tiene alla gremitissima platea riunita per il secondo giorno di Stati Generali. È felice di essere qui e porta con sé i capisaldi della sua formazione: il Vangelo da un lato e la Costituzione dall'altro. Alla Costituzione italiana farà più volte riferimento, definendola il principale testo antimafia.

    È nella Costituzione - ci dice - che si ritrovano le regole dell'essere cittadini e queste regole dobbiamo farle diventare costume, viverle autenticamente. Ci si preoccupa molto oggi per la crisi economica, ma quello che deve maggiormente preoccuparci è la crisi politica ed etica del nostro Paese. C'è una deriva culturale, un "pensiero sbrigativo" che significa superficialità, una perdita delle regole della trasparenza, un impoverimento della speranza, c'è tanto smarrimento. È necessario dunque dare nuovo valore a parole oggi svuotate di significato, ma è responsabilità il termine più ricorrente nel suo intervento, tanto che ha invitato gli organizzatori a nominare questa iniziativa "gli Stati Generali della conoscenza e della responsabilità". Responsabilità significa rispondere delle proprie azioni, è un impegno con noi stessi e soprattutto nei confronti dei giovani.

    Dobbiamo assumerci la responsabilità di trasformare il disorientamento e la paura dei giovani, in speranza. È bellissimo incontrare, nonostante tagli e difficoltà, maestri, professori che con passione si assumono questa responsabilità, ogni giorno. Anche questi Stati Generali rappresentano una grossa assunzione di responsabilità tanto più vincente in quanto è costruita sul "noi", cerca di superare etichette, divisioni, differenze perchè la misura dei rapporti umani è la relazione. Solo l'incontro con l'altro ci fa essere pienamente persone, la diversità non deve diventare avversità; e citando il presidente Napolitano, ricorda la giornata nazionale contro l'omofobia, tenutasi il 17 maggio e invita a superare il concetto asimmetrico di integrazione per parlare di interazione (una g di meno non è una gran perdita).

    Parlando di legalità ha detto che la vera forza delle mafie sta nei vuoti etici e sociali, nella rassegnazione, nella mancanza di responsabilità. La dimensione educativa deve tenere conto di tutto questo. Dobbiamo essere capaci di costruire una "pedagogia della speranza", che stimoli nei giovani una coscienza critica che aumenti il rispetto anche dell'ambiente e su questo lancia un breve appello per il voto ai referendum.

    E infine ha ricordato don Puglisi, prete ammazzato dalla mafia, e la sua volontà di dialogo anche con quelli che saranno i suoi aguzzini: "Vorrei conoscervi" gli diceva, due giorni dopo lo hanno ucciso. Don Puglisi costruiva ogni giorno con i suoi ragazzi questa pedagogia della speranza. Sant'Agostino diceva, la speranza ha due figli: lo sdegno per le cose come sono e il coraggio per cambiarle, il nostro compito è il coraggio della responsabilità. Su RadioArticolo1 in podcast l'intervento integrale di don Luigi Ciotti  

    11.40

    Dopo l’applauditissimo intervento di Don Ciotti che ha dato una sferzata di entusiasmo e di orgoglio ai partecipanti, la due giorni di Stati Generali si è avviata alla conclusione.

    I quattro gruppi hanno presentato i loro rapporti finali. Tutti i relatori hanno sottolineato la ricchezza della discussione e la difficoltà di sintetizzare tutti i contributi. Alla discussione hanno partecipato complessivamente oltre 500 persone. Un successo. I rapporti dei gruppi saranno pubblicati nei prossimi giorni, per dare tempo ai relatori di metterli a posto. Qui ne daremo una breve sintesi.

    Ludovica Ioppolo ha presentato i lavori del primo gruppo “Conoscenza, Costituzione, diritti”, 150 presenza e 4 ore di discussione. Tra i punti fermi e condivisi lo stretto rapporto tra conoscenza, diritti, libertà. L’accesso ai saperi è un diritto delle persone non solo per ragioni meramente lavorative e deve riguardare tutto l’arco della vita. Le istituzioni della conoscenza devono pubbliche e libere, ma alla diffusione dei saperi devono contribuire anche altri soggetti. È stata ravvisata la necessità di una legge quadro sul diritto allo studio che definisca non tanto dei livelli minimi, quanto degli alti standard qualitativi. Investire sull’educazione e sulle istituzioni formative. Un nuovo welfare che dia pari opportunità a tutti finanziato con la fiscalità generale.

    Sul secondo seminario: "Tempi luoghi relazioni per l'apprendimento permanente" ha relazionato Giuseppe Parente di "Libera". Il seminario ha registrato un'ampia partecipazione, oltre 50 interventi che hanno evidenziato realtà, soggettività e punti di vista diversi. Molti però i punti di convergenza. Prima di tutto il principio che l'apprendimento permanente è un diritto inalienabile e irrinunciabile, che va riconosciuto a livello nazionale e articolato su tutto il territorio. Prima di tutto la scuola che deve non solo imparare ma anche insegnare a imparare dopo la scuola. Una scuola critica dunque, che preveda lo sviluppo globale e sereno della personalità anche attraverso un ripensamento della didattica. In secondo luogo sviluppare nel territorio un sistema formativo integrato che veda una collaborazione tra le varie agenzie educative per creare un bisogno di educazione, una formazione intesa come necessità e anche come piacere. Su un punto poi si è molto insistito, la padronanza della lingua come questione democratica. Attraverso la conoscenza o la non conoscenza della lingua passano inclusione o esclusione.
    Su alcune questioni il seminario ha lasciato aperti alcuni punti. Per esempio le offerte formative debbono essere accessibili e valutabili e occorre un ripensamento del rapporto scuola/territorio. Occorre inoltre una legge quadro nazionale che preveda anche un'articolazione sul territorio; insomma l'idea di un federalismo che valorizza le autonomie all'interno di un quadro nazionale.
    In sostanza: l'acquisizione di un diritto per una formazione per tutta la vita.

    Del gruppo "Conoscenza: modalità, metodologie, processi" ha parlato Beppe Bagni. Grande attenzione è stata data alle metodologie per favorire l’apprendimento in particolare nella scuola e nella classe, intesa come comunità. È stata sottolineata l’importanza della relazione tra docente e alunno e la capacità del docente di lavorare a partire non solo dalla sua formazione scientifica, ma anche dalle conoscenze e competenze dei suoi alunni. Si è parlato di empatia e sintonia. Non basta innovare gli strumenti didattici, introducendo nuove tecnologie, per entrare in contatto con la sensibilità delle nuove generazione. La conoscenza e il sapere non vanno trasmessi ma co-costruiti. È questo il senso della didattica laboratoriale: rendere attivi i ragazzi.

    Relaziona per il quarto seminario “Conoscenza, sviluppo, lavoro” Fabrizio Dacrema della Cgil Nazionale. Vi è stata una larga partecipazione, un centinaio di adesioni e più di sessanta interventi. In moltissimi di questi si è sottolineata la difficoltà del nostro Paese di una ripresa e di una di crescita a seguito della crisi economica. E il deficit di conoscenza è certamente una causa della difficoltà di ripresa. C’è in generale, a livello politico e a livello delle imprese, una propensione a una formazione dei lavoratori molto bassa. D’altra parte il nostro sistema formativo mostra delle crepe, basta pensare all’alta dispersione scolastica, alla percentuale dei  nostri laureati inferiore a quella degli altri Paesi industrializzati. Sistema formativo e Sistema di produzione non si stimolano a vicenda. Di fronte a questa situazione ci sono due strade o adeguarsi a una formazione verso il basso (tagli alla scuola, all’università, alla ricerca, ecc.); o intraprendere radicali cambiamenti sia sui sistemi di produzione che sui sistemi formativi.

    Le indicazioni emerse sono: andare verso uno sviluppo dei settori (alte tecnologie, alta qualità); promuovere un nuovo modello di sviluppo economico tenendo conto anche dell’ecosistema (a cominciare dalle energie rinnovabili e dai nuovi consumi); mettere in relazione prima di tutto le piccole e medie imprese con università e ricerca; scelte qualitative che facciano aumentare le richieste di innovazione. Individuare infine le risorse per il Sistema della conoscenza (dalle politiche contrattuali, al recupero fiscale).Vi sono infine otto punti, otto Orientamenti: 1. andare verso un’eccedenza di formazione che effettui una pressione sul sistema economico; 2. più ricerca di base e meno ricerca finalizzata all’applicazione immediata; 3. più ampia cultura generale di base (creatività, conoscenza delle nuove tecnologie, ecc.); 4. attenzione alle competenze per tutti, da acquisire nella scuola dell’infanzia, primaria e media: 5. sistema formativo che tenda all’inclusione e al successo formativo; 6. riqualificazione della formazione professionale post-obbligo; 7. sviluppo della formazione dei lavoratori prima dell’assunzione; 8. Formazione continua e permanente dei lavoratori finalizzata sia alla carriera che allo sviluppo della persona.

    In conclusione, i rappresentanti del Comitato promotore hanno preso una serie di impegni per il futuro, tra allargare il gruppo a tutti i soggetti che intendano condividere il percorso avviato in questa due giorni romana e organizzare una serie di iniziative di approfondimento su argomenti specifici con l’augurio di un nuovo incontro nazionale nella prossima primavera. Questi impegni sono contenuti in una bozza di documento che sarà perfezionato e reso pubblico nei prossimi giorni.

    La sensazione è che sia nato un nuovo soggetto sociale intorno a un tema strategico fondamentale per le singole persone e per il Paese intero.

    Si conclude qui la nostra web-cronaca.