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Gazzetta di Parma-No alla Moratti"

No alla Moratti" Tranfaglia e la Soliani bocciano la riforma scolastica Si è svolto ieri, all'hotel Toscanini, l'incontro organizzato dai Comunisti Italiani per discutere della riforma Morat...

15/05/2002
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Gazzetta di Parma

No alla Moratti"
Tranfaglia e la Soliani bocciano la riforma scolastica
Si è svolto ieri, all'hotel Toscanini, l'incontro organizzato dai Comunisti Italiani per discutere della riforma Moratti. Con un "big" della scuola a fare da relatore: Nicola Tranfaglia, che dal 1976 è ordinario di storia contemporanea e dal 1996 presiede la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino. Presenti, tra gli altri, Albertina Soliani, Claudio Cattini della Cgil scuola e Piergiorgio Bergonzi, responsabile scuola del partito. Obiettivo dell'incontro era la discussione della nuova legge firmata Moratti, che ha raccolto l'acuto dissenso di tutta la popolazione del centro sinistra. Con un'attenzione al ruolo delle Regioni, che possono contrastare il disegno del governo servendosi della riforma al titolo quinto della Costituzione. E' Tranfaglia ad esporre i motivi di questo dissenso, "come studioso di storia _ spiega _ ma anche come osservatore politico". Un primo bruciante commento, viene rivolto dallo storico all'attuale governo: "Non può essere definito fascista, ma è sicuramente un regime populista autoritario". Poi una lunga analisi della riforma, che "vuole creare scuole di serie A per i ricchi e di serie B per i poveri e distruggere l'autonomia regionale. Privilegiando le scuole confessionali o private a discapito delle pubbliche, quindi calpestando la nostra Costituzione, e mortificando il sapere critico, perché spinge i giovani a studiare materie superficiali adatte al mondo globalizzato. Ma tutti i pedagogisti sostengono che le specializzazioni precoci vengono assunte come moduli rigidi, e, quindi, sono inutili alla formazione. E' questa la flessibilità di cui si parla? Regna, insomma, una tendenza generale che va verso la descolarizzazione. Le 76 università pubbliche verranno ridotte a 30, con un grande guadagno da parte delle università pseudo private, i cui docenti sono già pagati per l'80% dallo Stato".
"La situazione in Emilia Romagna _ ha continuato Tranfaglia _ è meno soffocante di quella che si respira in altre regioni. In Piemonte, ad esempio, i buoni scuola sono stati già destinati per l'80% alle scuole private, nessuno all'Università, e il rimanente 10 diviso tra le numerose scuole pubbliche". E, per concludere, un appello agli italiani: "Se non vi unite per dire no, sarà in futuro difficile presentare alternative a questo sistema, che procede e si espande ogni giorno che passa". Una opposizione totale, quindi, alla nuova legge. Condivisa dai Comunisti Italiani, ma anche dalla Soliani: "La differenza fra centrodestra e centrosinistra in Italia e a Parma riguarda anche la formazione. Noi crediamo che non si possa investire in tecnologia senza che sia presente una forte coesione sociale. E la coesione si fa a cominciare dalla scuola, stando tutti insieme con la stessa dignità, mettendo insegnanti, studenti, famiglie ed associazioni al centro di un progetto di riqualificazione. E' quello che noi promettiamo".

Paola Brianti