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Corriere-ins.di religione-Primo via libera alla Camera. Allo studio tagli nella scuola

Primo via libera alla Camera. Allo studio tagli nella scuola ROMA - Gli insegnanti di religione cattolica non saranno più dei precari. La Camera ha approvato in prima lettura un disegno di leg...

06/12/2002
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Corriere della sera

Primo via libera alla Camera. Allo studio tagli nella scuola

ROMA - Gli insegnanti di religione cattolica non saranno più dei precari. La Camera ha approvato in prima lettura un disegno di legge del governo che li equipara ai docenti di tutte le altre materie. I voti a favore sono stati 231, i contrari 105, 11 gli astenuti. Ora il provvedimento andrà al Senato. Le nuove norme hanno diviso l'Ulivo: la Margherita ha votato a favore, con l'eccezione di Antonio Maccanico che ha definito il testo una "grave anomalia". A favore anche l'Udeur, "pur con alcune perplessità" come ha rilevato Carla Mazzuca. Il resto dell'Ulivo e Prc si sono espressi contro. Dissensi si sono registrati anche tra le file della maggioranza: Giorgio La Malfa (Pri) ha votato contro, i socialisti del nuovo Psi si sono astenuti. Nell'Udc hanno votato 15 deputati. Lo stesso argomento, la religione, oggi potrebbe tornare a dividere: ma stavolta potrebbe toccare alla maggioranza. Il ministero dell'Economia intenderebbe introdurre ulteriori tagli su stanziamenti in materia scolastica riguardanti l'anno in corso. I tagli si aggirerebbero sul 15 per cento, circa 1000 milioni di euro, pari a 2 mila miliardi di vecchie lire. In particolare sarebbero dimezzati - da 418 a 211 milioni di euro - i contributi alle scuole non statali, in buona parte gestite da ordini religiosi. Verrebbero ridotte ai minimi termini le spese per l'igiene e la sicurezza negli istituti. INSEGNANTI DI RELIGIONE - Gli insegnanti di religione cattolica, circa ventimila, avranno lo stesso trattamento economico e giuridico dei colleghi delle altre materie. Oggi questi professori vengono scelti dal vescovo locale e hanno un incarico annuale. Le nuove norme, se da una parte lasciano al vescovo il potere di scegliere i docenti di religione, dall'altra, attraverso dei concorsi, li trasformano in dipendenti dello Stato. A questo punto se l'ordinario diocesano dovesse revocare l'idoneità, l'insegnante non perderà più il posto, ma potrà usufruire, in base ai titoli posseduti, della mobilità all'interno del comparto scuola. Lo stesso avverrà in caso di esubero di posti. Per gli insegnanti di religione saranno istituite due graduatorie regionali: una per le elementari, l'altra per la secondaria. Per diventare di ruolo dovranno superare un concorso per titoli ed esami. Il primo sarà riservato a quanti hanno totalizzato 4 anni di servizio negli ultimi dieci. A regime i concorsi si svolgeranno ogni 3 anni. Verrà messo al bando il 70 per cento dei posti. Il restante 30 per cento sarà coperto con supplenze annuali. I titoli per partecipare ai concorsi sono quelli rilasciati dall'autorità ecclesiastica.
COMMENTI - Favorevole la Cisl scuola. "Viene superato - ha dichiarato il segretario generale, Daniela Colturani - uno stato di continua precarietà". "Un provvedimento ingiusto" per la Uil scuola. Secondo il leader dei docenti Cgil Enrico Panini "sono state stravolte le regole sul mercato del lavoro nella scuola". Il sottosegretario, Valentina Aprea, ha espresso la soddisfazione del governo per un provvedimento "che risponde a una richiesta dell'Intesa, rimasta inevasa per 17 anni". "L'approvazione della legge sugli insegnanti di religione è una vera vergogna", ha affermato Mauro Romanelli, responsabile scuola dei Verdi. "Finisce il precariato degli insegnanti di religione", ha sottolineato il portavoce di An, Mario Landolfi. Secondo Gloria Buffo dei Ds "il provvedimento attua un'inaccettabile disparità di trattamento tra gli insegnanti di religione e gli altri". Per Emilio Del Bono, Margherita, "è stata sanata una iniquità che sino ad oggi aveva contraddistinto gli insegnanti di religione considerati solo precari senza sbocco".
TAGLI ALLA SCUOLA - Se le indiscrezioni saranno confermate, il ministero dell'Economia intende "congelare" 1.034 milioni di euro sullo stanziamento di 49.503 milioni destinato all'istruzione per il 2002. Si tratta di somme su cui il mondo della scuola, ministro compreso, faceva affidamento. "Il decreto taglia-spese di Tremonti - ha detto il segretario generale dello Snals, Fedele Ricciato - mette in ginocchio la scuola".