Corriere-Milano-Anche per i prof un codice deontologico

Anche per i prof un codice deontologico

È possibile che un giorno gli insegnanti abbiano un codice deontologico? Un codice deve essere preceduto almeno da due condizioni: che l'insegnamento acquisisca i caratteri della professionalità e non rimanga un lavoro impiegatizio, e che la categoria docente maturi la coscienza della sua funzione educativa. Due condizioni che oggi mancano. G. M.
La storia di questi ultimi trent'anni ha portato a un inaridimento della professionalità del docente, sempre più appiattito sulla ricerca di nuove strategie metodologiche e sempre meno attento ai reali bisogni dei ragazzi. Con gli anni Settanta gli insegnanti hanno buttato via il vecchio nozionismo, fino anche a negare la validità della trasmissione del sapere. Ma è venuta meno anche la passione dei vecchi docenti. È rimasto il tecnicismo, totalmente privo di quell'amore per la disciplina che caratterizzava maestri e professori di una volta. Il ruolo impiegatizio della classe insegnante l'hanno voluto le norme che si sono moltiplicate in questi anni, ma anche gli stessi docenti, che una volta sentivano la volontà di offrire un importante servizio ai giovani. Per questo oggi è necessario un codice deontologico, e la spinta c'è già, soprattutto in coloro che stanno riappropriandosi, seppur faticosamente, della propria professionalità, perché consapevoli del compito che viene loro affidato. È nata la necessità di scrivere quelle regole che una volta erano caratteristica di maestri e professori che trasmettevano ai ragazzi modalità di vita (al contrario dei docenti, che, come dice l'etimo, trasmettono il sapere). Il codice è sicuramente positivo. Ma oltre alle regole scritte, ci vuole anche la volontà di seguirle, senza lo spauracchio delle sanzioni. Il codice deve rendere pubblica la dignità del professionista della scuola e del suo ruolo importantissimo all'interno della società. * presidente dell'Associazione presidi di Milano