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Corriere-Il ruolo di studenti e professori

Il ruolo di studenti e professori LA FORMA DELL'ESAME Più d'un secolo fa, Carducci si trova a Desenzano sul Garda. Davanti a lui ci sono alcuni giovani "lombardotti", che se ne stann...

18/06/2003
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Corriere della sera

Il ruolo di studenti e professori

LA FORMA DELL'ESAME

Più d'un secolo fa, Carducci si trova a Desenzano sul Garda. Davanti a lui ci sono alcuni giovani "lombardotti", che se ne stanno seduti, silenziosi e assorti, su "sette panchettine", a scrivere il loro compito d'italiano. Carducci deve sorvegliarli e l'attesa si prolunga. Consuma allora un suo pranzetto: "Una buona costoletta, a la fe' di Dio, con patatine ben crogiolate, e del formaggio stupendo, e delle albicocche, delle albicocche che nulla hanno a invidiare a quelle che rosee galleggiano fra 'l verde mite, ne' verzieri della mia dolce Toscana". I "lombardotti" che "devono scrivere i loro poveretti pensieri nel loro poveretto e lumacoso volgare", guardano il professore con invidia: "Mi guardano e pensano: oh quanto sarìa meglio mangiare costolette come fa il commissario e sgranocchiare patatine e succiarsi albicocche!". E Carducci di rimando pensa: "Avete ragione, o lombardotti, tanto non sarete voi né il Fracastoro, né il Castiglione: ma intanto mangio io: e voi scrivete sul Tasso; ma quasi quasi vorrei esser voi, e pigliarmi la briga di fare il vostro esame, per poi andarmene per la laurea... per due lauree, per tre lauree... perenni".
Anche il professor Carducci, che era pure uomo di scuola serio e severo, ben convinto delle istituzioni, non sembra aver molta fiducia nel valore degli esami: proprio come i suoi colleghi d'oggi. Però sa rimanere professore e imporre una distanza ai "lombardotti", i quali, da parte loro, sembrano subirla con naturalezza.
A più di un secolo di distanza risulterebbe difficile per un commissario sgranocchiare con avidità patatine, o succhiare con golosità delle albicocche, davanti a qualcuno dei sessantamila candidati lombardi che oggi affrontano la prima prova scritta(24 mila nella sola Milano). La cronaca di questi ultimi anni ha registrato episodi completamene opposti: di professori che offrivano panini e caramelle ai candidati.
L'ho presa un po' alla lontana per cercare di dire, scherzando, una cosa in realtà molto seria e semplice. Un commissario dovrebbe riuscire a stare a metà strada tra il sadico professor Carducci, che esercita e dimostra tutto il suo potere, e il professore moderno, uno sbracato che fa l'amico dei propri allievi e si scrolla di dosso ogni importanza. Se gli esami di maturità troppo semplificati hanno ancora un minimo di senso, questo senso sta ormai soltanto nella loro ritualità formale. Sono infatti una rarissima occasione in cui giovani e adulti nella scuola possono recuperare, sia pure per breve tempo, la diversità dei rispettivi ruoli. Un commissario può fare in modo che ciò accada fino in fondo: che gli adulti cioè non manchino al loro dovere di ascoltare (e giudicare) i giovani, che i giovani non dimentichino il loro diritto di essere ascoltati e giudicati.
di GIORGIO DI RIENZO