Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Gazzetta del sud-Collaboratori della scuola evitare guerre tra poveri

Gazzetta del sud-Collaboratori della scuola evitare guerre tra poveri

Collaboratori della scuola evitare 'guerre tra poveri' "È necessario evitare una guerra dei poveri che potrebbe avere effetti deleteri per entrambe le categorie". Ad affermarlo è stato Corrado Cu...

29/07/2002
Decrease text size Increase text size
Gazzetta del Sud

Collaboratori della scuola evitare 'guerre tra poveri'

"È necessario evitare una guerra dei poveri che potrebbe avere effetti deleteri per entrambe le categorie". Ad affermarlo è stato Corrado Cultrera per il coordinamento spontaneo Co.Co.Co impegnati presso gli istituti scolastici della provincia. Il chiaro riferimento è al personale Ata. Entrambe le categorie precarie sono in stato di agitazione in merito alla stabilizzazione del rapporto di lavoro. "Il personale Co.Co.Co (ex Lsu) presta il proprio servizio da circa sette anni, ma tutto questo non viene riconosciuto ai fini del punteggio come servizio prestato, mentre paradossalmente chi ha prestato servizio come supplente per trenta giorni anche non consecutivi nell'arco di cinque anni si trova ad essere in una condizione di miglior favore. I lavoratori Co.Co.Co '#8211; continua il rappresentante del coordinamento spontaneo '#8211; rivendicano il riconoscimento della loro professionalità e denuncia le condizioni di lavoro in cui è costretto ad operare, senza alcun diritto (ferie, malattia, regolarità degli stipendi, infortunio), ma con tutti i doveri del personale di ruolo". Ed intanto sempre sui tagli operati nel mondo della scuola è intervenuta con una nota Rossella Di Paola, responsabile scuola Ds di Siracusa: "È paradossale '#8211; scrive la Di Paola '#8211; che con oltre 100 mila posti vacanti e disponibili tra docenti e personale Ata e con un decreto che disponeva 30 mila immissioni in ruolo per il settembre 2002, l'attuale governo blocchi tutto. L'unica logica individuabile è la spinta ad una ulteriore precarizzazione del rapporto di lavoro".