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Corriere-Iscrizioni a scuola, incertezza sulle date

Iscrizioni a scuola, incertezza sulle date Manca ancora la circolare del ministero, forse sarà spostata la chiusura. I sindacati: si rischia un avvio pasticciato MILANO - Mai come quest...

13/01/2004
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Corriere della sera

Iscrizioni a scuola, incertezza sulle date

Manca ancora la circolare del ministero, forse sarà spostata la chiusura. I sindacati: si rischia un avvio pasticciato

MILANO - Mai come quest'anno il mondo della scuola sembra essersi trasformato nel regno dell'incertezza. Persino il calendario delle iscrizioni - quasi un giallo - ha dovuto fare i conti con il complesso iter parlamentare della riforma. Risultato: ad oggi il ministero non ha ancora emesso la circolare che ne stabilisce le scadenze (inizio e fine) e che dovrebbe fare chiarezza sugli anticipi per i bambini di prima elementare (ora scuola primaria) e per quelli delle materne (ora scuola dell'infanzia). Ma molti istituti hanno già iniziato a raccogliere le iscrizioni, ci sono già le lista d'attesa - una sorta di fai-da-te - prima ancora del via libera del ministero.
I sindacati premono sul ministero. "Così la scuola precipita nel caos", dice Enrico Panini (Cgil). "Si rischia un avvio pasticciato", aggiunge Daniela Colturani (Cisl) e Massimo di Menna, segretario di Uil scuola sollecita "indicazioni chiare e tempestive".

LE DATE - La prassi di aprire le iscrizioni a dicembre o al rientro dalle vacanze è comunque un'abitudine diffusa negli istituti. Un modo per "portarsi avanti" in attesa della comunicazione ufficiale che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe spostare di una settimana la data di chiusura fissata dalla normativa vigente: dal 25 al 31 gennaio. "Per quanto ci riguarda - commenta Rossana Caldarulo, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo "Europa Unita" di Arese, nell'hinterland milanese - apriremo le iscrizioni sabato, considerando valida l'ordinanza dell'anno scorso che prevedeva la chiusura il 25. Se ci sarà il prolungamento, avviseremo i genitori".

GLI ANTICIPI - "L'interrogativo - puntualizza la Caldarulo - riguarda piuttosto gli anticipi. La legge lo prevede per i bambini che compiono tre o sei anni entro il 30 aprile. Un anno fa però l'anticipo sulla materna era stato bloccato in attesa di una convenzione con l'Anci, e anche quello per la prima elementare era stato limitato al 28 febbraio". Una situazione di stallo che dovrebbe chiarirsi con la circolare . Le voci di corridoio danno come probabile il mantenimento del blocco al 28 febbraio.

CONCORRENZA - Ma perché in alcuni istituti il tetto massimo di iscrizioni viene superato, mentre altrove le richieste arrivano con il contagocce? "Nel mio territorio - spiega Vincenzo Di Figlia dalla direzione didattica "Giovanni Ingrassia" di Palermo - il problema è nato con l'autonomia. Su 135 bambini che usciranno dalla mia primaria, cento hanno già chiesto di iscriversi alla stessa media, in una zona in cui ce ne sono quattro. Purtroppo l'esubero delle richieste diventa inevitabile quando la scelta spetta alla famiglia".
Se il numero complessivo di studenti dipende dalle strutture, le esclusioni derivano da criteri stabiliti dal singolo istituto: territorialità, presenza nella stessa scuola di fratelli o sorelle e continuità tra elementari e medie. Molti dirigenti accettano anche i bambini "fuori zona" le cui madri lavorano vicino alla scuola, purché i nuovi arrivi non facciano aumentare l'organico dei docenti, come prevede la legge. "Come per gli anticipi - commenta Maurizio Salvi, presidente dell'Associazione Genitori - il problema è la mancanza di informazione. Spetta alla scuola comunicare, sui criteri delle iscrizioni come sull'offerta formativa".

RIFORMA - Un ulteriore elemento di instabilità viene dall'annunciata modifica strutturale di tempo pieno e prolungato, con le attività facoltative e la personalizzazione dei piani di studio. Sabato a Roma ci sarà la manifestazione nazionale contro la riforma Moratti e per la difesa del tempo pieno. Ma in mancanza di notizie definitive (i decreti attuativi della riforma dovrebbero essere approvati il 19 gennaio) con quale criterio valutare l'offerta migliore? "Ho convocato i genitori il 10 dicembre - dice Francesca Lavizzari, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo Cavalieri, nel centro di Milano - spiegando che siamo in attesa del decreto attuativo, ma che la linea didattica e gli obiettivi non cambieranno". Il suggerimento implicito è scegliere una scuola per quello che offre ora. Anche perché resta irrisolto uno snodo centrale della riforma: i fondi. Facendo quattro calcoli, spiega la professoressa Lavizzari, "si capisce che l'offerta formativa potrà migliorare, a patto però che aumenti l'organico". E la partita, in questo caso, è tutta da giocare.
Gabriela Jacomella Daniela Tebaldi