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Nominata la terna commissariale dell'ex ENEA

La FLC Cgil augura all'Ing. Giovanni Lelli, all'Ing. Enrico Elli, al Professor P.M. Putti - nominati commissari dell'ex Enea - buon lavoro!

15/09/2009
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FLC Cgil ENEA

La FLC Cgil augura all'Ing. Giovanni Lelli, all'Ing. Enrico Elli, al Professor P.M. Putti - nominati commissari dell'ex Enea - buon lavoro!

La FLC Cgil auspica che i nuovi Commissari con noi vogliano condividere l'attenzione e, per quanto di loro competenza, impiegare la perizia necessaria, a traghettare l'ente ormai soppresso verso la nuova agenzia, avendo a cuore il destino professionale di tutti i dipendenti e la salvaguardia delle competenze ad oggi in essere.

In attesa di un incontro con le rappresentanze dei lavoratori e di conoscere eventuale specifico mandato ministeriale associato alla nomina ed in particolare gli obiettivi e impegni prioritari a lui assegnati per l'applicazione della legge 99, per le ragioni espresse in un comunicato pari data, al Commissario e ai nuovi sub Commissari, la FLC Cgil chiede sin d'ora l'impegno a garantire per il personale dell'ex Enea:
retribuzioni;
posto e sede di lavoro
condizioni procedurali necessarie alla continuità dell'attività di lavoro e dei programmi in essere;
l'apertura delle trattative per il ccni 2006-2009, che dovrà produrre per tutto il personale, eque tabelle di equiparazione al ccnl degli E.P.R.

Roma, 14 settembre 2009
_____________________

Legge 99/2009. Le nostre preoccupazioni per l'ENEA

Il 31 luglio è stata emanata sulla G.U. la legge 99, che all'art. 37 contiene le norme: per l'abrogazione della legge 257, istitutiva dell'ENEA; per il suo commissariamento; per la ridefinizione delle sue missioni e compiti, e della sua nuova dotazione finanziaria.

Il testo della legge 99 è estremamente preoccupante sotto almeno 5 aspetti:

Aspetto formale:
a.manca una norma transitoria tra l'abrogazione della d.l. 257/03 e l'emanazione del nuovo decreto (comma 4 art. 37)
b.manca l'indicazione dei tempi in cui emanare il nuovo decreto
c.manca il decalogo dell'ordinaria amministrazione a tutela dei diritti dei dipendenti presenti ( posto di lavoro, stipendio, assetto normativo in primis) ed a garanzia della prosecuzione delle attività già in essere.

Aspetto finanziario: la fase commissariale si colloca completamente concomitante con la definizione della finanziaria e del PNR, sui cui fondi l'ex-ENEA operava per percentuali pari a circa il 20% del bilancio totale. Inoltre, la legge sottrae all'Enea le risorse e la titolarità dei programmi per la ricerca nucleare (art. 40)

Aspetto organizzativo: la situazione attuale dell'ex-ENEA è di assoluta mancanza di un management. Tutti i capi dipartimento e Direttori centrali sono scaduti e non rinnovati, e attributi ad interim al D.G.; il D.G. a sua volta è un Facente Funzioni, e la carica è attribuita al capo del personale, privo del CV scientifico richiesto; i capi divisione erano e sono per il 70% attributi ad interim ai vecchi capi Dipartimento, per cui Il D.G.F.F. assomma circa 30 interim in contemporanea, senza averne titoli e esperienze.

Aspetto programmatico: in attesa del decreto di cui al comma 4 dell' art.37, la missione è indefinita, salvo alcuni adempimenti molto a cuore del Ministro, compresa l'attribuzione di uomini e mezzi alla nascente Agenzia per la sicurezza nucleare (A.S.N.). Si ribadisce che senza regolamento interno (il vecchio d.l. 165/2006 è decaduto insieme alla d.l. 257/03) non è possibile capire e verificare i criteri con cui il personale sarà scelto e trasferito, e la stessa cosa vale per i mezzi (finanziari e strumentali) da destinare all'A.S.N. Si parla di chi farà sicurezza nucleare, non di produzione di t-shirt. Su questo punto rimandiamo al commento specifico.

Aspetto internazionale: che lo si voglia o no, ormai le azioni di ricerca e il sistema ricerca Italia, operano dentro un sistema europeo, da cui traggono fondi e con cui prendono impegni, che devono essere rispettati nei tempi e nelle formalità legali di espletamento, previste dai regolamenti UE. Tali condizioni sono fortemente a rischio, sia per la mancanza di management (nella p.a. si ricorda serve un responsabile con delega di spesa anche per comperare un transistor), sia per la non definizione della missione. Oltre a interrompere le attività in essere (progetti già vinti da ENEA come tale) c'è il rischio del blocco della presentazione di nuovi progetti sui nuovi bandi UE, ed anche nazionali, con conseguente perdita di mercato e di know-how.
Il tutto condito con la promessa di ristrutturare l'ex-ENEA, volgendola verso i nuovi programmi nucleari nazionali pensati dal Ministero dello Sviluppo Economico, e con le notizie, apparse sui giornali, dei litigi tra ministeri competenti (Ambiente e Ricerca) per appropriarsi di parti dell'ex-ENEA.
In questa situazione le attese del personale ex-ENEA sono eufemisticamente, di scettica presa di distanza.
Non c'è stata alcuna attesa di salvifiche operazioni di ristrutturazioni volte al “nucleare”: l'ex-ENEA uscendo, dopo il referendum del 1987 dall'era nucleare nazionale, aveva già vissuto due fasi di ristrutturazione: la prima volta in modo soft, e la seconda con una legge corretta per quanto riguardava la definizione della nuova missione (ambiente, energia e innovazione tecnologica) ma purtroppo con un regolamento finalizzato in primo luogo a garantire l'inamovibile e, con poche eccezioni, insufficiente classe dirigente. Le notizie, iniziate a circolare un anno fa, di un rientro nella partita della “produzione di energia da nucleare” sono state accolte da gran parte del personale ex-ENEA con un silenzio assordante. Anche con nozioni minime in materia di organizzazione del lavoro risulta evidente che un'azienda (organizzazione-ente, ecc.) con lo stesso capitale umano non può sopportare più di una, ed una soltanto, ristrutturazione vera, che nel caso dell'ex-ENEA è già avvenuta, ed ha comportato non solo una modifica organizzativa, ma anche un “cambio di prodotto finale”. Quando si avvia l'ennesima ristrutturazione, (per l'ex-ENEA la terza) anche stavolta con cambio di prodotto finale (addirittura con il ritorno al “core business” di vent'anni fa), occorre motivare e rinnovare il capitale umano: è facile quindi capire perché l'avventura nucleare non appassioni più di tanto, visto anche le ristrette posizioni ideologiche del governo sulla valorizzazione delle competenze della ricerca, e specificatamente sull'allargamento dei finanziamenti e degli occupati nel settore ricerca.
Altro discorso sarebbe stato fare seriamente in Italia ricerca sul nucleare, anche per garantire la sicurezza dei numerosi impianti presenti in UE, ma per fare questo nessun imprenditore avrebbe sentito il bisogno di sopprimere l'impresa (ex-ENEA) e di lasciarla senza missione, uomini e risorse, come ha fatto la Legge 99: bastava aggiungere un adeguato team di ricerca sul nucleare, magari valorizzando anche la sparuta pattuglia delle Università impegnate sul tema.

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