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Gazzetta di Modena-Graduatorie, specializzati in rivolta

Graduatorie, specializzati in rivolta Oggi proteste degli aspiranti prof contro la decisione della Moratti Nuova protesta contro il ministro Moratti. Questa volta ad attaccare il capo del d...

27/02/2003
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Gazzetta di Modena

Graduatorie, specializzati in rivolta
Oggi proteste degli aspiranti prof contro la decisione della Moratti

Nuova protesta contro il ministro Moratti. Questa volta ad attaccare il capo del dicastero scolastico sono i giovani specializzati (laureati che seguono un corso di due anni intensivi) colpiti da un ordine del giorno che li equipara a gente che, secondo loro, non ha nessun diritto ad entrare in graduatoria d'insegnamento allo stesso livello. Per questo motivo oggi a Roma e in altre città sedi di Facoltà di Lettere (in Emilia, a Parma e Bologna) si terranno manifestazioni. L'appuntamento a Parma e Bologna è presso gli ex Csa (ex Provveditorato) alle 15, mentre a Roma sarà al Muir alle 13. "Violati i diritti di 40mila insegnanti", dice il volantino diffuso dall'Anief, l'Associazione Nazionale Insegnanti e Educatori in Formazione).
Motivo di tanta rabbia è il fatto che il 18 febbraio la Moratti ha ascolto un ordine del giorno (De Laurentiis) che impegna il governo a smantellare l'attuale sistema che regola le graduatorie per l'assunzione degli insegnanti "a favore di un dissennato procedimento che realizza un solo progetto: - scrivono i giovani insegnanti - mortificare la formazione biennale, specialistica, universitaria degli abilitati e abilitandi presso le Ssis".
Il documento di De Laurentiis "viola palesemente i diritti acquisiti di 40mila insegnanti Ssis che hanno affrontando o stanno affrontando un difficile e qualificante percorso formativo di 1200 ore di studio e tirocinio con varie prove di selezione d'entrata e un esame di stato con prova concorsuale e che tuttavia consente l'iscrizione solamente nella graduatoria permanente".
Secondo l'Anief, dietro la posizione del Muir "si nasconde la volontà di fomentare ancora una volta la guerra tra poveri e di non immettere in ruolo per creare un precariato sempre più stabile e al fine di non innalzare il livello della qualità della scuola".