Convegno nazionale "Gestire il declino o costruire il futuro?" - Seconda giornata

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    Il programma della seconda giornata del convegno nazionale dei dirigenti scolastici della FLC CGIL dell'8 e 9 maggio 2013 prevede il proseguimento della discussione, avviata il giorno precedente, con una nuova sessione di lavori.

    Terza sessione: "Le strategie"

    Questa sessione è stata aperta da Franco De Anna, dirigente tecnico, con una relazione dal titolo “Gestione e rendicontazione nella valutazione del dirigente scolastico. I LEP come questione dirimente”. Un argomento molto complesso, sviluppato anche con l’aiuto di slide e vari documenti. De Anna parte dall’assunto che la qualità dell’offerta di lavoro e la cultura della valutazione sono connaturati alla contrattazione che è la funzione principale del sindacato, per evitare che il lavoro sia soggetto alle sole logiche del mercato. Nella scuola dell’autonomia la valutazione è garanzia dell’unità del sistema. Ma non una valutazione qualunque, il relatore parla, infatti, di rendicontazione sociale che riguardi “i risultati di un lavoro di ricerca e sperimentazione sul campo”. Il “cuore” dell’attività scolastica è l’insegnamento-apprendimento, ma le funzioni socialmente rilevanti che circondano questo “cuore” sono assai più vaste, spiega De Anna, e con esse le prestazioni che la scuola deve offrire. Ecco perché i Lep sono una questione dirimente nell’organizzazione del servizio istruzione anche per gli impegni finanziari che comportano.

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    Il dirigente scolastico esercita una leadership per l’apprendimento a cui non sono estranee, ma ad essa strettamente connesse e funzionali, competenze di tipo organizzativo, amministrativo e gestionale. Di questo si è occupato Piergiuseppe Ellerani, dell’Università di Bolzano, nella relazione dal titolo “La dirigenza scolastica tra coordinamento e delega. Per una leadership distribuita”. I fondamenti su cui poggia questa dirigenza sono, da un lato, creare un ambiente favorevole all’apprendimento, creare un dialogo nella scuola, rendere conto del proprio operato. Distribuire e condividere la leadership significa attivare le responsabilità di tutti gli operatori della scuola verso l’obiettivo comune e fare della scuola una vera comunità.

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    Il dibattito

    La discussione è stata molto partecipata. Ma qui diamo conto solo di due interventi.
    Il dirigente scolastico, ha detto nel suo intervento Domenico Pantaleo, segretario generale della FLC CGIL, non può svolgere un ruolo esclusivamente amministrativo, come quello a cui è costretto per effetto di un dimensionamento concepito solo come risparmio, ma deve recuperare la dimensione pedagogica ed educativa che è caratteristica precipua del suo profilo come disegnato dalle norme a garanzia dei diritti costituzionali. È in questo modo che si può restituire senso e vigore alla scuola dell’autonomia, soprattutto se si riuscirà a definire finalmente il processo di riforma degli organi collegiali e ad approdare a un sistema nazionale di valutazione. Questo dovrà essere coerente con le finalità istituzionali della scuola: pari opportunità, equità e laicità, e dovrà tener conto dei contesti territoriali, delle risorse a disposizione, dei processi attuati e dei risultati ottenuti. Ma soprattutto garantire il coinvolgimento delle scuole e del sindacato. Occorre cambiare pagina nei comparti della conoscenza. Le controriforme della Gelmini, la legge Brunetta e la privatizzazione dei saperi devono essere cancellati per aprire così una stagione nuova per scuola, università e ricerca. Chiediamo alla ministra Carrozza di aprire una larga consultazione pubblica per individuare le scelte necessarie a fare della conoscenza il riferimento centrale per cambiare un modello di sviluppo ormai inadeguato alle reali esigenze del Paese.

    Parlare di gestione unitaria delle istituzioni scolastiche - ha detto Antonio Valentino, dirigente scolastico con una esperienza di formatore e di sindacalista - richiama subito l’idea di una scuola più equa per tutti. Per realizzare una scuola siffatta vanno rimossi alcuni ostacoli che si trovano dentro le scuole ma anche nel sistema nel suo complesso, ma vanno anche studiati le leve e degli strumenti per garantirla. E proprio su questi ultimi aspetti entra in gioco la funzione del dirigente scolastico: quella di direzione, come espressione di una leadership diffusa, ma non ambigua; e quella di coordinamento, come “figura organizzatoria” potenzialmente tra le più efficaci per il mondo della scuola. In quest’ottica, diventa ovviamente centrale - argomenta il relatore - un coerente sviluppo professionale come risultato di una formazione e autoformazione continua.

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