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ENEA: nuovo incontro. Si riparte da assunzioni e precari

A seguire nuovo aggiornamento sull’integrativo, si confermano punti di criticità.

05/02/2014
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Proseguono, mentre permane l'impegno per una governance adeguata da assegnare al secondo ente di ricerca italiano, gli incontri con l’amministrazione su punti di interesse del personale. Stavolta per il primo punto all’ordine del giorno abbiamo voluto si considerasse la questione delle assunzioni che erano state già previste per l'ENEA, anche se al momento il relativo decreto autorizzativo continua ad essere, come ormai tradizione della Funzione Pubblica, congelato da kafkiani burocratismi.
 
Quindi intendiamo cominciare ad affrontare la tematica del precariato alla luce del fabbisogno triennale da ridefinire e in considerazione delle possibili ricadute nell’ente delle recenti disposizioni normative. In particolare si cominceranno ad affrontare i criteri delle assunzioni che dovrebbero riguardare l’ENEA (52 posti previsti probabilmente rimodulabili in 56). A nostro parere va data la priorità a quei profili che sono già attivi nell’ente oppure lo sono stati nel recente passato. Parliamo quindi di ricorrere, con questi parametri di attenzione, sia a scorrimenti utili nelle graduatorie sia al ricorso a nuovi bandi specifici qualora nelle graduatorie attualmente attive non siano contemplati questi profili. Ci riferiamo al fatto che nei precedenti bandi, per svariati motivi anche riconosciuti dall’ente, vi erano state delle dimenticanze in proposito, sacrificando così competenze storiche anche di assegni di ricerca. In ogni caso riteniamo utile aprire e dare continuità nel 2014 a questa tematica giacché abbiamo sollecitato che tutti gli aspetti delle assunzioni, a qualunque tipologia, siano soggette ad informazione preventiva, cosa che invece  attualmente avviene ad intermittenza. 

Per quanto riguarda l’integrativo ci è stata consegnata una nuova bozza. Questi i punti in attenzione:
 

  1. Turnisti (circa 74 in Enea). Si tratta di verificare le convenienze per valutare le opzioni possibili tra le condizioni dell’indennità di turno prevista dal contratto ex-Enea  e quella degli Epr. L’ente sta valutando una simulazione sull’impatto delle varie opzioni. In proposito deve essere chiaro che l’adeguamento che si conviene adottare deve partire dal fatto che per turno si intende ogni tipo di servizio con modalità di avvicendamento, sia all’interno del normale orario di lavoro che al di fuori dello stesso. 
  2. Anticipo delle fasce stipendiali. Permane il punto negativo della negligenza dell’amministrazione che fa perdere ben due anni di legittima competenza contrattuale, 2011 e 2012, una perdita che riguarda circa 200 potenziali ricercatori e tecnologi, per un importo di quasi 200 mila euro perse, che equivalgono ad una annualità delle indennità previste per le sedi all’estero. Nella bozza presentata si conviene opportunamente di  realizzare una sequenzialità tra l’operazione 1.1.2013 e 1.1.2014. Per quanto riguarda i criteri registriamo che l’ENEA recepisce la richiesta, trattandosi di una erogazione stipendiale a valutazione, di ricorrere ad una commissione centrale di valutazione sulla base di una griglia di punteggi da convenire preventivamente. In questo senso si vanifica l’ipotizzato ricorso alla fatidica scheda del capo. Si prevedono, sostanzialmente,  due ambiti operativi. Uno di verifica tecnica dell’attività, cioè della regolarità della stessa, come  una sorta di precondizione per partecipare. L’altro è invece di valutazione vera e propria dei titoli presentati.  Realizzata questa distinzione, non ha senso che si preveda anche una verifica di accertamento da parte del responsabile della relazione  delle attività autocertificata dal dipendente. In primo luogo, questa ha un valore solo tecnico, come già detto, concernente solo la regolarità e non già  una valutazione dell’attività descritta, che sarà curata da una commissione centrale. In secondo luogo si vanifica l’autocertificazione stessa, che è un atto che già contiene tutte le connessioni relative di responsabilità soggettiva. Ha senso, per esempio, che per l'autocertificazione della propria residenza occorra anche l’accertamento preventivo del sindaco di quanto si dichiara? Insomma non bisognerebbe incrementare gli oneri burocratici e ininfluenti da assegnare ai responsabili.
  3. Conto terzi. Purtroppo non ci siamo. Premesso che come per le fasce, l’ENEA, a differenza di altre erogazioni di propria convenienza tratta  questo argomento solo a partire del 2013, prendiamo atto che finalmente si riconosce l’oggetto stesso del fondo conto terzi in conformità con  quanto previsto dal contratto EPR. Pertanto si fa riferimento, nel nuovo testo, a “tutte le attività, non istituzionali, svolte dal personale per  progetti di ricerca, consulenza e formazione finanziati con risorse private, comunitarie o pubbliche, diverse dalle fonti di finanziamento delle attività istituzionali”. Ma, in realtà, constatiamo che si tratta solo di un richiamo  formale e incompleto al contratto, perché quando parliamo delle risorse relative ci allontaniamo dal contratto vanificandolo. Parliamo dell’art.19 del contratto 2002-2005, che riportiamo di seguito  cosicché tutti possono rendersi conto delle conseguenze negative in divenire della formulazione propostaci dall’Ente. Il contratto, infatti, trattando degli importi da cui dedurre le percentuali del conto terzi  parla di “proventi di progetti ...”, “detratte tutte le spese direttamente connesse alla realizzazione del progetto stesso e i relativi costi marginali di funzionamento”. Invece l’ENEA in cambio dell’impegno ad elargire  una tantum minimale già a metà del 2014, con riferimento 2013, vuole vanificare negli anni a venire questo incentivo, sostituendolo con un contentino una tantum determinato totalmente dall’amministrazione, introducendo, così, un principio opposto a quello previsto dal contratto. Infatti, l’Ente parla non di proventi di progetti, ma di “risultanze economiche" di cui al “conto consuntivo”, dell’anno di riferimento, nel valore "dell’avanzo economico”. Cioè non parliamo più di una percentuale su ogni singolo progetto (detraendo spese di personale e funzionamento) da ripartire in primo luogo tra i diretti interessati con una quota al resto del personale con criteri che pur si sono condivisi tra le parti. Parliamo, invece, di un qualche importo compensativo da distribuire che si riterrà definire come avanzo economico dal bilancio, con importi, peraltro, decretati a totale discrezione dall’amministratore centrale. Se pensiamo che quasi un terzo del bilancio sono residui da parte dell'ENEA si potrà dire di tutto e il contrario di tutto, ma pensiamo anche all’opacità complessiva che abbiamo riscontrato in passato nel bilancio centrale e l’assoluta segretezza del bilancio analitico dei centri. Evidente che bisogna avere la consapevolezza che quanto si prevede finisce per compromettere per i prossimi anni anche l’ultimo istituto rimasto nelle disponibilità dei dipendenti ENEA. Abbiamo già la peggiore liquidazione, abbiamo la peggiore trattenuta sulle malattie, abbiamo le minori indennità degli Enti Pubblici di Ricerca, avremo anche il peggior conto terzi nonostante la stessa ENEa dovrebbe essere particolarmente interessato a questo istituto per capacità di acquisizione di progetti esterni. Pertanto a nostro parere fatto salvo la transizione forfettaria 2013, bisognerebbe salvaguardare il testo contrattuale negli anni a venire.Questo è l’ART 19 contratto epr 2002-2005 — ATTIVITA’ PER PRESTAZIONI A COMMITTENTI ESTERNI I proventi di progetti di ricerca, consulenza e formazione finanziati con risorse private, comunitarie o pubbliche, diverse dalle fonti di finanziamento delle attività istituzionali, detratte tutte le spese direttamente connesse alla realizzazione del progetto stesso e i relativi costi marginali di funzionamento, sono utilizzati anche per la costituzione di un fondo di incentivazione la cui destinazione terrà conto dell’apporto dei gruppi oltre che dei singoli dipendenti. La relativa deliberazione dell’Ente sarà assunta previa concertazione con le Organizzazioni sindacali.
  4. Tormentone sedi estere. Vi era, in proposito, un accordo di prorogatio che l’ENEA ora si rimangia, chiedendo una vera e propria deroga alle regole contrattuali, che prevedono formalmente una durata dell'incarico di quattro anni, più due eventuali deroghe di due anni. A nostro parere la questione sede di Bruxelles non deve essere predefinita ad un tavolo di trattativa sindacale. Dovrebbe rientrare nei compiti istituzionali dell’ente e quindi anche nelle scelte del futuro CdA, che non dovrebbe trovarsi di fronte a scelte preconfezionate. A maggior ragione a nostro parere queste attività, che prevedono consistenti indennità, e che di norma sono a termine, dovrebbero essere soggette a procedure trasparenti di valutazione, anche per le previste pari opportunità.  Sono tutti richiami alle regole cui resta indifferente l'attuale  vertice dell’ente, nonostante siano coerenti con quanto emerge dalla pubblica opinione tutti i giorni quando si parla di gestione pubblica.

 Comunque restiamo sempre impegnati ad un miglioramento del testo complessivo. In ogni caso trattandosi di nuovi argomenti per il personale per la FLC CGIL sarà essenziale il ricorso alla consultazione collettiva attraverso un referendum.

Nel frattempo nei giorni scorsi è arrivata ai dipendenti inquadrati nei livelli IV-VIII (precedentemente era arrivata ai dipendenti  I-III) una comunicazione tecnica dall’amministrazione centrale. Si tratta di un atto dovuto e solo tecnico (doveva essere fatto già nel 2011). Infatti si stanno avviando le procedure concorsuali  interne (art.53 e 54), e quindi è doveroso che tutti i dipendenti conoscano i dati relativi all'eventuale assegno ad personam posseduto. Come è noto gli importi di questo assegno provvisorio sono la traduzione in cifra di una percentuale di anzianità che è risultata essere in eccedenza, al momento delle tabelle di equiparazione, rispetto a quella posseduta nel punto zero del livello di appartenenza. A differenza dai livelli I-III questa eventuale eccedenza di anzianità è utilizzabile esclusivamente come titolo valutativo e non da luogo a procedure evolutive di scatti. Del tutto comprensibile che in queste comunicazioni criptiche dell'ente scatti un certo allarmismo in virtù di una tradizione di schede addomesticabili. Ma in questo caso, ribadiamo, parliamo solo di un dato tecnico che è null’altro che il maturato economico delle tabelle di equiparazione posseduto al  30.12.2010. Essa va sottoscritta come presa visione. Quindi non preclude nessuna vertenza in corso o futura.

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