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da Proteo Fare Sapere-Ragionando sul contratto-Di V.Delmoro

RAGIONANDO SUL CONTRATTO Come sapete il 16 maggio CGIL-CISL-UIL e SNALS hanno siglato il contratto 2002-2005 del comparto scuola, dopo una trattativa lunga ben sette mesi e dopo che lo stesso ...

04/06/2003
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Proteo Fare Sapere

RAGIONANDO SUL CONTRATTO

Come sapete il 16 maggio CGIL-CISL-UIL e SNALS hanno siglato il contratto 2002-2005 del comparto scuola, dopo una trattativa lunga ben sette mesi e dopo che lo stesso era scaduto da quasi un anno e mezzo.

Il contratto non è stato invece sottoscritto da GILDA e neppure da COBAS e UNICOBAS, che non possono partecipare alla trattativa.

PRIMA DI TUTTO I SOLDI

Sono forse l'elemento più significativo di ogni contratto e sicuramente quello più eclatante e di forte impatto mediatico : 147 euro (lordi) medi, hanno detto TV e stampa, inglobandovi anche cifre che mai arriveranno in busta paga; in realtà si tratta di una media di circa 70/80 euro netti, differenziati per ordine di scuola e per anni di anzianità.

Sono pochi? Sono giusti? (Che siano troppi non lo dice nessuno, tranne forse Tremonti).

Norberto Bottani, nell'intervista che Alessandra Cenerini ci ha fatto conoscere, afferma che un termine di paragone più concreto dovrebbe essere fatto con gli stipendi (e gli aumenti) di altre figure professionali (carabinieri, ragionieri, commessi, infermieri, avvocati, medici, ); in tal caso ci accorgeremmo che, esclusi i liberi professionisti (il cui stipendio non dipende da un contratto), rispetto ad altre professioni non dovremmo lamentarci.

E invece ci lamentiamo, altroché se ci lamentiamo! Un lamento continuo e di lunga data, sotto il miraggio degli stipendi europei.

Io la vedo invece sotto un'altra ottica : i rapporti di forza (e se volete, anche la situazione internazionale).

La categoria degli insegnanti ha dimostrato di avere la forza e la compattezza per rivendicare ad esempio il doppio dell'aumento sottoscritto dai sindacati?

L'unico modo per rispondere a questa domanda è mostrare i muscoli, mettere cioè in campo tutta la forza di cui si dispone, con scioperi ed altre azioni consimili, più o meno legali.

Ebbene, quest'ultimo anno di vacanza contrattuale ha visto sì azioni di lotta, ma quella più riuscita (e anche più unitaria) è stata l'ultimo sciopero, che ha visto l'astensione di circa il 60% della categoria (il MIUR ha detto meno del 40%).

Ipotizziamo allora che invece di un giorno, lo sciopero si fosse protratto per una settimana (seppure impedito dall'attuale legislazione), qualcuno ritiene realisticamente che quella percentuale si sarebbe mantenuta costante?

Io no. Sapeste come è duro convincere i colleghi (i miei!) a fare a meno di quei 60 euro giornalieri, pur in presenza di motivazioni valide e condivise!

Se dunque è questa la forza espressa, dovrei dire che ci hanno dato pure troppo; pensate se invece di 147 euro ce ne avessero offerto la metà e che i sindacati avessero rotto così la trattativa, chiamandoci ad ulteriori giornate di sciopero; quante adesioni (ora, a fine anno scolastico) avrebbero raggiunto? Sarebbe stato probabilmente rinviato tutto a settembre, in attesa di una ancor più forte, ma incerta mobilitazione.

Non dimentichiamo mai che gli operai (pensate agli operai Fiat, messi in cassa integrazione o licenziati lo scorso autunno), per riavere il posto di lavoro o un contratto decente fanno molte più ore di sciopero e molte altre azioni dimostrative (picchetti, occupazione di strade ferrovie aeroporti), che noi non abbiamo mai fatto e che ci sogniamo di fare.

E' vero anche che quando scioperano i medici se ne accorgono tutti e basta la sola minaccia per far loro ottenere molto più di noi; ma questo dipende dalla materia su cui si opera : loro hanno a che fare con la vita e la morte, noi solo con l'educazione (una cosa molto più aleatoria).

Dunque soldi pochi, ma di più sarebbero stati solo regalati, non conquistati.

POI SOLDI A PIOGGIA, COME SEMPRE

E non è cosa di poco conto, questa.

Niente carriera, ancora, anche se il contratto prevede l'insediamento di una commissione paritetica (metà sindacale e metà governativa) che studi in sei mesi proposte di differenziazione dello stipendio e dunque una carriera anche per i docenti, al di là della semplice anzianità.

E' vero che vengono riconfermate quelle figure a metà tra i docenti e il dirigente (F.O., collaboratori) che un tempo furono definite di sistema, ma senza un loro preciso status e senza un compenso salariale che sostanzi questo status.

E' la padella nella quale andranno a friggersi i sindacati, pur non potendovi rinunciare a priori.

Infatti rinunciare a porre la questione della carriera e della diversificazione stipendiale significa andare contro le legittime aspettative di una consistente parte del mondo docente, ma inoltrarsi nella giungla delle differenze è un'impresa che non consiglierei e di sicuro impatto negativo.

Faccio solo un piccolo esempio : chi ha compiti da correggere prende di più di chi non ne ha; oppure, chi ha più alunni in classe prende di più di chi ne ha di meno; oppure, il tutor prende il doppio del labor (insegnante di laboratorio)'

Lo intuite già il marasma rivendicativo?

Alcune organizzazioni hanno ovviato al problema proponendo strade giuridiche: l'uscita dal pubblico impiego, oppure un contratto separato per i soli docenti, oppure la creazione di uno status professionale simile agli Ordini con tanto di iscrizione all'albo; tutte strade che non fanno i conti coi numeri, con le disponibilità di bilancio e soprattutto coi rapporti di forza detenuti e manifestati.

STATUS E CARRIERA

Non è un punto direttamente connesso col contratto appena siglato, però diventerà caldissimo fra sei mesi, allorché la commissione paritetica avrà concluso i suoi lavori e si tornerà a trattare per il biennio economico 2004-2005.

Brevemente : il governo Berlinguer aveva ipotizzato la formazione di un ceto insegnante su cui far camminare la riforma e l'innovazione (attorno al 20,30%), ripagandolo con un compenso annuale di circa 6 milioni, ma lo strumento di selezione (il concorsone) lo fece tragicamente naufragare; dai precedenti contratti ci trasciniamo dietro queste poco definite figure (Funzioni Obiettivo, collaboratori, responsabili di commissioni) che nelle intenzioni sindacali dovevano pian piano diventare Figure di Sistema con un proprio status e relativo compenso; invece sono rimasti ruoli poco ambiti, collocati in posizione ambigua e da cui col tempo sono fuggiti i migliori; Moratti con la sua controriforma si propone di eliminare tutto questo e sostituirlo con una nuova figura, il TUTOR, scontrandosi però con problemi di bilancio : diventerebbero infatti tutor la metà degli insegnanti di scuola materna, due terzi degli insegnanti di scuola elementare e un terzo dei professori (all'incirca); numeri altissimi, che non consentono un compenso salariale adeguato (diciamo attorno ai 250 euro mensili in più).

Di qui la feroce politica dei tagli instaurata dall'attuale maggioranza : più si risparmia sui docenti in servizio, più si recuperano soldi per una parte di quelli rimasti.

Hanno perfettamente ragione Cobas e Unicobas a sostenere che gli aumenti retributivi concessi da questo contratto derivano in gran parte dai risparmi consentiti dai tagli dell'organico; solo che non possono farne una colpa ai sindacati firmatari, per il semplice fatto che contro quei tagli sono tutti schierati e che comunque l'organico non è materia contrattuale.

Sarà allora bello vedere cosa succederà in questa commissione paritetica e quale carriera tireranno fuori dal cilindro, con un avvertimento : la CGIL è quella che più di altri porta avanti istanze di carriera, mentre CISL e UIL sono più egualitariste; immagino non vedranno l'ora di sfilarsi da proposte troppo indigeste, lasciando sola la CGIL, come per il concorsone.

UNA PROPOSTA (piccola) DI NON CARRIERA

In questi ultimi anni sono apparse numerose proposte di differenziazione del compenso docente, anche in rete, tutte ben motivate e ragionevoli; io aggiungo la mia, confrontata finora solo con i miei cento colleghi dell'istituto in cui lavoro : soldi in più solo ad orario in più.

Ritenendo infatti molto aleatori e contestabili (da parte degli esclusi, molti) altri criteri basati sulla specificità del lavoro prestato, ritengo il parametro orario l'unico condivisibile e controllabile.

In sostanza questo ceto di insegnanti che guadagnerà più di altri, potrà farlo solo facendo più orario; tale orario potrà essere articolato in modi diversi : se completi l'orario di servizio in classe, le 5/6 ore settimanali in più potranno essere pagate molto, se invece riduci l'orario di servizio in classe (a 15/18/20 ore), le ore in cui completi l'orario di servizio ti vengono pagate più o meno come ora (25 euro).

Tutto questo ha un costo, naturalmente e bisogna vedere che aria tira dalle parti di Tremonti.

CONTRATTO E CONTRORIFORMA

Una cosa è sicura : questo contratto non è in linea con la controriforma morattiana; non lo è per i continui richiami all'Autonomia, le cui basi stanno nel Collegio Docenti e nelle RSU, ambedue riconfermati nei loro ruoli; non lo è per la nuova figura del tutor, che nel contratto non esiste e che dunque costringerà Moratti ad un'ulteriore trattativa se vorrà in qualche modo introdurla (visto che si vanno a modificare i rapporti di lavoro, materia soggetta a contrattazione); non lo è per uno specifico richiamo al fatto che il tempo di mensa (tempo pieno, prolungato) è da considerarsi a tutti gli effetti attività didattica, mentre si sa che la controriforma prevede che tale tempo passi a carico degli enti locali, con conseguente taglio dell'organico.

Da un certo punto di vista sembrerebbe che Moratti non si sia accorta di queste discrepanze (infatti trattava l'ARAN), oppure che le giudichi ininfluenti per l'avvio della sua controriforma (che è la spiegazione più plausibile); infatti il primo decreto delegato, annunciato in approvazione da ormai venti giorni, sta slittando di settimana in settimana, incagliato sui moduli della scuola elementare e sul tutor.

L'ipotesi che mi sembra più probabile in questo momento è che la controriforma partirà nel rispetto dell'autonomia scolastica, per cui le scuole che vorranno adottare il tutor lo faranno, mentre chi si opporrà (i Collegi Docenti cioè) sarà pure libero di rifiutare.

CONCLUSIONI
Si tratta sostanzialmente di un contratto che restituisce al sindacato il suo ruolo storico-istituzionale (contro i tentativi governativi di emarginazione e superamento).

Si tratta di un contratto che mette la situazione in stand-by, in attesa della rivoluzione portata dalla controriforma.

Si tratta di un contratto che permette alla categoria un recupero salariale più o meno pari all'inflazione programmata (inferiore a quella reale).

Hanno fatto bene a firmare? Secondo me sì, senza però illudersi di chiudere qui la partita : la vera partita si giocherà fra sei mesi e dovrà fare i conti col taglio degli organici.

Vittorio Delmoro