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Elezioni RSU, SPI CGIL: lavoro pubblico e cittadini, stessi interessi

Il Sindacato pensionati della CGIL con le categorie della Funzione Pubblica e della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza.

22/09/2010
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Venerdì 24 settembre si terrà a Roma una grande iniziativa di denuncia e mobilitazione per impedire che a quasi quattro milioni di lavoratori pubblici sia negata la possibilità di scegliere i propri rappresentanti sul luogo di lavoro. Le elezioni per il rinnovo delle RSU sono un diritto previsto da una legge dello Stato. Negare questo diritto significa soffocare la libertà di espressione di milioni di lavoratori.

La gravità di questo tentativo viene anche colta da chi non è più lavoratore, ma pensionato. "Lo SPI - si legge nel comunicato del Sindacato Pensionati della CGIL - giudica irresponsabile tale atteggiamento sia sul piano della democrazia sia sul piano dell'efficienza delle Amministrazioni Pubbliche e dell'efficacia e dell'appropriatezza delle prestazioni e dei servizi erogati".

Nel dare il più ampio sostegno all'iniziativa delle categorie della Funzione Pubblica e della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza, lo SPI CGIL sottolinea anche "la straordinaria coincidenza di interessi tra lavoro pubblico ed utenza, soprattutto in una fase di pesante crisi economica, sociale e morale che si pretende di risolvere con la riduzione dei sistemi di Welfare".

"Occorre contrastare - conclude il comunicato - questo disegno e proporre la formulazione di un nuovo patto sociale e civile capace di affrontare le sfide che il Paese ha di fronte".
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Lo SPI CGIL con le categorie della Funzione Pubblica e della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza

Lo Spi, nel condividere le ragioni della mobilitazione, partecipa con convinzione politica all'assemblea nazionale dei quadri e dei delegati della FP e della FLC, indetta per rivendicare il diritto al rinnovo delle Rsu, al contratto nazionale ed alla contrattazione integrativa.

A circa due milioni di lavoratori si vuole impedire di partecipare attivamente e liberamente alla scelta dei propri rappresentanti, i quali hanno il compito di raccogliere le loro esigenze, di rappresentarle, di ricercare le migliori soluzioni e di contrattare con modalità condivise la loro attuazione.

Lo Spi giudica irresponsabile tale atteggiamento sia sul piano della democrazia sia sul piano dell'efficienza delle Amministrazioni Pubbliche e dell'efficacia e dell'appropriatezza delle prestazioni e dei servizi erogati.

Impedire il rinnovo delle Rsu significa svilire la qualità della democrazia attraverso la negazione della partecipazione dei lavoratori alle scelte dei diversi comparti pubblici, ma soprattutto contribuire ad aggravare la lesione dei diritti dell'utenza dei servizi pubblici già gravemente compromessi dai tagli devastanti allo Stato Sociale.

Le Rsu, sono uno strumento prezioso per il contributo che possono fornire alla pratica della contrattazione sociale e per superare la distanza tra il lavoro prestato nei servizi pubblici ed i cittadini che ne usufruiscono.

Lo Spi sottolinea la straordinaria coincidenza di interessi tra lavoro pubblico ed utenza, soprattutto in una fase di pesante crisi economica, sociale e morale che si pretende di risolvere con la riduzione dei sistemi di Welfare.

Il Governo Berlusconi procede a spron battuto verso lo smantellamento di tutte le forme di protezione sociale che i gli anziani ed i lavoratori hanno contribuito a far crescere nel Paese siglando un patto di solidarietà sulla base dei valori della Carta Costituzionale.

Per farlo ha bisogno di comprimere i diritti lavoristici e di cittadinanza.

Occorre contrastare questo disegno e proporre la formulazione di un nuovo patto sociale e civile capace di affrontare le sfide che il Paese ha di fronte.