Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Corriere delle Alpi-Riforma della scuola: i docenti interrogano il ministro

Corriere delle Alpi-Riforma della scuola: i docenti interrogano il ministro

Riforma della scuola: i docenti interrogano il ministro Un gruppo di docenti chiede che venga fatta chiarezza sull'attuale riforma scolastica che il Parlamento ha varato. Gli insegnanti fanno ril...

06/04/2003
Decrease text size Increase text size
Corriere delle Alpi

Riforma della scuola: i docenti interrogano il ministro

Un gruppo di docenti chiede che venga fatta chiarezza sull'attuale riforma scolastica che il Parlamento ha varato. Gli insegnanti fanno rilevare che:
* Non è accettabile, anzi scandaloso, che una riforma di grande importanza per il Paese venga messa in atto attraverso una legge delega e dei regolamenti attuativi, eliminando di fatto una discussione Parlamentare e un confronto sereno e ragionato con il personale che opera all'interno della scuola. Un tale metodo di procedere è contro ogni regola democratica di un paese civile, anche perché, così facendo, la riforma scolastica finisce per rappresentare l'idea di una sola parte politica e nel caso di cambiamento di Governo questo si sentirà legittimato a rivoluzionare nuovamente il sistema scolastico con grave nocumento per la nazione.
* Nell'attuale riforma si delineano le linee generali ma nulla si conosce (per opportunismo politico o per mancanza governativa) circa i programmi, la separazione tra licei e formazione professionale, libertà d'insegnamento sancita dalla Costituzione, finanziamenti utili allo sviluppo del sistema scolastico, regionalizzazione scolastica.
* L'iniquità di prevedere un sistema di scuola professionale dedito ad insegnare un mestiere, ed un sistema liceale improntato alla preparazione dei futuri quadri dirigenti. L'attuale sistema scolastico ha garantito a tutti un insegnamento di base. A tal proposito, si ricorda, come molti Istituti Tecnici e Professionali abbiano svolto un lavoro da certosini motivando allo studio ragazzi che, al momento della scelta scolastica, erano immaturi con scarsa propensione allo studio. Con opportuni interventi questi studenti hanno trovato voglia e motivazioni tali da ottenere anche risultati di eccellenza. Non è ammissibile che ora la riforma preveda una scelta prematura e che difficilmente potrà essere cambiata in corso con le famose "passerelle", visto che i tagli previsti sul personale, sulle ore di lezione, sui laboratori ecc., non permetteranno più agli insegnanti di lavorare sugli allievi con percorsi personalizzati. I docenti, soprattutto quelli di Istituti tecnici e professionali, hanno da tempo accettato una linea di insegnamento che prevede di concepire tutte le materie professionalizzanti non come fine, ma piuttosto come strumento per l'acquisizione di conoscenze abilità e capacità generali estendibili ai processi produttivi.
* La riforma tace su ciò che avverrà nei confronti del personale Ata e docente. Per il personale docente sono previsti tagli di posti per gli insegnanti di sostegno, (forse il nostro ministro è abituata a bazzicare in scuole dove spesso rifiutano i diversamente abili e non conosce la dedizione e le difficoltà che questi insegnanti giornalmente debbono affrontare e non conosce neppure cosa significhi per gli altri docenti svolgere il proprio lavoro in classi con portatori di handicap) aumentando di fatto la mole di lavoro per quei pochi insegnanti che manterranno il posto. La riforma prevede ancora l'eliminazione degli insegnanti tecnici pratici (Itp). Si tratta di circa 30.000 lavoratori della scuola che da sempre hanno dato il loro contribuito alla formazione degli allievi con professionalità. Sono previsti anche tagli del personale Ata. Altri tagli, con ogni probabilità, ci saranno per i docenti laureati che si verranno a trovare in soprannumero causa: diminuzione del numero di classi, di un anno scolastico, l'aumento di allievi per classe, la diminuzione di ore curricolari. Prevista la riduzione del personale nei convitti.
* La scarsa, per non dire irrilevante informazione data ai genitori, ai cittadini sulla portata di questa riforma che non permette loro di rendersi conto dello scenario scolastico che si presenterà nel futuro dei loro figli. Ci sarà la scuola privata di serie A e quella pubblica di serie B. L'una riservata ai ceti sociali più elevati, l'altra rischia di trasformarsi in "ghetto" dell'istruzione. Gli attuali Istituti tecnici e professionali sforneranno solo forza-lavoro manuale, anche se specializzata.
I docenti, in ragione di quanto sopra esposto, gridano a gran voce la loro protesta e chiedono che i nostri parlamentari si facciano promotori di una interrogazione parlamentare affinché con chiarezza il Ministro risponda alle seguenti domande:
* Quale scenario per gli Istituti Tecnici e Professionali?
* Quale sarà la preparazione dei nostri figli?
* Quanti precari, insegnanti di sostegno e tecnico pratici si troveranno senza un posto o una cattedra?
* Quanti gli insegnanti laureati che perderanno una cattedra e come si pensa di utilizzarli? E i perdenti posto per la chiusura convitti?
Riteniamo che a questi e altri quesiti il Ministro, ammesso che abbia una idea di quale scempio stia compiendo nella scuola italiana, debba una risposta.
Seguono un centinaio di firme
Primo firmatario Lorenzo Rispoli Insegnanti Ipsaa, Feltre Istituto Comp. Falcade Istituto Comp. S.Giustina Altri istituti della provincia