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Dubbi dei miei allievi. Tutti ansiosi di capire il valore di un bel gesto

A un insegnante spetta ancora il compito non facile di dire che le cose belle esistono, che si possono fare.

16/03/2019
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Corriere della sera

Marco Balzano

Questa settimana a scuola è stato difficile fare lezione. Entravo in classe e i ragazzi non facevano altro che chiedermi di parlare della manifestazione sul clima. Anzi, più che parlarne per raccogliere informazioni, volevano sapere se secondo me valesse la pena aggregarsi al corteo. Si sa che quando non vuoi essere interrogato uno dei modi migliori è provare a lanciare una discussione: se hai la fortuna di toccare un argomento che gli sta a cuore, il prof mangia la foglia e l’ora passa liscia. Anche per questa ragione, da qualche anno, programmo delle ore di discussione, perché so di avere la chiacchiera facile e non ci vuole molto a farmi abboccare.

Così, sulle prime, mi sono limitato a rispondere genericamente che questo FridayForFuture mi sembrava una bella cosa. «Fossi in voi andrei» ho detto chiudendo il discorso. Eppure quell’insistenza non era maliziosa. I ragazzi volevano davvero sapere che cosa ne pensasse un insegnante che, seppur svilito e declassato, resta evidentemente una figura di cui ci si fida e di cui si ricerca il parere. I dubbi dei ragazzi si possono riassumere all’incirca così: è possibile che ci sia una manifestazione seria, sostenuta da ricercatori e scienziati, senza bandiere politiche, assolutamente pacifica, organizzata da una nostra coetanea, che ci chiama in causa come protagonisti assoluti e che si svolge contemporaneamente in più di mille città?

Una manifestazione, bisogna aggiungere, che ha come obiettivo quello di sensibilizzare al rispetto della Terra e di lanciare un grido con la voce dei giovani, vale a dire con la voce di chi più di tutti paga il degrado del pianeta. «La tutela del paesaggio, l’abbassamento delle emissioni, la pulizia dell’aria e dell’acqua…. chi non è d’accordo?», ha obiettato Ludovica.

Il ruolo

A un insegnante spetta ancora il compito di dire che certe cose esistono e si possono fare

«Davvero si può manifestare per una cosa così ovvia?», le ha fatto coro il vicino di banco. Su tutti questi dubbi, poi, aleggiava un certo stupore per il fatto che tutto questo fosse nato grazie al web. Come a dire: davvero la rete può essere quello che dovrebbe essere, ossia una finestra sul mondo che permette di aggregarci e accordare le nostre voci? Davvero tutto questo sta per accadere? Probabilmente è stata sempre la rete, insieme a una politica cinica e di basso livello, che ha disilluso al punto di sospettare che perfino un gesto come quello di Greta Thunberg possa essere una fake news o nascondere delle insidie che non valgono la perdita di un giorno di scuola. Era dunque chiaro che i ragazzi avevano bisogno di una consulenza, nel senso etimologico della parola. Di qualcuno cioè, che almeno sulla carta e per età, ne sappia più di loro. Sì, perché appellarsi solamente alla rete li lasciava nello stesso stato di perplessità e di diffidenza da cui erano angustiati. E nemmeno qui avevano torto.

È tutt’altro che facile, in rete, trovare quello che cerchiamo, recuperare parole di cui fidarci, che abbiano l’autorevolezza per sradicare i dubbi che legittimamente ci assalgono, specie davanti a questioni più grandi di noi. E non è facile credere che una boccata di ossigeno, quello stesso di cui avrebbe bisogno la Terra, arrivi da una ragazza con le trecce e col viso da bambina, che per mesi si è rifiutata di andare a scuola per passare le sue mattine davanti al portone di un palazzo del potere di Stoccolma e dire no a qualcosa di così concreto e nello stesso tempo di così impalpabile come l’inquinamento e il peggioramento delle sorti del mondo. Qualcosa, cioè, su cui tutti siamo d’accordo ma per cui da troppo tempo non scendiamo in piazza. Anzi, per molti Millennials (ma anche per milioni di adulti) rischia di essere la prima volta.

A un insegnante spetta ancora il compito non facile di dire che le cose belle esistono, che si possono fare. E se qualcuno ti obietta che manifestare per un mondo pulito è un gesto ovvio, bisogna ricordarsi di quella frase di Orwell: «Mai dare niente per scontato. Nemmeno l’ovvio».