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Europa. Sistemi scolastici e nuovi paesi membri

Europa, Maggio 2004

09/05/2004
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Europa

Maggio

Sistemi scolastici e nuovi paesi membri

In occasione dell’allargamento dell’Unione Europea a 25 paesi membri, Eurydice, il network informativo sull’educazione in Europa, delinea le caratteristiche generali dei sistemi educativi dei nuovi stati membri.

  • Maggiore autonomia delle scuole nel reclutamento dei docenti, in analogia con quanto avviene in Olanda, nei Paesi nordici e nel Regno Unito.

  • Nonostante le facilitazioni educative rivolte ai bambini dai tre ai sette anni, la frequenza a 4 anni dei sistemi educativi è in tutti questi paesi più bassa (media del 55% rispetto all’85% dell’UE a 15)

  • In quasi tutti i nuovi stati membri, la percentuale di giovani che hanno concluso positivamente la scuola secondaria superiore è più alta della media dell’UE a 15. Trend opposto nell’istruzione superiore, dove il tasso di laureati è generalmente più basso.

  • Come in quasi tutte le altre parti d’Europa, ci sono più donne iscritte all’istruzione superiore soprattutto nei settori umanistici, delle scienze sociali e artistici.

  • Tutti i nuovi stati membri hanno reso obbligatorio l’apprendimento di due lingue straniere nella scuola secondaria generale; mentre lo stesso avviene solo in metà dei paesi dell’UE a 15.

  • La spesa per l’educazione per tutti i livelli generalmente è inferiore rispetto all’UE a15. Analogo discorso per gli stipendi degli insegnanti, con l’eccezione di Cipro e Malta.

  • La valutazione interna delle scuole è obbligatoria in quasi tutti i paesi nuovi membri, mentre rimane facoltativa in parecchi paesi dell’UE a 15. In metà di tali paesi, i responsabili della valutazione esterna delle scuole lavorano in accordo con i criteri definiti a livello centrale. Tale situazione è meno diffusa nei paesi dell’UE a 15.

Stati Uniti. In via d’estinzione gli insegnanti maschi?

Un’indagine svolta dalla NEA, il sindacato della scuola più rappresentativo degli Stati Uniti, evidenzia che sono solo 3milioni gli insegnanti uomini nella scuola pubblica, pari al 21% della categoria, il livello più basso negli ultimi 40 anni, dopo due decadi di continuo declino. In particolare, la percentuale degli insegnanti nella scuola elementare si è dimezzata nel giro di venti anni (dal 18 al 9%), mentre nella scuola secondaria è passata dal 50% del 1986 all’attuale 35%. Drammatica la situazione per quanto riguarda i docenti di colore, che costituiscono solo il 16% degli insegnanti uomini e circa il 42% delle scuole hanno solo docenti bianchi (uomini e donne).

Secondo la ricerca della NEA, sono diversi i fattori che incidono sulla penuria d’insegnanti uomini e tra questi giocano un forte ruolo gli stereotipi di genere. Malgrado anni ed anni di battaglie per bandire ogni distinzione tra “lavori maschili” e “lavori femminili”, prevale l’idea che le donne siano più adatte all’educazione dei bambini. Motivo per cui gli insegnanti uomini sono più presenti nella scuola secondaria.

Anche i fattori economici giocano un ruolo importante: i bassi salari nel settore dei colletti bianchi minano qualsiasi tentativo di attirare uomini all’insegnamento poiché gli stipendi non sono sufficienti per mantenere le proprie famiglie, inoltre il fatto che gli stipendi sono più bassi rispetto a quelli degli altri professionisti diminuisce il prestigio e il valore sociale della carriera di docente.

Una situazione allarmante secondo il presidente della NEA Reg Weaver, per cui “ la triste realtà è che un ragazzo può fare tutto il percorso educativo senza mai avere un insegnante che sia del suo stesso genere. Questo fatto non riflette la realtà esterna e certamente non corrisponde a come noi vorremmo che i nostri bambini vedessero il mondo”

Tra le soluzioni, la Nea propone l’abbattimento del divario salariale rispetto alle altre professioni -negli stati in cui i salari docenti sono più alti cresce anche la percentuale d’insegnanti uomini- l’identificazione e il reclutamento dei ragazzi nell’istruzione superiore rivolta alla formazione degli insegnanti e il proselitismo da parte degli insegnanti – l’influenza di un maestro nella scuola elementare o secondaria è uno dei motivi più frequenti per cui degli alunni scelgono di fare gli insegnanti.