Percorsi di istruzione e formazione professionale (ieFP): facciamo il punto sull’anno formativo 2024/2025
Le modalità di spesa del cospicuo stanziamento previsto dal PNRR (600 milioni di euro) avviano una strisciante intrusione delle imprese nel sistema della formazione e la progressiva sussunzione del sistema dell’istruzione e della formazione.
In vista dell’avvio dell’anno formativo 2024/2025, durante i mesi estivi, le Regioni hanno presentato gli avvisi pubblici per la presentazione di progetti relativi ai percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP) con modalità di apprendimento duale. È opportuno fare il punto su questa tipologia di percorsi formativi regionali che prefigurano un’attenzione e un protagonismo crescente del sistema delle imprese sui processi formativi, in generale, e sul sistema della IeFP, in particolare, in cui l’azienda diventa, eo ipso, agenzia formativa prioritaria.
Il decreto 14 dicembre 2021 ha adottato il Piano Nazionale Nuove Competenze (PNC) e costituisce il raggiungimento del traguardo (milestone) di cui alla Missione 5 “Inclusione e coesione”, Componente C1- Investimento 1.4 “Sistema duale” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Con il successivo Decreto n. 139 del 2 agosto 2022 sono state adottate le “Linee Guida per la programmazione e attuazione dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) e di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) in modalità duale” con cui si prevede che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (MLPS) attivi le azioni necessarie finalizzate a rafforzare il sistema duale nell’ambito dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) e dei percorsi dell’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) programmati e realizzati dalle Regioni che coniugano lezioni in aula e formazione, valorizzando anche strumenti come l’apprendistato per promuovere l’acquisizione di nuove competenze da parte dei giovani tra i 15 e i 25 anni, spingendo sull’alternanza scuola-lavoro e sul contratto di apprendistato duale per incrociare il sistema dell’istruzione e della formazione con il mercato del lavoro.
Per questa azione lo stanziamento complessivo previsto dal PNRR è molto cospicuo (pari a 600 milioni di euro) per la realizzazione, entro il 2025, 174.000 percorsi individuali di cui almeno 135.000 realizzati esclusivamente con il finanziamento PNRR o in complementarità con le risorse nazionali del MLPS e regionali. Con la motivazione di promuovere l'occupabilità e l'accesso al mondo del lavoro per i giovani e gli adulti senza diploma anche tramite l'acquisizione di nuove competenze legate alla transizione digitale e alla sostenibilità ambientale, in realtà si punta a rendere l'apprendimento sul posto di lavoro (learning on-the-job), e l’interferenza del sistema delle imprese nei processi formativi sempre più centrale e invasivo nei processi di “modernizzazione” dei sistemi di istruzione e formazione, in particolare, nei percorsi di IeFP.
È bene ricordare che di tutte queste attività e percorsi formativi, che coinvolgono anche gli istituti professionali statali accreditati dalle Regioni, la responsabilità ricade integralmente sul Ministero del lavoro e delle politiche sociali e che su di esse il Ministero dell’Istruzione non ha alcun “merito” o titolo ad intervenire.
La FLC CGIL ha argomentato sin dall’inizio la propria contrarietà alle modalità di erogazione della formazione in contesto lavorativo a partire dai 15 anni di cui all'art. 43 del D.Lgs. n. 81/2015, che si tratti di alternanza simulata (con percorsi di apprendimento rivolti ad allievi di età inferiore ai 15 anni) piuttosto che di alternanza rafforzata (con percorsi di apprendimento in assetto esperienziale direttamente in impresa) o di apprendistato duale (con percorsi di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore). Sarebbe, infatti, prioritario assicurare agli studenti e alle studentesse in età dell’obbligo (e, meglio, fino ai 18 anni) una formazione generale elevata e di qualità, accompagnata da attività laboratoriali interne al curriculo scolastico, e riservare la formazione on the job, specialistica e mirata, al momento in cui si entra effettivamente nel mondo del lavoro, in una prospettiva di apprendimento permanente. Oggi, in fase di predisposizione del PNRR, con la posticcia motivazione della lotta alla dispersione scolastica, si va rafforzando l’inserimento dei privati e delle finalità locali delle imprese nella programmazione dell’offerta formativa, nella medesima logica che anima il provvedimento di "Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale", approvato in via definitiva dalla Camera il 31 luglio 2024. Per la FLC CGIL, il contrasto della dispersione e il superamento dei divari territoriali richiedono, invece, interventi strutturali e non occasionali quali la formazione in servizio del personale, la possibilità di intervenire su gruppi classe meno numerosi, una maggiore stabilità degli organici, la predisposizione di ambienti didattici di apprendimento idonei e muniti di assistenti di laboratorio in numero adeguato e stabile per una pedagogia dell’inclusione che sia ispirata realmente al canone dell’operatività.