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Corriere: Il fronte antioccupazioni I prof alleati delle famiglie

Scuola Raccolte di firme per fare lezione. E 5 in condotta a chi protesta

20/11/2009
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Corriere della sera

Cancelli sbarrati e manifesti online. «Basta con i bivacchi»

ROMA — Presidi, inse­gnanti, genitori e anche stu­denti. Il fronte antioccupazio­ni quest’anno è più compat­to. Parte da Roma e s’allarga. Tutti schierati contro «l’inuti­le, stanco e sterile cliché», co­me ha scritto nella sua lettera ai genitori il professor Cosi­mo Guarino, preside del liceo classico «Mamiani», «okkupa­to » giusto ieri dai ragazzi. «Gentili genitori, ci siamo — ha scritto il professore —. Vorrei che ne parlaste con i vostri figli cer­cando di appro­fondire la ricer­ca di altre for­me più aperte e consapevoli di dissenso e pro­testa... L’occu­pazione di un li­ceo è diversa da quella nelle fab­briche... ». Quat­tro giorni di «autogestione» li ha concessi da oggi Maria Luisa Michesi, la preside del «Morgagni», l’istituto romano dove l’occu­pazione lunedì è saltata per­ché un docente in extremis aveva intercettato i piani de­gli studenti su Facebook. Quando i ragazzi sono arriva­ti, così, hanno trovato i can­celli chiusi e i prof asserraglia­ti dentro. Sorpresa.

Un altro preside, Mario Ru­sconi, dirigente dello scienti­fico «Newton» e vicepresi­dente dell’Associazione nazio­nale presidi (che raccoglie 430 scuole in tutt’Italia) ha messo ieri online addirittura un «manifesto contro le occu­pazioni ». Un documento per dire basta con il vecchio mo­dello del passato: studenti contro professori, i ragazzi chiusi dentro e la polizia fuo­ri, pronta a sgomberare. Ba­sta pure coi bivacchi nottur­ni. Piuttosto meglio una setti­mana all’anno di «autogestio­ne concordata» con i docenti, una settimana di «didattica flessibile» come la chiama lui. Tutti i giorni dalle 8.30 al­le 17.30. Orario d’ufficio. Poi la scuola chiude, i ragazzi tor­nano a casa e si rivedono l’in­domani (senza il rischio di fa­re danni, com’è successo nei giorni scorsi al «Cavour» di Roma, dove sono stati rubati dei computer e pure i soldi della cassa del bar).

Quest’anno, insomma, tol­leranza zero. Cresce anche il partito del 5 in condotta, do­po l’annuncio fatto dalla vice­preside dell’«Anco Marzio» di Ostia, Margherita Rauccio, di voler portare l’ipotesi del­l’insufficienza in pagella nel prossimo consiglio d’istituto, per sanzionare i ragazzi che nei giorni scorsi hanno tenta­to l’occupazione. La preside dell’istituto Loretta Zona ieri ha incontrato i genitori dei 5 ragazzi identificati e loro stes­si hanno approvato l’idea di un possibile 5 in condotta co­me punizione per i figli. Il pre­side Rusconi è perentorio: «Occupare è un reato, la scuo­la è un servizio pubblico che non può essere interrotto. L’insufficienza nel comporta­mento, secondo la nuova ri­forma, è una misura che può essere adottata solo in presen­za di gravi atteggiamenti. Non vedo cosa ci sia di più grave che infrangere una leg­ge ».

«Diciamo la verità, mam­me e papà ormai si sono rotti di dover pagare i danni fatti a scuola dai propri figli duran­te le occupazioni» sbotta Do­natella Poselli, presidente del­l’Unione italiana genitori. Fac­ciamo un esempio: nell’ulti­ma «okkupazione» di otto­bre, a Firenze, si sono contati 10 mila euro di danni solo al liceo classico Michelangelo, bandiera della città. E il presi­de, Massimo Primerano, alla fine non ha avuto esitazioni: ha chiesto alle famiglie di ri­sarcire. Il preside, in verità, ha fatto anche di più: ha chie­sto agli studenti il certificato medico per poter rientrare in classe dopo più di 5 giorni d’assenza e seguire regolar­mente le lezioni. «Ho solo ap­plicato la legge — ha spiega­to il professor Primerano —. L’occupazione era una sempli­ce coincidenza».

Anche tra gli studenti, pe­rò, serpeggia il malcontento. I «Giovani padani», nei licei del Veneto, non ci pensano proprio a occupare. Edoardo Celeste, studente del «Tasso» di Roma, il liceo che fu di Mo­ravia, Andreotti, Manlio Can­cogni e Federico Zeri, ha in­viato una lettera amarissima ai giornali: «Frequento l’ulti­mo anno, dunque alle occupa­zioni ormai sono avvezzo, avendone alle spalle ben 4, ma se alle prime assistevo inerte ora invece sono stufo di quest’atto di sopraffazio­ne. Così ho sostenuto una rac­colta di firme contro l’occupa­zione, ho persino scritto un articolo sul giornalino della scuola, Il tassometro . Ma niente da fare».

E se a Roma soffia già il vento, a Milano la quiete è so­lo apparente. Innocente Pessi­na, dirigente del liceo classi­co «Berchet», commenta: «Da noi al momento non c’è nulla. Per ora ho ricevuto una richiesta di cogestione, che io definisco attività didattica al­ternativa. C’è da dire che noi abbiamo il trimestre: i ragaz­zi sanno che per loro è perio­do di valutazione...». Cautela. E attesa. In gioco c’è l’immagi­ne dell’istituto, soprattutto in tempi di iscrizioni. La prossi­ma settimana, tra l’altro, si terranno gli open day , le gior­nate di scuola aperta per pre­sentare l’offerta formativa ai ragazzini di terza media e alle loro famiglie. Meglio evitare di far coincidere un appunta­mento così importante con una possibile agitazione stu­dentesca. Ma la protesta mila­nese, dopo i due arresti di martedì, potrebbe materializ­zarsi già oggi con un presidio al «Virgilio» e un’occupazio­ne annunciata allo scientifico «Volta». I Collettivi sono in mobilitazione. Da lunedì 23 si fa sul serio.

Fabrizio Caccia Annachiara Sacchi