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Corriere-Rosari e martellate contro la guerra

Rosari e martellate contro la guerra Tettamanzi mobilita le parrocchie. I Disobbedienti vogliono danneggiare gli aerei Rosari e martellate agli aerei da guerra. Alla prima bomba sull'Iraq, in ...

20/03/2003
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Corriere della sera

Rosari e martellate contro la guerra

Tettamanzi mobilita le parrocchie. I Disobbedienti vogliono danneggiare gli aerei

Rosari e martellate agli aerei da guerra. Alla prima bomba sull'Iraq, in Italia, succederà di tutto. Azioni dei Disobbedienti e preghiere. Uno sciopero di Cgil Cisl e Uil che bloccherà il Paese senza essere indetto, "non si può, sarebbe contro i cittadini e le normative". E i cattolici chiamati a raccolta, come ha fatto ieri l'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi: "Condannate questa guerra e chiedete che finisca, utilizzando ogni mezzo democratico per far sentire la nostra voce e incidere sull'opinione pubblica".

LO SCIOPERO ANOMALO - Sarà probabilmente l'evento che più di ogni altro darà la sensazione di un Paese che si ferma per dire no alla guerra. Eppure è uno sciopero anomalo quello che i confederali hanno indetto formalmente ieri perché scatti dopo la prima bomba sull'Iraq. "Non possiamo certo indire uno sciopero generale di 4 o 8 ore: sarebbe contro i cittadini e le normative sull'astensione dal lavoro" spiegano alla Cisl. Ma ricordano quel che "è successo dopo tantissime tragedie: chi si trova al lavoro si fermerà spontaneamente". La volontà di pace che sale da fabbriche e uffici, secondo i sindacati, non lascia spazio a dubbi: l'Italia produttiva si bloccherà. Il turbamento della prima bomba si annuncia contagioso: il collega seguirà il collega. E forse dal luogo di lavoro la protesta si trasferirà in piazza, nelle tante piazze che i pacifisti hanno deciso di "occupare" dal momento dell'attacco: in cento città italiane dove c'è la sede della prefettura accorreranno i manifestanti antiguerra. Con i sindacati ci saranno anche le Acli, "chiediamo a tutti di promuovere iniziative - spiega il presidente Luigi Bobba - non possiamo restare a guardare le bombe intelligenti alla tv". L'Ulivo organizzerà il suo sabato pomeriggio a Roma (Piazza del Popolo alle 16): interverranno tutti i leader.

"LA PACE VA FATTA" - A Milano il cardinale Dionigi Tettamanzi ha diffuso il suo messaggio in Rete ( www.diocesi.milano.it ). Il testo sarà letto e distribuito domenica a tutte le parrocchie. Una guerra "a dispetto del diritto internazionale e di ogni principio morale", scrive, sarebbe "gravissima e inaccettabile". L'arcivescovo invita a pregare, "a non perdere mai la fiducia nel Signore", e a non abbattersi nel momento in cui scattasse l'attacco: "Dovremmo forse abbandonarci alla delusione perché tutti i tentativi di scongiurare la guerra sono falliti e la nostra preghiera sembra non essere stata esaudita? No, carissimi! Anche in questa situazione dovremmo continuare ad essere "sentinelle della pace"". Si tratta di agire, "non basta gridare la pace: la pace va fatta".

SCUOLE OCCUPATE - L'Unione degli studenti ha deciso ieri che appena "la prima bomba cadrà in terra irachena" i ragazzi si mobiliteranno occupando le scuole in segno di protesta. Da Firenze a Roma, Napoli, Bari e Palermo solleciteranno la risposta comune degli "insegnanti, dei presidi, dei lavoratori della scuola". Il coordinamento dei collettivi di Milano si riunirà in assemblea stasera, "un'ora dopo l'attacco andremo al consolato Usa, la mattina del giorno dopo ci troveremo in largo Cairoli alle 9, fermeremo le scuole". Mobilitati anche gli atenei, l'Unione degli Universitari li vuole "bloccare" perché "devono essere luoghi di pace". A Padova (Scienze politiche), Perugia e Cosenza si è già deciso di "fermare la didattica". Passo successivo: l'occupazione.

LA "MARTELLATA GIUSTA" - Potrebbe essere il nuovo slogan dei Disobbedienti di Francesco Caruso e Luca Casarini. "L'attacco non ci coglierà rimbambiti davanti alla tv - spiega Caruso -: saremo in piazza con gli altri pacifisti. Poi, da lì, proporremo anche alle altre anime del movimento di muoverci in corteo per un'azione di disobbedienza negli aeroporti. Come in Irlanda, dove due Disobbedienti sono riusciti con una martellata ben assestata a rendere inutilizzabile l'impianto idraulico di un aereo da guerra pronto a partire per l'Iraq". Non importa che si finisca in carcere per un'azione del genere, come è successo ai due irlandesi: "Siamo pronti ad andarci con la coscienza pulita".

LUTTI E LUCI - Le bandiere arcobaleno della pace, a guerra iniziata, lasceranno il posto ai drappi neri del popolo pacifista in lutto. L'idea è del comitato "Fermiamo la guerra". A Roma si pensa di "impacchettare" di nero il Colosseo, peccato che il Comune stia invece pensando di illuminarlo come ha già ha fatto per protestare contro la pena di morte. Lo stesso segnale viene scelto dal mondo cattolico. Chiese listate a lutto come la Basilica di San Lorenzo Maggiore, a Milano. Chiese che al primo bombardamento "attacchino a suonare le campane a morto", propone Tonio Dall'Olio di Pax Christi, "anche se noi continuiamo a sperare che il Papa inviti i soldati cristiani all'obiezione di coscienza". Ma ci sono anche le fiaccolate: domani il Campidoglio ne ha indetta una che dalla sede del Comune raggiungerà il Colosseo. Già oggi pomeriggio "Fermiamo la guerra" tenterà una catena umana ("Una persona e una bandiera, una persona e una bandiera") fuori da Montecitorio. Obiettivo: "Abbracciare il Palazzo con una scelta di pace".

PUGLIA "DISOBBEDIENTE" - Il consiglio regionale della Puglia, maggioranza di centrodestra, si era già distinto esponendo mesi fa sul pennone istituzionale l'iride pacifista, mai rimossa. Il suo presidente, Mario De Cristofaro (An), ha ora deciso che subito dopo la notte dell'attacco "fosse anche domenica", il consiglio "si riunirà d'urgenza e darà vita ad un presidio permanente che durerà finché non si troverà una soluzione diversa da quella militare". Ma anche il centrosinistra si mobilita: già oggi a Lizzano, comune del Tarantino retto da un sindaco della Margherita, ci sarà un'ora di oscuramento dalle 19 alle 20 di tutti gli impianti di illuminazione pubblica del paese".

ROSARI - Comunione e Liberazione, seguendo l'invito del Papa, si affida alla preghiera e al Santuario della Madonna di Caravaggio, da sempre legato all'attività di don Giussani, "molti di noi cercano di andarci prima del lavoro o nella pausa pranzo", spiegano al movimento, "anche in famiglia o nei gruppi i momenti di dialogo sono preceduti dalla preghiera". E stasera, invita don Maurizio Spreafico, si reciterà il Rosario anche a Roma, "da mezzanotte, allo scadere nell'ultimatum di Bush", nella basilica salesiana del Sacro Cuore in via Marsala.

PAPA BOYS E SCOUT - Le "sentinelle del mattino", i ragazzi delle giornate mondiali della gioventù, stanno tempestando di messaggi sulla pace il loro sito Internet ( www.sentinelledelmattino.org ) e sabato alle 18.30 arriveranno da tutta Italia a Roma, nella chiesa di San Francesco delle stimmate di Largo Argentina, per un incontro di preghiera con monsignor Renato Martino, presidente del pontificio consiglio "Giustizia e Pace". Gli Scout dell'Agesci, 180 mila aderenti, stanno pensando "di invitare gli associati a compiere gesti concreti, magari un digiuno", spiega il presidente Lino Lacagnina, "l'essenziale è non rassegnarsi".

PORTO DI GENOVA - L'idea è venuta a 56 professori d'orchestra del Teatro Carlo Felice, che hanno coinvolto la comunità di don Andrea Gallo e i portuali: le note di Bach e Mozart sotto la Lanterna, nel cuore del porto considerato fra gli obiettivi a rischio. Il concerto per la pace inizierà domani alle 21.15, nella sala della Compagnia. "Inviteremo tutta la città, dai lavoratori agli emarginati", spiega don Gallo. La mobilitazione coinvolge davvero tutti. Ieri, per dire, rimbalzava tra i cellulari un sms: "Peace in action. Stasera dalle 22 alle 24 accendere tutte le luci esterne, il satellite filmerà. Passi il messaggio?". A chiedere l'origine arrivavano risposte come questa: "Non so, me l'ha inviato una suora che l'aveva ricevuto da uno psicologo...".
Enrico Caiano