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Incontro sulla SAES: buone intenzioni del presidente dell'ISTAT

Ma nell'immediato la soluzione tecnica non convince

30/07/2014
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Dopo la nostra richiesta, il presidente appena insediato Giorgio Alleva ha organizzato un incontro con tutte le organizzazioni sindacali sulla situazione della Scuola di Statistica, che si è svolto ieri pomeriggio, martedì 29 luglio 2014. Alla riunione ha partecipato un'ampia delegazione dei lavoratori della ex SAES. 

Il presidente ha introdotto, facendo il punto sull'articolo 21 del DL 90/2014 e sulle sue conseguenze sull'Istat. Alleva ha detto di essere fortemente impegnato a seguire la vicenda. E' pienamente consapevole dell'importanza della formazione che è essenziale per un ente di ricerca quale è l'Istat. Devono quindi essere mantenute, anzi valorizzate, le funzioni della ex SAES: quella formativa interna e quella degli attori del SISTAN, la promozione e diffusione della cultura statistica, la cooperazione internazionale.

Per garantire la transizione bisogna seguire attentamente i prossimi passaggi, ovvero la conversione in legge del DL 90/2014 e il DPCM attuativo. Non è infatti ancora chiaro quali e quante siano le funzioni e quindi le risorse finanziarie e strumentali che dovranno essere trasferite alla Scuola Nazionale dell'Amministrazione (SNA). Se alla SNA può essere delegata la formazione "generalista", l'Istat deve certamente mantenere quella "specialistica".

Il presidente ha sostenuto che nel bilancio dell'Istat non esiste nessun capitolo specifico della SAES: sarebbe quindi difficile sottrarre risorse all'Istat. Sulle risorse umane, non è previsto che - a parte il direttore - debbano essere trasferite altre persone.

La FLC CGIL ha innanzitutto sottolineato l'importanza dell'incontro ringraziando il presidente Alleva per la tempestività, dopo che per oltre un mese l'Istat ha gestito la vicenda senza consultare e informare i lavoratori coinvolti e senza chiamare le organizzazioni sindacali.

Abbiamo apprezzato e condiviso il disegno per il futuro delineato dal Presidente: anche se la SAES dovesse essere soppressa, l'Istat deve mantenere e anzi rafforzare le funzioni fino a ieri svolte dalla Scuola.

La questione principale rimane quella delle risorse. Se la relazione tecnica allegata al DL 90/2014 prevede infatti un "risparmio", probabilmente il governo non abbandonerà facilmente l'idea di sottrarre risorse all'Istituto, nonostante sia tecnicamente impraticabile. Se ciò dovesse accadere, l'atteggiamento dell'Istat dovrà essere molto netto: non solo l'Istat non deve perdere personale, ma non deve uscire nemmeno un euro dal bilancio dell'ente.

Sulla distinzione fra formazione "specialistica" e "generalista" abbiamo fatto notare che esiste un margine di ambiguità e sarebbe quindi opportuno un approfondimento sulla distinzione. Abbiamo ricordato che la formazione interna spetta all'Istat in quanto ente autonomo di ricerca, mentre la formazione degli enti del Sistan è tra i compiti dell'Istat in base al D.Lgs. 322/89 (art. 15).

La FLC CGIL ha quindi chiesto di condividere con le organizzazioni sindacali i passaggi di confronto sul fronte legislativo e con i lavoratori coinvolti la preparazione dell'accordo transitorio con la SNA e poi della convenzione collegata al DPCM attuativo del DL 90/2014.

Nell'immediato, abbiamo chiesto all'Istat di chiarire ai lavoratori come devono proseguire il loro lavoro. Finora infatti sono stati ipotizzati provvedimenti incomprensibili e contraddittori, provocando una sostanziale paralisi delle attività. E' il momento di dare ai lavoratori risposte certe sul presente, se non per il futuro. Anche dopo gli ultimi cambiamenti all'articolo 21 introdotti dalla Commissione Affari Costituzionali in Parlamento, appare ovvio che nella gestione transitoria non c'è bisogno di cambiare nulla, visto che la legge fa riferimento ai "rispettivi ordinamenti", che per l'Istat corrispondono al DPR 166/2010 e all'AOG n. 1. Peraltro la FLC CGIL ha presentato uno specifico emendamento che sarà discusso in aula proprio in questi giorni.

I lavoratori della ex SAES hanno sottolineato i "40 giorni di limbo" che hanno seguito finora la pubblicazione del DL 90/2014 in Gazzetta Ufficiale. La battaglia condotta dal personale non è particolaristica, ma a difesa dell'autonomia e dell'indipendenza dell'Istituto. Ci sono impegni che la Scuola ha in corso e che necessitano nell'immediato che sia ripristinato il "potere di firma" di un dirigente, almeno per la gestione dei progetti fino a fine anno. E' stato sottolineato che il gruppo che si è progressivamente integrato sotto la direzione della SAES ha creato un valore aggiunto per le funzioni e l'immagine dell'Istat e sarebbe un peccato perdere quel patrimonio.

Il presidente Alleva ha confermato di avere già avuto delle interlocuzioni con la SNA e il ministero e di essere sostanzialmente "ottimista" e ha espresso l'intenzione di coinvolgere le persone tecnicamente competenti nei prossimi passaggi, come da noi richiesto, e non solo i dirigenti dell'amministrazione. Ha inoltre concordato sulla necessità da noi evidenziata di un'attenzione sulla distinzione fra formazione generalista e specialistica.

Il direttore generale Weber ha quindi illustrato la delibera in preparazione, che prevede una soluzione nell'immediato, "la più neutra e provvisoria possibile", ovvero il trasferimento di tutti i lavoratori della ex SAES sotto la Direzione Generale. E' garantita l'unitarietà del personale della ex SAES, mentre il direttore uscente continuerà, come prevede l'accordo in preparazione con la SNA, a occuparsi dei progetti in corso. Secondo l'amministrazione sarebbe tecnicamente impossibile lasciare, come è ora, la struttura sotto la Presidenza.

La FLC CGIL ha subito espresso critiche a questa scelta, chiedendo di rivederla, pur apprezzando l'intento di mantenere unito il personale della struttura. Non è infatti l'unica soluzione possibile, anzi quella di lasciare sotto la presidenza la scuola sembra la scelta più in linea con l'impostazione enunciata dal Presidente, oltre che rispettosa della norma e dell'impostazione data agli accordi con la SNA per gestire la fase transitoria.

Dopo l'incontro si è tenuta una riunione tra le organizzazioni sindacali e i lavoratori, da cui è scaturito un comunicato unitario che è stato inviato all'amministrazione, nel quale si ribadisce la condivisione del disegno e delle intenzioni dichiarate dal Presidente sul merito, ma la contrarietà di lavoratori e sindacati alla soluzione tecnica predisposta per l'immediato.

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