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Enea, ulteriori considerazioni sul DdL energia

Il testo non esplicita lo spirito con cui s’interverrà. In arrivo passaggi delicati per aspetti importanti

28/07/2009
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L’approvazione definitiva da parte del Senato della Legge sull’energia, ancora in attesa di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, apre scenari inquietanti. Le misure predisposte dal Governo presentano non pochi elementi di criticità (cfr. la scheda allegata), in particolare, per ciò che riguarda la ricerca, la sicurezza e le prospettive di sviluppo tecnologico nel settore.

Gli effetti sugli enti coinvolti saranno particolarmente tortuosi e incerti. Dalla nomina dei commissari dell’Enea e dalla sua contestuale soppressione, si passerà alla definizione da parte loro del regolamento della nuova Agenzia per l’efficienza energetica. In parallelo, saranno avviati gli iter di nomina del presidente dell’ Agenzia per la sicurezza nucleare, della quale dovrà anche essere definito il regolamento, e del nuovo amministratore delegato della Sogin SpA. Verosimilmente, sarà soltanto dopo le conseguenti nomine dei componenti gli organi delle due Agenzie e della Sogin che sarà avviato il trasferimento delle risorse umane e finanziarie dall’Enea e dall’Ispra all’ Agenzia per la sicurezza nucleare, quindi l’organizzazione della nuova Agenzia Enea.

Il quadro, in particolare per ciò che concerne le prospettive delle attività di ricerca, è complicato, in un quadro di assoluta mancanza di chiarezza sui programmi di Eni ed Enel, dall’assenza di prospettive per la ricerca sul nucleare di IV generazione. Inoltre, al disposizione legislativa che prevede il trasferimento, con modalità di dubbia legittimità, della titolarità e delle risorse degli attuali programmi di ricerca sul nucleare dall’Enea all’ Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa non contribuisce di certo a rendere il quadro meno inquietante, tutt’altro.

I decisori pubblici devono ineludibilmente:

  • definire quali competenze «riconosciute a livello UE» vengono impiegate nei programmi nucleari (certificazioni, sicurezza, progettazione, realizzazione, produzione, smaltimento, decomissioning);

  • indicare che fine faranno gli impianti (reattori nucleari sperimentali e di ricerca e depositi di scorie) operativi dentro i centri Enea: perché le sedi centrali si possono spostare, ma questi «oggetti» distribuiti in 5 centri tra nord e sud non sono trasferibili né si possono chiudere con una mandata di chiave;

  • indicare come la parte pubblica intende attuare i controlli e l’applicazione delle norme di sicurezza internazionali vigenti.

Riteniamo che, in una fase così complessa e gravida di rischi, le funzioni coinvolte e, soprattutto, le corrispondenti competenze e professionalità necessitino di alcune ineludibili garanzie, per il cui conseguimento non mancheremo di spenderci in tutte le sedi.

  • Per tutto il personale Enea, occorre pervenire alla compiuta confluenza nel Ccnl degli enti di ricerca, prima di qualunque trasferimento disposto ex lege e prima della ridefinizione dei comparti pubblici conseguente all’applicazione della L. 15/2009.

  • Occorre evitare la dispersione delle competenze e delle caratteristiche di transdisciplinarietà proprie dei gruppi di lavoro finalizzati, ad esempio, allo sviluppo di prototipi e dei processi innovativi, presenti in parecchie linee di attività.

  • Seppur in modo non sempre adeguato e in contesti non sempre favorevoli, l’Enea ha sviluppato potenzialità non indifferenti rispetto a bisogni del Paese, inerenti la funzione d’interconnessione tra ricerca pubblica e privata e tra di esse e il tessuto produttivo. Allo stato la politica non mostra alcuna intenzione di recuperare o rilanciare altrove tale preziosa funzione. In un quadro siffatto soprattutto mentre il Governo s’appresta a lanciare un Piano consistente sull’energia, effettuare operazioni di smembramento sarebbe un atto estremamente dannoso per gli interessi generali del Paese.

Non mancheremo, a tali fini, d’intensificare e rendere permanente il confronto con i lavoratori, operando affinché, a tutti i livelli, s’aprano luoghi d’interlocuzione con i decisori.

Roma, 28 luglio 2009

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