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ENEA: assenza totale di opportunità di sviluppo professionale

La valorizzazione del personale è l’ultima delle priorità dell’attuale vertice. Per la FLC CGIL serve invece una svolta.

25/05/2018
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La recente sentenza della Cassazione tende ovviamente a riaprire, non solo il discorso delle progressioni dei ricercatori e tecnologi che sono fermi da quasi un decennio, ma si tratta di una nuova occasione per rimettere al centro delle priorità dell’ente la valorizzazione del personale. Molteplici sono le richieste in questo senso. Recentemente un gruppo di lavoratori ha sottoscritto una lettera, poi successivamente anche una seconda lettera, indirizzata al Presidente dell’ENEA, e per conoscenza alle organizzazioni sindacali, in cui si evidenziava un disagio in quanto nel piano di fabbisogno 2018-2020 non era contemplata alcuna opportunità per quei dipendenti che avevano maturato, pur operando in un profilo inferiore, i requisiti formali per essere presi in considerazione nelle procedure concorsuali per ricercatori e tecnologi.

I dipendenti nella loro seconda lettera anche alle organizzazioni sindacali, evidenziano come il Presidente nella risposta ai suddetti dipendenti ha confermato che il vertice non aveva preso in considerazione tale tipologia di personale. Le organizzazioni sindacali, hanno portato tale tematica al tavolo di confronto. Poi la FLC CGIL ha espresso una propria posizione nel merito della questione. Una posizione che tiene conto della normativa vigente che, benché fin qui ha contemplato certamente molti ostacoli e impedimenti, non è stata comunque utilizzata a pieno per sfruttare tutte le possibili opportunità. La questione di questi dipendenti che oggi intendono, dopo la sentenza della Cassazione di cui sopra, riaprire le loro istanze è una delle tante questioni nella gestione del personale che richiedono appunto una inversione nelle priorità nella gestione. Infatti, l’attenzione del vertice, invece, si è andata indirizzando di fatto verso gli incarichi di responsabilità, assegnati in numerosità a dismisura e che non trova riscontro negli EPR., nonché palesemente in contraddizione, per la maggioranza di esse, con le regole selettive previste pur rimanendo in un ambito discrezionale. Possiamo dire che gli incarichi con le relative responsabilità sono divenute di fatto un fattore di premialità, per altro assegnata in maggioranza agli staff del relativo Direttore penalizzando tutte le sedi e i laboratori periferici. Così si distorce anche il concetto di professionalità che la si fa coincidere con un incarico gerarchico. Così una evoluzione professionale può avvenire soltanto all’interno della scala piramidale che si è costruita.  Così arriviamo all’assurdo che le progressioni di livello previste per quest’anno per i ricercatori tecnologi sono circa solo 30 su 1.600 dipendenti interessati, un numero sostanzialmente inferiore, anche come budget, agli incarichi che si continuano a prefigurare mese dopo mese per lo stesso periodo. 

Intendiamo chiarire che questo tema della valorizzazione del personale è da tempo che nell’ente viene dalla FLC CGIL evidenziato come una priorità, purtroppo registrando indifferenza nella controparte. Tuttavia questa chiusura dell’ente ad ogni istanza pensiamo sia, non solo sbagliata nel merito, ma stia creando ormai la sensazione nella maggioranza del personale di essere ormai in una situazione di dualità crescente con il vertice. Questo non è un elemento positivo in generale, ma non lo è, a maggior ragione, in un ente di ricerca il cui personale è chiamato non solo a compiti esecutivi.

Considerato che la tematica viene riproposta in questi giorni dopo la sentenza della Cassazione, pubblichiamo e la presa di posizione della FLC CGIL in proposito.

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