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Un nuovo progetto culturale per costruire una scuola di qualità

Il Convegno nazionale del Tavolo “Fermiamo la Moratti”

07/02/2006
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Sabato 4 febbraio, presso il liceo classico “T.Tasso” di Roma, si è tenuto il Convegno nazionale “primo: abrogare la Moratti; secondo…idee e proposte, dalla scuola e dalla società, per ricominciare a costruire una scuola democratica secondo Costituzione” promosso dal tavolo nazionale “Fermiamo la Moratti” di cui la FLC Cgil fa parte.

Il Tavolo nazionale “Fermiamo la Moratti”, nato dai movimenti prodotti dalla “riforma” della scuola voluta dall’attuale governo di centrodestra, che nel tempo ha aperto un dibattito costruttivo “sulla scuola che vogliamo”, alla vigilia di programmi elettorali ha ritenuto opportuno presentare e discutere con i partiti dell’Unione un nuovo progetto culturale per costruire una scuola di qualità.

Il convegno ha inteso discutere con insegnanti, studenti, genitori, forze politiche sul futuro della scuola italiana.

Nel corso del Convegno sono emerse le seguenti priorità:

· la difesa del diritto allo studio e quindi l’improrogabilità dell’innalzamento dell’obbligo scolastico immediatamente a 16 anni e successivamente a 18;

· l’affermazione della scuola come diritto di tutti, la salvaguardia della scuola della Repubblica, della Costituzione;

· la denuncia sulla base, anche dalle indagini nazionali e internazionali, che la politica governativa dell’era morattiana risponda alle esigenze della scuola,con leggi che affossano sempre di più la scuola pubblica, dando sempre maggior spazio, anche economico, a quelle private. Con l’ultima sentenza il TAR Lazio sul portfolio, ha confermato le ipotesi di illegittimità più volte sollevate dal movimento, ha ridato certezza di legalità ai docenti.

E’ stata posta l’attenzione alla scuola a livello mondiale in un contesto di globalizzazione dell’economia ma non dei diritti, e al rischio che la globalizzazione della conoscenza diventi una retorica.

La scuola deve riuscire ad essere una scuola della cittadinanza, pubblica, laica, capace di costruire una cultura per l’uguaglianza basata sulle differenze, capace di costruire il futuro.

E’ emersa la necessità di produrre immediatamente un progetto di innovazione per l’istruzione volto all’uguaglianza sociale nel pieno rispetto delle finalità che le assegna la Costituzione.

Tutti hanno concordato sull’idea che la scuola deve cambiare; occorre dare maggiore ruolo istituzionale e sociale alle scuole, non intendere l’autonomia come produzione di progetti e progettini, avulsi dal percorso scolastico, che non cambiano il”fare scuola” che non hanno nulla a che vedere con una didattica culturale attenta ai progetti.

La discussione spaziando su tutte le problematiche, che oggi impoveriscono l’offerta formativa con l’applicazione della riforma, ha evidenziato la necessità di tempi distesi, estensione del tempo pieno e prolungato.

Il ripristino dell’obbligo scolastico è stato inteso come diritto civile, quindi necessità di recuperare la correttezza costituzionale e l’abolizione del mendace diritto dovere. L’acquisizione di un diploma è stato considerato una scelta di civiltà, un diritto civile in una società dove la velocità dei cambiamenti culturali, sociali sul lavoro e la loro complessità richiedono saperi e competenze sempre più sofisticate e consolidate. Una scelta che prevede finanziamenti finalizzati ed organici adeguati al successo formativo che si vuole ottenere.

Antonia Sani ha introdotto le quattro relazioni alla base della discussione nei lavori di gruppo:

· Per una scuola di livello mondiale –Domenico Chiesa

· Dalle opzionalità che discriminano al curricolo di tutti e per tutti- Gigliola Corduas

· Elevare l’obbligo scolastico di istruzione per realizzare il diritto all’approfondimento per l’intero arco della vita:necessità educativa, garanzia per i singoli, bisogno del paese- Maria Brigida

· Contro il modello trasmissivo realizzare una scuola del protagonismo e della ricerca—Diana Cesarin

I lavori di gruppo hanno ampiamente condiviso le problematiche presentate, rafforzando l’idea della necessità di un innalzamento immediato dell’obbligo scolastico con un biennio scolastico e l’ipotesi di formazione professionale solo successiva all’obbligo.

Vittorio Cogliati Dezza, a nome del Tavolo, ha evidenziato nei lavori del pomeriggio la necessità di riconoscere pari dignità a tutte le discipline e le corresponsabilità del gruppo docente, che fin dalla formazione iniziale deve essere messo in grado di sviluppare capacità di ricerca. Ha continuato sottolineanndo come siano presenti modelli culturali negativi che vanno subito isolati, quali per esempio creare eccellenze o come l’idea di privatizzazione, che la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici sia indice di qualità.

L’intervento di quasi tutte le forze politiche dell’Unione ha posto in evidenza i punti su cui dall’11 di aprile, con l’auspicata vittoria del centrosinistra, i partiti dell’Unione intendono intervenire sulle problematiche inerenti alla conoscenza:

* Potenziare l’offerta formativa 0-6 anni

* Primo ciclo: potenziare gli elementi di continuità didattica e di percorso, valorizzare i tempi distesi (tempo pieno, tempo prolungato)

* Secondo ciclo:elevare l’obbligo scolastico a 16 anni, con un biennio di scuola superiore con valenza orientativa rispetto ai percorsi successivi; l’istruzione superiore, sempre di 5 anni, si conclude con un esame di Stato, con commissioni con prevalenza composizione esterna;

* Formazione professionale: obbligo formativo a 18 anni da potersi realizzare nei sistemi dell’istruzione professionale nella formazione professionale, nell’apprendistato

* Alta formazione professionale

* Formazione permanente.

E’ stato ribadito inoltre che è necessario abrogare tutti quei decreti attuativi della Legge 53 che cozzano con il progetto di scuola del centro sinistra: primo il decreto 226 sul secondo ciclo.

Nel corso dei lavori sono intervenuti i rappresentanti del Comitato Toscano Fermiamo la Moratti, e del Comitato promotore dell’iniziativa di legge popolare “per una buona scuola per la Repubblica” che hanno presentato le rispettive iniziative di legge popolare, l’una finalizzata all’abrogazione della Legge53/03, l’altra, a partire dall’abrogazione della legge 53 a elaborare una legge di riforma complessiva sulla scuola.

Al termine dei lavori è stato letto l’appello del Tavolo Nazionale Fermiamo la Moratti.

Roma, 7 febbraio 2006