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Gazzetta del sud- Moratti: riforma coi fichi secchi?

Moratti: riforma coi fichi secchi? PROGETTI E RISPARMI Luigi Ferlazzo Natoli R iprendendo il mi...

08/02/2003
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Gazzetta del Sud

Moratti: riforma coi fichi secchi?
PROGETTI E RISPARMI

Luigi Ferlazzo Natoli

R iprendendo il mio intervento su questo giornale in merito alla presentazione della riforma dello stato giuridico dei docenti (24 gennaio) da parte di Letizia Moratti, ministro dell'Istruzione e dell'Università, vorrei svolgere un'ulteriore considerazione riguardo a quello che appare come il vero intento della riforma de quo e cioè l'interesse a ridurre ulteriormente il già scarso budget per l'Università italiana. E invero, oltre all'evidente risparmio scaturente dal proposto rapporto contrattuale a tempo determinato, anziché subire l'onere derivante dalla ruolizzazione a tempo definitivo, il ministro, in un recente incontro con i parlamentari della maggioranza, ha evidenziato l'ulteriore perla del suo progetto: ossia a parità di impegno orario complessivo (e quindi anche di retribuzione), si richiede ai docenti di sottrarre risorse temporali alle attività didattiche diverse (assistenza agli studenti, tesi, esami) a favore delle attività cosiddette frontali (lezioni); in questo modo ciascun professore piuttosto che tenere un solo corso di lezioni ne dovrà tenere due, con un evidente dimezzamento delle necessità di organico e, quindi, con il conseguente risparmio in termini di budget. Evidentemente la Moratti pensa che un'ora dedicata alle lezioni (con la necessaria preventiva preparazione) sia uguale a un'ora di ricevimento o di attività diverse. Ciò potrebbe determinare lo scadimento della qualità dell'offerta didattica complessiva. Né la Moratti, a quanto pare, ha mai fatto un censimento dello stato attuale delle nostre Università, dove a ciascun docente vengono attribuiti almeno tre se non quattro insegnamenti dei quali, nella migliore delle ipotesi, ne viene retribuito uno solo. Inoltre, i concorsi universitari finiranno col diminuire progressivamente, anziché essere banditi secondo le esigenze delle singole realtà universitarie, non consentendo, così un adeguato ricambio generazionale del corpo docente. Nel predetto incontro del 5 febbraio, alcuni parlamentari di maggioranza hanno evidenziato, giustamente, talune '#8211; evidentemente non tutte '#8211; incongruenze dell'ipotizzata riforma, e precisamente: il senatore Gino Moncada Lo Giudice (Udc) si è ricordato (finalmente!) dell'esistenza dei ricercatori universitari, dei quali si sconosce, allo stato attuale, il destino, proponendo, invece, di riservare a essi una quota dei concorsi. L'on. Giuseppe Valditara (An) ha, invece, ribadito che non si può procedere a una seria riforma dello stato giuridico della docenza universitaria, prima di proporre una credibile modifica del cosiddetto "3+2". Né vale sbandierare come alibi di questa sedicente riforma universitaria, relativamente alle ore di didattica frontale (lezioni), la presenza nelle Università della piaga dell'assenteismo. Ciò perché per colpire tale malcostume sono disponibili ben altri e più semplici provvedimenti! Per concludere, inviterei, innanzitutto, la Crui e successivamente corpo docente, sindacati e studenti a mobilitarsi per stoppare tale riforma, o perlomeno a rinviarla '#8211; dopo attenta meditazione di tutti gli addetti ai lavori '#8211; a quando saranno varate le modifiche indispensabili per un miglioramento della riforma dei corsi di cui al cosiddetto "3+2".

(venerdì 7 febbraio