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Corriere-Due esercitazioni l'anno, ma se la scuola è vecchia non servono

Parla una direttrice didattica: insegniamo ai bambini che devono mettersi sotto i banchi in caso di scosse "Due esercitazioni l'anno, ma se la scuola è vecchia non servono" FAENZA (R...

04/11/2002
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Corriere della sera

Parla una direttrice didattica: insegniamo ai bambini che devono mettersi sotto i banchi in caso di scosse

"Due esercitazioni l'anno, ma se la scuola è vecchia non servono"

FAENZA (Ravenna) - Che cosa si fa in caso di terremoto? Tutti sotto i banchi. O sotto i muri portanti. E lontani dalle finestre. Guai a fuggire subito, bisogna aspettare la conclusione delle scosse. Solo dopo si esce in fila indiana. Prove tecniche di sicurezza. Tutti i bambini italiani, per legge, fanno esercitazioni di evacuazione e di comportamento in caso di terremoto o incendio. Rincuorante? Non molto. Almeno a sentire le parole di una direttrice didattica. "Certo, negli istituti si fanno le esercitazioni. Ma se la scuola è vecchia o se è ospitata in un antico palazzo, c'è poco da sperare. Purtroppo penso che una tragedia così sarebbe potuta succedere anche da noi, in Emilia Romagna. E chissà in quante altre scuole italiane". A parlare è Marisa Tronconi, direttrice scolastica del quinto circolo di Faenza che comprende quattro edifici scolastici di classi elementari. Direttrice Tronconi, che cosa imparano in classe i bambini?
"C'è una legge nazionale, precedente alla 626 (cioè la legge di sicurezza sui luoghi di lavoro), che impone alle scuole di simulare situazioni di emergenza. Proprio per questo ogni istituto ha un rappresentante della sicurezza che si occupa di questo. Ogni anno vengono fatte due simulazioni. Una interna, l'altra più grande a primavera. E' la cosiddetta "Settimana della sicurezza": ci sono tutti gli istituti scolastici del territorio e le istituzioni locali".
Che cosa si insegna durante queste simulazioni?
"In genere si fa una prova di evacuazione generale. E altre di evacuazioni particolari: terremoto o incendio. C'è anche un decalogo appeso in classe".
Che cosa si fa quando la classe trema?
"Tutti sotto i banchi o sotto i muri portanti che vanno individuati prima. Zone a rischio sono le finestre, le vetrate e le scale. Bisogna resistere alla tentazione di fuggire subito. Meglio stare calmi e protetti come si può. Solo dopo si esce in fila indiana. C'è un bimbo capofila. Le maestre per ultime col registro per poter fare l'appello, una volta fuori. Ogni classe ha il suo percorso, disegnato sui pavimenti con delle strisce di colori diversi. I bambini imparano a usarli normalmente tutti i giorni, li sanno già a memoria. Poi ci si ritrova al punto di raccolta. Un punto sicuro, magari in mezzo al parco, lontano dagli edifici".
Funziona?
"Credo che siamo ancora lontani. La cultura della sicurezza non è tanto diffusa nella scuola e soprattutto nella società. Non ci si pensa proprio. Senza contare, ripeto, il degrado di troppi edifici scolastici. Lì puoi fare anche tutte le strisce per terra del mondo".
I bambini come reagiscono a queste simulazioni?
"Imparano con facilità, si entusiasmano più dei grandi, fanno tante domande".
Quando farete la prima simulazione?
"Avremmo dovuto già averla fatta in questo periodo".
Daniela Camboni