È stato un esordio non facile quello del Ministro Brunetta al primo incontro con le organizzazioni sindacali sul "Piano industriale" per la Riforma della Pubblica Amministrazione.
Il 28 maggio scorso, infatti, la CGIL ha posto subito una questione di metodo in quanto il Ministero ha escluso dal confronto le categorie dei comparti pubblici. Non si è mai visto nella storia delle relazioni sindacali che sia la controparte a definire la composizione della delegazione che rappresenta i lavoratori. Inoltre, quel metodo è lo specchio di una questione di merito: nel piano anticipato da Brunetta, su cui abbiamo espresso il nostro giudizio negativo, i problemi di efficienza e produttività vengono imputati al ruolo eccessivo della contrattazione collettiva che andrebbe ridotto a vantaggio della legge. Un passo indietro di 20 anni rispetto alla scelta di valorizzare il contratto nel pubblico impiego sulla strada di unico sistema di regole contrattuali generali per quanto riguarda i settori privati e i settori pubblici.
Dopo le sollecitazioni unitarie il confronto è ripreso il 4 giugno con un incontro informale con le Confederazioni e successivamente con la presenza anche dei sindacati di categoria, assumendo un carattere quanto meno "inusuale". Nel corso dell'incontro è stato presentato un ulteriore documento sulla contrattazione che integra e in parte ricalca il "piano industriale". Le intenzioni esplicitate dal Ministro, unite al progetto di privatizzazione e riduzione degli spazi contrattuali presenti nel “piano industriale” rappresentano un primo segnale negativo con il quale dovremo fin dalle prossime settimane fare i conti.
Un ultimo incontro, almeno in ordine di tempo, si è svolto l'11 giugno. Il Ministro Brunetta ha consegnato ai sindacati l'indice della proposta di disegno di legge delega a cui sta lavorando. Il ddl prevede la modifica dell'attuale Dlgs 165/2001 per le parti che attengono alla riforma della contrattazione.
Nei giorni successivi, CGIL, CISL e UIL hanno elaborato una proposta unitaria di valutazione dei testi consegnati in occasione dei diversi incontri. Nel documento le segreterie nazionali danno un giudizio negativo su parti importanti delle linee guida di riforma della Pubblica Amministrazione, in particolare per quanto riguarda la riduzione degli spazi di contrattazione su importanti materie come carriere, mobilità e organizzazione del lavoro. CGIL, CISL e UIL sottolineano anche la necessità che in questo quadro venga salvaguardata la particolarità dei settori della conoscenza e rivendicano il proseguimento del processo di stabilizzazione del personale precario.
I sindacati confederali chiedono che il confronto aperto con il Ministro Brunetta produca le necessarie modifiche al disegno di legge delega predisposto, prima che lo stesso venga presentato al Consiglio dei ministri.
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