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Fuoriregistro-Le torri non sono cadute

Le torri non sono cadute di Giuseppe Aragno - 06-04-2003 Agli studenti, incontrati spesso in questi giorni di guerra che non è guerra, non ho mai nascosto di essere di parte. Ho detto a chia...

06/04/2003
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Fuoriregistro

Le torri non sono cadute
di Giuseppe Aragno - 06-04-2003

Agli studenti, incontrati spesso in questi giorni di guerra che non è guerra, non ho mai nascosto di essere di parte. Ho detto a chiare lettere che una cosa sono i fatti, altra la loro interpretazione. E mi sono sforzato di essere estremo.
I ragazzi devono sapere che lo si può essere.
Ho messo molta passione nel presentare le idee in cui credo, nessuna nel presentare quelle in cui non credo, ma le ho descritte come avrebbe fatto un insegnante di idee opposte alle mie.
Mi sono ostinato su di un concetto: io ho abbracciato ideali che hanno fatto piangere sangue ad intere generazioni. Dall'altra parte c'erano ideali diversi ed altrettanto sangue. Un sistema di valori, i comportamenti che ne conseguivano, i fatti che essi determinavano, i rapporti economici che ne erano alla base e producevano le leggi, gli statuti, la realtà sociale, la visione del mondo, questo groviglio, per il quale vivere e nel quale perdersi, era il mondo nel quale ho vissuto buona parte della mia vita. Ed io sapevo benissimo che un altro groviglio esisteva: lo disprezzavo, ci potevo far la guerra e sapevo che poteva portarla al mio groviglio. Si contrapponevano sempre almeno due concezioni del mondo '#8211; oggi si dice ideologia e ci si strappa i capelli '#8211; e nessuno si spingeva sino al punto di coinvolgere le verità assolute. Lasciavamo da parte volutamente il bene ed il male, affidati alla dimensione della fede, e avevamo il rispetto necessario a fare una guerra: stimare di avere un nemico per cui valga la pena di farla. Non nobile, certo, ma nemmeno ignobile. Per gli ignobili avevamo le forze di polizia nazionali ed internazionali.
Oggi non è più così. Oggi che non esistono ideologie, regna l'integralismo. La quarta guerra mondiale, quella che non poteva cominciare, perché il nemico non c'è, comincia così in nome del bene. E' il quarto conflitto mondiale: quello del bene contro il male. Il bene si autodefinisce, fonde in sé, confonde, anzi, senza separazione alcuna i tre poteri classici della democrazia di Montesquieu e individua il suo contrario, portandogli guerra. Non riesce a fermarlo nemmeno la considerazione elementare per cui senza male non troveresti bene. Non è consentito ragionare: è un delirio lucido che prevede l'assassinio delle libertà individuali e civili, perché il bene universale le trascende e le comprende. Come ogni divinità. Che è sempre il bene ed è sempre falsa. Falsa soprattutto quando è divinità politica.
Estrema è la mia attuale opinione sui fatti '#8211; che sono di per sé estremi '#8211; estreme le conseguenze cui giungo, estremo il momento che viviamo: non credo ai fatti, perché non mi viene consentita la verifica. Sono così profondamente corrotto dall'inveterata pratica ideologica, che giungo a ritenere che i fatti siano virtuali. Di fronte al condizionale assurto al rango di indicativo, nego la presunta verità: se tutto si riduce ai 'sarebbero' delle 'fonti attendibili', se le congetture degli analisti sono il prodotto finito della ricerca, non credo alla ricerca. Non ci sono torri cadute, non terroristi, non casus belli. C'è un'alterazione tragica della verità.
Quanto basta per invitare i ragazzi che si difendono con l'arcobaleno dei pacifisti e riflettere sul concetto della difesa legittima. Quando sulle rovine di antichissimi imperi, donne vecchie e bambini muoiono perché non è possibile curarli, operali, sollevarli dal dolore, sotto il volume crescente del fuoco omicida del bene che porta la libertà al male, quando tutto questo accade, alzare le mani in segno di pace può essere disertare. Io non sono religioso, ma credo davvero che la scelta finale di campo tocchi a noi. Non c'è dio che tenga. Forse sarebbe il caso di cominciare a disobbedire in massa: l'armata dei mercenari liberatori deve sapere che millenni di storia ci hanno insegnato che per gli uomini il bene ed il male non esistono.
Ci sono solo politiche.
E non si possono imporre.

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