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da Fuoriregistro-C'ero anch'io

C'ero anch'io di Riccardo Ghinelli Chissà se un eventuale futuro nipotino sarà interessato ai racconti del nonno. E se sì, cosa potrà interessarlo? Quella notte che l'uomo sbarcò sulla Luna? ...

14/12/2001
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Fuoriregistro

C'ero anch'io

di Riccardo Ghinelli
Chissà se un eventuale futuro nipotino sarà interessato ai racconti del nonno. E se sì, cosa potrà interessarlo? Quella notte che l'uomo sbarcò sulla Luna? O di quel pomeriggio in cui seguii lo schianto del secondo aereo contro le Twin Towers proprio mentre accadeva? Oppure lo interesserà di più sapere che vidi l'Italia battere la Germania per quattro a tre?
Ma queste cose, dopo tutto, le ho solo viste in televisione, e forse sarà curioso di sapere di qualcosa a cui ho assistito dal vero. Allora potrò dirgli: 'Hai presente la scuola che frequenti? Beh, una volta non era così. Finché un giorno Lady Joy, nota anche come Ministro Moratti''.
E allora via con il racconto di quella volta che il Ministro Moratti decise di avviare la Grande Consultazione per gli Stati Generali e di come il nonno si trovò, un mattino, a prendere il treno per Roma.
Ebbene sì, sono stato consultato, e francamente non so se il mio nipotino sarà fiero di me oppure mi guarderà con disprezzo (ma propendo per la seconda ipotesi).
Sulla scia di una serie di avvenimenti che sarebbe complesso raccontare, sono stato inviato a parlare di scuola in rappresentanza di un'associazione in una riunione ad alto livello.
Giunto nel primo pomeriggio nella sede della riunione vi trovo una sorpresa: era arrivata una lettera del prof. Bertagna che chiedeva un parere sul riordino di cicli. La lettera (tre paginette scarse) dava alcune indicazioni (allora inedite) sulla riforma dei cicli, con la richiesta di fornire una risposta entro la data' del giorno prima.
Rassicurati sul fatto che il Ministero avrebbe accettato le osservazioni anche in ritardo, ci siamo messi al lavoro su quel documento per cercare di dare il miglior apporto possibile al riordino dei cicli.
In circa tre ore e mezzo abbiamo cercato innanzi tutto di capire e poi di intervenire.
Il documento non brillava per chiarezza. Ad esempio la riduzione a quattro anni delle superiori non era dichiarata in maniera esplicita. È vero che non era difficile dedurlo per differenza, ma da quelle righe, soprattutto dove si parlava di 'progettare una scuola secondaria superiore di elevata qualità culturale ed educativa', non era facile comprendere che si pensava di ridurre del 35% le ore delle superiori rispetto a quanto previsto dalla riforma di De Mauro.
Anche il punto relativo alla scuola materna ha richiesto un certo impegno e generato parecchie ipotesi su quella che avrebbe potuto essere l'utilità di un 'possibile credito ai fini dei soddisfacimento di almeno un anno dei 12 di istruzione e/o formazione obbligatoria'.
Comunque siamo arrivati alla fine, con non poche difficoltà, perché ognuno di noi rappresentava un'associazione di cui doveva interpretare il volere, da mediare con altre persone che a loro volta si facevano interpreti di altre associazioni, con visioni del problema a volte antitetiche.
In ogni caso alla fine le osservazioni sono uscite e sono state messe in bella su quattro pagine da un'efficiente segretaria che si è poi premurata di farci avere, via e-mail, bozze provvisorie per eventuali rettifiche.
È seguito un mese abbondante di notizie di giornale, che a volte confermavano quanto sapevo, ma che altre volte mi rivelavano significati reconditi e inaspettati di quelle tre pagine che avevamo esaminato in quel pomeriggio romano.
Fino a venerdì, tre giorni fa, quando un'e-mail mi informava che il documento finale della Commissione Bertagna era pronto e che una riunione per discuterlo era fissata per lunedì.
Ho subito scaricato i due pesanti documenti
Le tre pagine nel frattempo erano lievitate fino a diventare ottantuno (più centocinque di osservazioni), occupando due mostruosi file '.doc' per complessivi 0.99 Mega che nessuno si era preso la briga di zippare.
Abbiamo iniziato l'esame del documento, pervaso da un'irritante stile paternalistico, costellato di frasi come queste: ''che le risposte, pur numerose e in genere bene articolate, presentano tuttavia un andamento quantitativamente meno rilevante rispetto alla ben più abbondante mole di osservazioni e di indicazioni formulate a proposito'' e 'Il riferimento alla possibilità di completare il percorso anche con anni di specializzazione non universitaria non sembra essere stato molto compreso dagli interlocutori'.
A questo punto ci siamo arresi. Tre giorni per esaminare il documento e chiedere pareri al gruppo erano veramente pochi. Inoltre un insegnante può avere grosse difficoltà per assentarsi da scuola per un giorno in più. Così ci limiteremo ad inviare un'e-mail con qualche osservazione, sperando che serva a qualcosa.
A questo si è ridotta, per noi, la partecipazione.
Avrò la consolazione che, se mio nipote mi guarderà male, potrò spiegargli che con quella scuola c'entro ben poco.