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Crisi israelo-palestinese: Segreteria Cgil “Cessare il fuoco e riprendere negoziato e dialogo.Tregua immediata nella striscia di Gaza"

Cgil parteciperà alla manifestazione del 17 ad Assisi

07/01/2009
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(U.S.Cgil) –Roma, 7 gen- “La scelta delle armi e delle truppe via terra a Gaza, come soluzione del conflitto non può che portare altre morti, altro odio, altri missili, altri movimenti fondamentalisti da entrambe le parti, altri lutti ed altre sofferenze nelle famiglie palestinesi ed israeliane”.
E’ quanto afferma una nota della Segreteria nazionale della Cgil per la quale “occorre cessare il fuoco e riprendere il negoziato ed il dialogo, imboccando con determinazione e chiarezza la soluzione politica. Essa –si sostiene- costituisce l’unica soluzione possibile per la sicurezza di Israele e per la sorte dei palestinesi.
Nessuno dei due popoli può prescindere dall’altro, -prosegue la nota- entrambi i popoli ed entrambi gli stati sono interdipendenti, legati dalla storia e dal futuro. Non ci sarà crescita democratica, sviluppo economico, sicurezza e stabilità per uno dei due popoli e dei due stati, a scapito dell’altro. Pace, benessere, sviluppo e sicurezza per tutti”.
Per la Cgil “le forze politiche ed i governi, i movimenti nazionalisti dei diversi schieramenti e fazioni debbono riconoscere il diritto di esistere dell’altro, debbono imboccare la strada del dialogo, del negoziato e della soluzione politica, una volta per tutte, senza indugi e senza ambiguità.
Basta lutti, -chiede ancora la confederazione di corso d’Italia- basta morti, basta occupazione, basta provocazioni e terrore sui civili, basta minacce e missili sui villaggi israeliani, basta colonie nei territori palestinesi, basta discriminazioni e demolizione di case a Gerusalemme, basta check point, basta muri, basta guerre, basta rappresaglie, basta provocazioni, che si torni subito al tavolo dei negoziati”.
A parere della Segreteria Cgil “chiedere questo ai due contendenti, significa assumere un impegno attivo, altrettanto responsabile da parte della comunità internazionale, altrimenti il cerchio della pace non si chiude. Tutti debbono essere protagonisti, ognuno per il proprio ruolo, compito e responsabilità”.
“Nel denunciare il silenzio del Governo italiano sulla crisi in atto, particolarmente grave anche a fronte del protagonismo di altri governi europei, -recita ancora la nota- la Cgil chiede l’impegno perché si realizzi una tregua immediata nella Striscia di Gaza.
Inoltre il sistema della Cooperazione Italiana, il Ministero Affari Esteri e il sistema delle autonomie locali, devono predisporre un intervento umanitario a favore della popolazione di Gaza, coordinandosi con le ONG che hanno competenza, conoscenza e partenariati già consolidati, riproducendo un meccanismo efficace e di impatto come messo in campo per la ricostruzione del sud del Libano dopo la guerra del luglio 2006, in accordo con gli altri paesi europei e con la stessa Unione Europea.
Occorre che ogni rete associativa si mobiliti, -aggiunge la Cgil- attivando una raccolta fondi straordinaria, finalizzata a sostenere i servizi di base distrutti dai bombardamenti ed a sostenere le realtà associative palestinesi ed israeliane che operano per la pace, per il dialogo e per la ripresa dei negoziati. La Cgil –si assicura nel comunicato- sosterrà campagne di raccolta fondi e azioni umanitarie”.
La Cgil ribadisce di aver condiviso la posizione già espressa nei giorni scorsi dal Tavolo della Pace ed annuncia che parteciperà alla manifestazione da essa indetta per il prossimo 17 gennaio ad Assisi.
“Occorre infine dare vita ad un Osservatorio per il Medio Oriente –è la necessità sottolineata nella nota-, per produrre informazione corretta, per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica, dei parlamenti, dei politici, per creare opportunità ed esperienze di dialogo, di riconciliazione, di convivenza tra le due società civili, per sostenere i partenariati tra comunità, per superare i muri creati dai fallimenti della politica”.
Ed infine, “la Cgil attiva tutte le sue strutture affinché nei prossimi giorni intraprendano iniziative di mobilitazione, le più larghe e unitarie possibili al fine di ottenere la sospensione dell’azione bellica e il ripristino delle condizioni per il dialogo e la mediazione internazionale”.